Contestazioni contro Salvini, ecco cosa è successo a Livorno. “Sembrava Odessa”

di Irina Sokolova

Io sono russa, nata ad Odessa quando la mia patria era unita in un solo stato. Odessa è una città di mare con un grande porto internazionale, multiculturale, con un grande teatro molto simile ad un’altra città che invece si trova in Italia: Livorno!

Ma Odessa è stata purtroppo anche il teatro degli omonimi roghi di esseri umani avvenuti dopo il colpo di Stato di Kiev che ha reso l’Ucraina un paese permanentemente instabile. Quel giorno le esigue forze di polizia non hanno avuto alcuna capacità di contrastare gruppi neo nazisti che sono diventati i veri e propri padroni della città. Hanno preso il potere per le strade seminando il terrore ed arrivando a bruciare vive le persone che stavano in piazza, pacificamente nel tentativo di fermare l’ondata di violenza che travolgeva tutto il paese. Le vittime hanno provato a trovare rifugio nella Casa dei Sindacati, ma l’incontenibile violenza dei teppisti sfondava i cordoni di sicurezza delle forze di polizia dilagava in tutta la città. Tutto questo avveniva il 2 maggio del 2014.

Con una paradossale coincidenza oggi ho vissuto una simile sensazione a Livorno, quando quello che doveva un normale incontro pubblico dell’Onorevole Matteo Salvini è stato violentemente contestato da giovani dei centri sociali in maniera incivile ed antidemocratica. Già nei momenti che precedevano l’arrivo del Segretario della Lega si respirava un’aria di forte tensione. Degenerata poi in un lancio di oggetti, uova ed ortaggi e con i manifestanti che si avvicinavano sempre di più spingendo le forze dell’ordine che cercavano di contenere l’impeto dei manifestanti. La pioggia di oggetti non poteva fare differenza tra anziani, bambini, donne ( tra cui una incinta).

bandiera-lega-bruciata

Tutti sotto una violenza inaccettabile in un paese democratico. Neppure il fatto che Matteo Salvini abbia finito di parlare ha calmato la furia dei manifestanti che in brevissimo tempo si sono avvicinati al nostro gazebo dove raccoglievamo le firme con varie infiltrazioni. Una nostra militante è trascinata dietro gli scudi della Polizia che è riuscita miracolosamente ad evitare che venisse presa da un gruppo che la minacciava apertamente promettendole di ricordarsi di lei e tornare. Hanno strappato i nostri manifesti e sono riuscita a trarre in salvo due delle tre bandiere. La terza mi è stata tolta da un ragazzo che mi ha colpita sul braccio per portarmela via. Presumo sia quella che è stata bruciata poco dopo sulla piazza.

Il proprietario di una locale farmacia ha fatto rifugiare generosamente noi donne ed alcuni anziani dentro il suo locale per tenerci al sicuro abbassando la tapparella ed ha detto alle dipendenti di barricarsi dentro se fossero arrivati i manifestanti fin lì. Hanno soccorso in quel posto un anziano che si è sentito male, mentre scoppiavano i petardi lanciati dai ragazzi accanto al gazebo quando firmava.

Livorno - sindaco dei Cinque Stelle Filippo Nogarin
Livorno – sindaco dei Cinque Stelle Filippo Nogarin

Con l’aiuto della polizia abbiamo dovuto smontare tutto due ore prima, e siamo dovuti tornare alle macchine accompagnati da loro e confondendoci in piccoli gruppi. C’è voluta un ora per raggiungere la macchina. Poco dopo Matteo Salvini e il Segretario Toscano Manuel Vescovi chiamavano me e l’altra ragazza tratta in salvo per miracolo, per sapere come stavamo. Ho ricevuto tanta solidarietà. Ma mi sento di chiedere al popolo italiano di non rimanere indifferente a tutto questo. E’ questa la via che ha imboccato la mia terra natale prima di cadere in mano agli autori dei roghi di Odessa. E’ questa la stessa intolleranza ed è questo lo stesso odio. Fermiamolo prima che vada troppo avanti da non poterlo più contenere!