Cristiani gettati in mare, la Cei difende gli islamici: “Contrasti individuali”

Il segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, monsignor Nunzio Galantino ha parlato del tragico episodio in cui 12 cristiani sono stati gettati in mare dai musulmani perchè “bisogna pregare solo Allah”.

Galantino

 

“C’era da aspettarselo”, dice Galantino in un’intervista a Radio Vaticana. “Alcuni discorsi che finora erano stati tenuti sul piano ideologico” ora si trasformano in “rivendicazione”, “contrapposizione basata sulla religione ma che con la religione non ha niente a che fare“. Finora questo covare rancori era tenuto “insieme da gruppi, da associazioni, da clan”. Con l’episodio di ieri si passa “a livelli spiccioli e contrasti individuali“.

Per il segretario generale dei vescovi italiani “quando gente che vive la stessa situazione di difficoltà, qual è quella di coloro i quali stanno su un barcone e tentano di raggiungere un posto che dovrebbe essere di speranza, addirittura strumentalizzano l’esperienza religiosa e il credo religioso per dover far prevalere il proprio pensiero, la propria situazione, vuol dire che sono stati interiorizzati certi ragionamenti”.

Il drammatico racconto dei sopravvissuti mentre la vergogna di monsignor Galantino non conosce limiti e li chiama “contrasti individuali”

  “Il nostro barcone”, racconta un altro dei sopravvissuti, “a un certo punto ha cominciato ad imbarcare acqua, uno dei tubolari si andava sgonfiando. Eravamo tutti arsi dal sole, ormai senza acqua. Pensavamo di morire, c’ era chi piangeva, chi gridava, chi si agitava. In tanti pregavamo sottovoce. Poi ad un certo punto i nigeriani hanno cominciato ad inveire contro un altro nigeriano, loro erano musulmani, quello cristiano. Gli hanno detto di smetterla di pregare Dio se no lo avrebbero buttato a mare.

‘Qui si prega solo Allah’, dicevano. Hanno cominciato a gridare, in due lo hanno spinto e quel ragazzo è caduto in mare ed è annegato”. “I musulmani erano come impazziti”, conferma un altro migrante, “gridavano ‘Allah è grande’ e aggredivano tutti quelli che avevano provato a difendere il primo che hanno buttato in mare. Per proteggerci abbiamo creato una specie di catena umana, ci tenevamo in equilibro stringendoci le mani per resistere alle loro spinte, ma in dodici non ce l’hanno fatta. Li hanno uccisi così…”.