Il Consiglio d’Europa lancia oggi la seconda fase del programma iniziato nel 2012 denominato “verso il rafforzamento della governance democratica del sud Mediterraneo”. Il programma è finanziato quasi interamente dall’Unione europea che ha destinato 4,8 milioni per la prima fase finita lo scorso dicembre, e altri 7 milioni per il biennio 2015-2017.
Il programma ha come destinatari Tunisia, Marocco, Giordania, ma anche Algeria, Egitto, Israele, Libano, Libia, e Palestina. Ma sinora la maggior parte delle attività condotte dal Consiglio d’Europa, che mirano a rafforzare la democrazia, il rispetto dello stato di diritto, e quello dei diritti umani, ha interessato solo tre Paesi, Tunisia, Marocco, Giordania. Questo, dicono all’organizzazione paneuropea, si spiega con il fatto che il programma si basa su precise richieste dei Paesi destinatari, e che sono loro assieme agli esperti del Consiglio d’Europa, a definire ampiezza e contenuti della collaborazione.
Dopo una prima fase i cui risultati sono stati considerati notevoli, la seconda fase del programma si propone di appoggiare successive riforme costituzionali, e in altri ambiti precisi, come quello della giustizia. Ma anche di collaborare alla creazione di strutture indipendenti per la difesa e la sviluppo dei diritti umani. Un altro ambito d’intervento sarà quello che mira a far aderire i Paesi interessati alle Convenzioni del Consiglio d’Europa, al fine di creare uno spazio giuridico comune in cui sono rispettati gli stessi standard. Questi obiettivi saranno raggiunti anche attraverso una partecipazione rafforzata degli esperti, funzionari, responsabili politici dei Paesi del sud Mediterraneo alle varie attività degli organismi del Consiglio d’Europa. (ANSA)