La Corte europea per i diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia per “torture” in relazione all’irruzione della polizia nella scuola Diaz di Genova durante il vertice del G8 del luglio 2001. Nella sentenza pubblicata dal tribunale di Strasburgo, si condanna l’Italia per i maltrattamenti subiti dal ricorrente, il manifestante veneto Arnaldo Cestaro all’epoca 61enne, a cui e’ stato assegnato un indennizzo da 45.000 euro.
L’Italia e’ stata anche condannata per non essersi dotata di una legislazione adeguata per punire il reato di tortura. In una pronuncia all’unanimita’, il collegio presieduto da Paivi Hirvela ha stabilito che lo Stato italiano ha violato l’articolo 3 della convenzione sui diritti dell’uomo, che recita: “Nessuno puo’ essere sottoposto a tortura ne’ a pene o trattamenti inumani o degradanti”.
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La Corte di Strasburgo ha stabilito che il trattamento inflitto a Cestaro deve essere considerato alla stregua di una “tortura” e ha rilevato che la mancanza di pene proporzionate e’ dovuta all’inadeguatezza delle leggi italiane, che quindi devono essere cambiate anche per prevenire il ripetersi di possibili violenze da parte delle forze dell’ordine.
Giuliani, “riconosciuto che l’Italia tocco’ il fondo”
“Meno male che almeno su questo la Corte Europea non ha fatto altro che riconoscere la sentenza della Cassazione. Posso solo esprimere un giudizio di soddisfazione per il fatto che la Corte abbia riconosciuto che l’Italia aveva toccato il fondo”.
Cosi’ Giuliano Giuliani, padre di Carlo, il ragazzo ucciso il 21 luglio del 2001 in piazza Alimonda durante gli scontri di piazza tra manifestanti e forze dell’ordine nell’ambito del G8 di Genova, commenta la sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo che oggi ha condannato l’Italia
Giuliani ricorda poi che durante il processo celebrato a Genova “in primo grado giudici del tutto inadeguati avevano assolto tutti. Poi, per fortuna, dal momento che non tutti i magistrati sono uguali e che ce sono anche di veramente bravi: il sostituto procuratore Enrico Zucca e il pm Francesco Cardona Albini hanno insistito, si sono battuti e sono riusciti alla fine ad arrivare al giudizio definitivo rispettoso della verita’”. “Ovviamente – aggiunge il padre di Carlo Giuliani – non puo’ che restarmi un po’ di delusione e rabbia per il fatto che la Corte Europea, quando facemmo ricorso noi la nostra istanza, per vedere riconosciuta la responsabilita’ dello Stato sulla morte di Carlo, venne bocciata”.
Circa, poi, il vuoto legislativo del nostro ordinamento che non prevede il reato di tortura, Giuliani ha poi affermato che “siamo l’unico tra i paesi civili che non prevede il reato di tortura. Siamo indietro. Si parla tanto di riforme specie in questi ultimi tempi ma – conclude – quella parola rimane vuota se non si riescono a realizzare quegli interventi che servirebbero davvero”.(AGI) .