L’Islanda ritira la propria candidatura per l’adesione all’Unione europea. La decisione del governo di centro-destra euroscettico, in carica dal 2013, è stata ufficializzata dal ministro degli Esteri Gunnar Bragi Sveinsson in una lettera indirizzata alla Lettonia, Paese che detiene la presidenza di turno dell’Unione, e alla Commissione europea.
Tra le ragioni che avrebbero spinto l’esecutivo di Reykjavik ad abbandonare il progetto ci sono le quote sulla pesca, pilastro dell’economia locale, richieste da Bruxelles.
Immediata la protesta degli islandesi pro-adesione. Decine di persone si sono radunate davanti al Parlamento per manifestare contro una decisione assunta senza un referendum.
La domanda di adesione all’Unione europea era stata depositata nel luglio 2009, dopo che il Paese era stato scosso da una pesantissima crisi finanziaria che aveva portato al crollo delle tre banche principali e al dimezzamento del valore della moneta locale, la Corona. L’Europa, allora, sembrava una prospettiva attraente.