EUROPA IN GUERRA

di Giuseppe Cirillo

Come molti dei nostri lettori sapranno, noi abbiamo ipotizzato nel nostro articolo La Terza Guerra Mondiale è già iniziata?, l’inizio di un nuovo conflitto mondiale lo scorso giugno, con la nascita dello Stato Islamico in Siria ed Iraq, quindi con la continuazione del grave conflitto in quella zona più l’espansione dello stesso in Libia, Libano, Nigeria, penisola del Sinai, Yemen, dove sono sempre all’opera milizie legate all’ISIS.

Mentre si svolgevano i fatti di Parigi, in Nigeria i miliziani di Boko Haram, alleati dell’ISIS hanno raso al suolo ben sedici villaggi facendo almeno 2000 morti nel silenzio quasi assordante della maggior parte dei media occidentali, per i quali probabilmente ci sono morti di seria A e di serie B.

nigeria

Il conflitto si è poi contemporaneamente esteso all’Ucraina dove si fronteggiano nell’est del paese, filorussi contro ucraini e dove segnaliamo la fine della tregua e la ripresa ieri di forti scontri che hanno portato all’uccisione di dieci civili ucraini all’interno di un autobus e il crollo della torre dell’aereoporto di Donetsk (foto sotto), attualmente in mano agli ucraini ma in territorio filorusso. Mentre in Siria, Iraq, Libia e Nigeria le vittime ormai sono a centinaia di migliaia, in Ucraina siamo già giunti a 5000 morti. Quindi la guerra che ci sembra così lontana (anche se Siria e Libia sono dietro l’angolo) è già presente in Europa e nei giorni scorsi ne abbiamo visto un suo assaggio proprio nel cuore dell’Europa, a Parigi, con un totale di 20 morti, compresi i terroristi (che sono comunque francesi).

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Il conflitto mondiale si estende poi anche a livello economico dove non possiamo non segnalare le crescenti difficoltà dei paesi emergenti a sostenere il continuo crollo del petrolio e la continua rivalutazione del dollaro. Segnaliamo a questo proposito i negozi vuoti in Venezuela, l’emorragia di capitali in Grecia in vista delle prossime elezioni, il crollo delle valute dei paesi vicini alla Russia, la grave situazione economica giapponese e il rallentamento della Cina.

Ora analizziamo brevemente la situazione dopo gli attentati di Parigi, non paragonabili come portata all’ 11 Settembre ma assolutamente rivelanti per le loro conseguenze. Non vogliamo perderci in dietrologie che hanno comunque trovato importanti riscontri in Turchia, Russia ed anche nelle dichiarazioni di importanti esponenti politici italiani e internazionali, non avendo la conoscenza di chi effettivamente possa esserci dietro, noi ci limitiamo a studiare le conseguenze e vedere se vanno in particolari direzioni.

Sicuramente vedere 80000 mila forze dell’ordine francesi mobilitate, sparatorie e morti nel cuore dell’Europa, a Parigi, fa un certo effetto ma ora cosa potrebbe succedere? Per prima cosa, evidentemente, l’ostilità verso i musulmani ha subito un forte incremento e già vengono segnalati diversi episodi anti-islamici in tutta Europa, per ora di lieve entità. Molti di voi potrebbero dire che già ci sono stati attentati fondamentalisti in Europa, a Londra ed a Madrid e non c’è stata nessuna deriva violenta. Questo è vero, ma ora la situazione è totalmente diversa.

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All’epoca, gli attentati erano puro terrorismo, ora sono un vero e proprio atto di guerra, dato che lo Stato Islamico è un’entità de facto statale con un suo territorio anche abbastanza esteso, senza contare i territori occupati dagli islamisti in Libia e in Nigeria.

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Inoltre, economicamente, la situazione è diversa, all’epoca si era in un periodo di relativo benessere economico ora siamo nel centro di una crisi che si avvia ad un nuovo peggioramento e questo comporta sia più islamici disperati pronti a colpire, sia più occidentali pronti a scatenare la propria collera verso il nemico islamico.

In Germania, per chi non lo sapesse, è già nato un movimento, PEGIDA, che sta crescendo esponenzialmente ed ha raggiunto già i 40000 membri, che si oppone all’islamizzazione dell’Europa e contemporaneamente in Germania si segnala l’incremento tra i musulmani della setta dei salafiti, l’ala più estrema dell’Islam, di cui fanno parte la maggior parte dei terroristi e dei guerriglieri. Se dovessero succedere un altro paio di attacchi come quelli di Parigi, ci sarebbe un’escalation gravissima dato che sicuramente le formazioni razziste e di estrema destra reagirebbe attaccando pesantemente qualche moschea o direttamente scontrandosi con gruppi di musulmani. E questo è facilmente ipotizzabile e prevedibile perché è alimentato dalla crescente crisi economica che ovviamente tende ad estremizzare le posizioni. Probabilmente, come negli anni passati, non ci sarebbe nessuna escalation se le condizioni economiche fossero differenti.

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Benzina sul fuoco la mette proprio il giornale Charlie Hebdo che oggi torna in edicola con un Maometto irriverente che dice “Je suis Charlie”. A questo proposito noi non vogliamo prendere posizione nella diatriba tra chi sostiene la totale libertà di parola e chi dice che questa non deve portare all’insulto religioso, a nostro avviso se per la democrazia francese era legale, si può essere personalmente d’accordo o meno con le vignette, ma non si può assolutamente denunciarne l’illegalità e nemmeno dire che se la sono cercata. Inoltre, sottolineiamo che questi fatti, proprio perché sono soprattutto un attentato alla libertà di parola e se vogliamo al laicismo, non comportano un conseguente riavvicinamento al Cristianesimo, in risposta all’Islamismo, perché ormai il primo ha perso totalmente il suo appeal tra gli Europei e si avvia secondo noi alla graduale secolarizzazione e scomparsa, ma invece un forte posizionamento sul valore della libertà, libertà come vero valore degli Europei e il fatto che lo slogan “Je suis Charlie” sia così stato usato e che oggi si prevedono più di cinque milioni di copie vendute, dimostra che lo scontro non è più tra Europa Cristiana ed Islam ma tra l’Europa della libertà e dei diritti contro l’oppressione, in questo caso religiosa.

Noi notiamo, quindi, che questi fatti oltre a rendere gli Europei anti-islamici, li rende anche più lontani dalla religione, anche quella cristiana. E non lo stiamo dicendo come critica, io personalmente sono agnostico, ma solo come analisi dei fatti.

Parlando, invece, delle conseguenze politiche di questi fatti possiamo dire che sicuramente il Fronte Nazionale di Marine Le Pen continua la sua ascesa e viene dato anche oltre il 30% dei consensi. Le elezioni presidenziali francesi sono nel 2017, ma a nostro avviso rimane comunque improbabile che la Le Pen diventi presidente, perché la Francia ha come sistema elettorale quello del doppio turno ed attualmente anche se il Fronte è primo nei sondaggi, subito dopo viene il centrodestra gollista di Sarkozy e il partito di Hollande ancora più in basso. Quindi, come già successo in passato, se ci dovesse essere un ballottaggio estrema destra e centrodestra, sicuramente vincerebbe quest’ultimo.

L’estrema destra francese ha possibilità di affermarsi solo in questi casi: a) grazie all’estremismo islamico, continua ad erodere così tanto consenso al centrodestra in maniera tale da andare al ballottaggio con il centrosinistra; b) il centrodestra si frantuma (è possibile) e quindi FN va al ballottaggio con il centrosinistra; c) il centrosinistra si presenta unito ad altre formazioni di sinistra, con un candidato carismatico e riesce a superare il primo turno. Se dovessero verificarsi uno di questi tre scenari e quindi il Fronte Nazionale si trovasse al secondo turno con la sinistra, inevitabilmente, gran parte degli elettori di centrodestra e una parte di quelli di centro voterebbero l’estrema destra, dopo l’attuale rovinoso governo di sinistra e consegnerebbero il paese a Marine Le Pen. Se questo dovesse avvenire l’Europa tremerà, sia perché la Le Pen è forse finanziata da Putin e quindi potrebbe essere un cavallo di troia per sfasciare l’Unione Europea dall’interno, sia perché un governo di estrema destra porterebbe sicuramente alle rivolte delle periferie degradate francesi e allo scontro con le minoranze straniere ed islamiche che si sono una minoranza, ma una minoranza giovane senza nulla da perdere e quindi più combattiva ed attiva del resto dei francesi. Il rischio che si ripetano le gravi rivolte delle banlieues del 2005 sarebbe altissimo e non escludo una vera e propria guerra civile, considerando che nel 2017 la situazione sarà ulteriormente deteriorata rispetto ad ora. Anche in caso di vittoria del centrodestra non è comunque da escludere una situazione simile ed anzi non è da escludere nemmeno adesso se la tensione dovesse ancora salire.

Fatte queste analisi, abbiamo detto che volevamo trovare una direzione, e questa sembra sempre essere quella della Lunga marcia dell’Eurocrazia. Se andate a leggere quell’articolo vedrete che tra gli obiettivi ci sono quello di una politica interna comune, quello dell’eliminazione del Vaticano (e quindi del sentimento religioso) e la nascita di un sentimento europeista.

Bene, dopo i fatti di Charlie Hebdo, ad esempi Renzi ha già chiesto un’intelligence europea, la religione è diventata sinonimo di oppressione e di morte e soprattutto, come abbiamo già sostenuto da tempo, per far nascere un sentimento europeista serve un nemico da combattere in nome di un ideale europeo. L’ideale sembra essere quello della libertà, il nemico di questa da una parte è Putin, contro cui stanno combattendo gli ucraini, dall’altra l’estremismo islamico che colpisce e che minaccia di colpire l’Europa dappertutto.

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Abbiamo visto i leader europei a braccetto domenica 11 gennaio, io vedo la nascita del nazionalismo europeista, quello che mancava ancora a questa Unione Europea. La lunga marcia dell’Eurocrazia continua. Ovviamente analizzare questa marcia non vuol dire essere per forza contro tutto quello che si sta realizzando, personalmente sono favorevole all’Europa Unita e all’europeismo ed alla libertà, ma assolutamente non posso che essere contrario all’attuale oligarchia dominante, piena espressione dalla dittatura finanziaria vigente. A mio avviso, se la vera caratteristica degli Europei è quella di aspirare alla libertà, sarà inevitabile, alla fine doversi liberare anche da questo ipocrita giogo.

2 thoughts on “EUROPA IN GUERRA

  1. Lucido e condivisibile, gli interessi di milioni di europei sacrificati a vantaggio del bieco e immediato interesse di pochi, anzi pochissimi.

  2. Allora, noi Europei non crediamo piu’ nel Cristianesimo e il nostro unico ideale e’ il nuovo “nazionalismo europeista”. Abbiamo gia’ perso e l’Islam vincera’ sicuramente. Rassegniamoci e speriamo di potere continuare a bere il vino, almeno in privato.

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