Siria, automezzi dell’Onu usati da al Qaeda per compiere attentati

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11 dic- I miliziani siriani membri del cosiddetto fronte di Al-Nusra, filo al Qaeda, dopo aver preso possesso di alcuni automezzi dell’Onu al confine tra Siria e Israele, li hanno usati per compiere attacchi terroristici contro le truppe regolari di Assad, vicino alla città di Daraa, nel sud ovest del Paese. Lo riporta il giornale

A far saltare in aria uno dei veicoli bianchi delle Nazioni Unite, secondo fonti dell’opposizione siriana, sarebbe stato il terrorista Abu al-Khattab Muhajir, che prima dell’esplosione è riuscito a saltare fuori dal veicolo.

Il Fronte al-Nusra ha caricato su Twitter le foto che documentano l’attacco. Le immagini, che ritraggono il generale Abu G’libib mentre prepara l’esplosivo sulla vettura dell’Onu, sono state mandate in onda dalla televisione di stato siriana. Sdegnata la reazione del Palazzo di Vetro: “Utilizzare le attrezzature dell’Onu per compiere atti di terrorismo è inaccettabile“.

Strane cose accadono in Siria: mentre alcuni terroristi utilizzano i mezzi abbandonati dall’ONU, altri utilizzano invece le armi donate dagli USA e abbandonate dai ribelli in fuga. In piu’ c’è la storia della giornalista che ha visto con i suoi occhi i jihadisti scarrozzati dai camion ONU.

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Scopre miliziani ISIS che entrano in Siria nascosti in camion ONU. Uccisa giornalista

1 NOVEMBRE – Serena Shim  era una giornalista americana di origini libanesi. Lavorava per Press Tv Istanbul. E’ morta, ufficialmente, in un drammatico incidente stradale. 30 anni e madre di 2 figli, dalla Turchia la giornalista realizzava servizi sui combattimenti a Kobani, terza città per grandezza della Siria, che da giorni è teatro di scontri tra le forze militari curde e i djihadisti dello Stato islamico.

Dopo aver terminato un reportage a Suruc, una località turca vicino alla frontiera siriana che accoglie migliaia di rifugiati, la giornalista si era messa in viaggio. Un camion aveva centrato frontalmente la sua vettura e la donna era morta sul colpo. Il cameraman che l’accompagnava è rimasto ferito.

Press TV ha diffuso un messaggio della giornalista, dove questa aveva espresso, pochi giorni prima di morire, il timore di essere arrestata dai servizi segreti turchi, che l’avevano accusata di essere una spia, in quanto sosteneva che il governo di Ankara avesse legami con lo Stato islamico.

Aveva parlato dell’infiltrazione di guerriglieri in Siria attraverso la frontiera turca e in diretta televisiva aveva affermato di avere le immagini di questi miliziani che entravano in territorio siriano, nascosti nei camion di organizzazioni umanitarie e del programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite.