9 dic – Non solo migranti e campi rom. C’è anche l’emergenza abitativa tra i ‘business’ su cui aveva messo le mani la ‘rete mafiosa’ con ai vertici Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, responsabile del consorzio di cooperative riconducibili alla 29 Giugno.
Il sindacato Unione Inquilini che interpella il sindaco Ignazio Marino, in assenza dell’assessore alle Politiche Abitative, Daniele Ozzimo, che si è dimesso da suo incarico perché indagato all’interno dell’inchiesta.
“Il Consorzio Eriches 29, del gruppo cooperativa 29 giugno, dichiara sul suo sito che dal gennaio 2012, gestisce in convenzione con il Dipartimento delle Politiche Abitative del Comune di Roma il servizio di emergenza alloggiativa in favore di persone sfrattate, in graduatoria per l’ottenimento di un alloggio di edilizia residenziale pubblica” scrive in una nota il sindacato. 550 sono le persone “destinatarie di tali servizi”. 135 gli appartamenti “messi a disposizione dislocati nel Comune di Roma”.
L’Unione Inquilini chiede dove sono i “135 appartamenti utilizzati come assistenza alloggiativa, chi sono i proprietari degli appartamenti messi a disposizione, il loro costo e sulla base di quale concorso o appalto, o convezione sono stati scelti tali appartamenti, chiediamo altresì che alle famiglie in assistenza alloggiative sia garantito il diritto alla casa”.
L’ORDINANZA – Dalle oltre mille pagine dell’ordinanza del Tribunale emerge come “Carminati si adoperava all’individuazione di imprenditori e proprietari immobiliari, con i quali avrebbe stabilito una collaborazione, idonea a procurare un notevole vantaggio all’organizzazione, che avrebbe sbaragliato la concorrenza, dimostrando l’affidabilità e la completezza dei servizi affidati e, al contempo, all’imprenditore che avrebbe concesso la propria disponibilità”. Alcuni imprenditori ci mettevano gli immobili, le cooperative li gestivano garantendo al Comune, che avrebbe versato una quota per ogni appartamento, i servizi necessari.
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