1 novembre – Mentre il premier non eletto sta varando l’ennesima finanziaria lacrime e sangue (all’interno del testo è contenuto l’aumento dell’IVA fino al 25,5% spalmato nel corso dei prossimi anni, oltre quello delle accise sui carburanti, ottimo metodo per rilanciare l’economia…) e dalla commissione europea, in particolare da Katainen, arrivano fermi e chiari moniti all’italico stivale a rispettare gli impegni presi in termini di austerità, c’è qualcuno che continua a vivere di sprechi e mangiatoie varie, senza rendere conto a nessuno.
Di chi stiamo parlando? Proprio dell’oligarchia che governa la ue, sempre più simile in tutto e per tutto alla nomenclatura dell’ex Unione Sovietica, dove il popolo faceva la fila per il pane ed il compagno Brezhnev girava in Rolls Royce.
Non ci credete? Bene, vediamo di illustrare in modo sintetico come vengano spesi i 150 miliardi di euro del bilancio della UE.
Per cominciare parliamo del parlamento europeo, l’unico al mondo ad avere due sedi (in realtà tre, perché ne esiste una anche in Lussemburgo per gli uffici amministrativi). Poiché gli europarlamentari non hanno il dono dell’ubiquità, le due sedi aprono alternativamente, costringendo ogni mese a far ricorso a carovane di tir per trasportare gli incartamenti da Bruxelles a Strasburgo e viceversa, oltre a 5.000 persone. Facciamo notare che la sede di Strasburgo rimane aperto per “ben” 5 giorni al mese, ma il circo barnum degli eururocrati non può rinunciare a questa trasferta che costa la “modica” cifra di 200.000.000 di euro l’anno, cui vanno sommati i costi di manutenzione della sede e le varie diarie e indennità di parlamentari e portaborse.
Ovviamente, un simile apparato, non può non avere un leader: l’ex presidente della commissione, Barroso, oltre a 24.000 euro di stipendio mensile, ha messo in conto alla ue ben 730.000 euro per missioni e spese di rappresentanza (anno 2009, ultimo dato certo che siamo riusciti a recuperare).
E che dire dei figli dei funzionari e dipendenti della commissione e dell’europarlamento? Mica possono andare nelle scuole normali, magari fianco a fianco con qualche bimbo figlio di genitori immigrati clandestinamente. Eh no, loro hanno diritto a scuole speciali che costano, tra strutture e professori, altri 200.000.000 di euro l’anno, mentre i nostri ragazzi sono costretti a portarsi la carta igienica da casa a causa dei tagli all’istruzione attuati dagli ultimi governi italiani.
Visto che abbiamo parlato delle trasferte Bruxelles – Strasburgo, perché non parlare delle cosiddette “missioni d’inchiesta”? Secondo il quotidiano britannico Telegraph, negli ultimi due anni sono state ben 120 con un costo di 10 milioni di euro. Le mete scelte per questi viaggi d’inchiesta? Cipro (che sarebbe comprensibile visto la crisi che ha attraversato), poi Africa e… Caraibi, oltre che la zona dell’oceano Pacifico. Duro, il lavoro dell’europarlamentare: a febbraio di quest’anno, 15 eurodeputati sono partiti per le Mauritius con 11 interpreti e sei membri dello staff al seguito.
Il 21% del budget del parlamento europeo, pari a 357 milioni di euro l’anno (il budget di un top team di F1, giusto per rendere l’idea, che impiega oggi non meno di 600 persone), viene impiegato per la voce “comunicazione e tecnologia”, ovvero propaganda, come gli spot pro ue trasmessi dalla Rai e per la realizzazione di traduzioni dei vari documenti.
Tuttavia, se già questi sprechi vi sembrano enormi, sappiate che il parlamento europeo costa “solo” 1,7 miliardi, mentre l’italico stivale contribuisce con ben 5,5 miliardi l’anno. E gli altri 148 miliardi di euro del bilancio come vengono usati?
Ecco qualche altra perla.
Per la “casa della storia europea” sono stati stanziati 31 milioni di euro per la ristrutturazione dell’edificio, 15,4 per l’allestimento scenico, 6 per le esigenze del multilinguismo, 2 per uno scaffale di quattro (!) piani, per un conto totale di 58,4 milioni, cui si aggiungeranno 11,5 milioni l’anno per il suo mantenimento (fonte: l’Express).
La BCE, ovviamente, non può essere da meno: la nuova sede, ancora da terminare, è già costata la bellezza di 1.150.000.000 di euro (1,15 miliardi). Tuttavia, nel più autentico stile italico, ci si è resi conto che… è troppo piccola per contenere la nuova ondata di assunzioni di 1.000 impiegati per la supervisione del sistema bancario. Quindi, il conto è destinato a lievitare ulteriormente, sempre a carico delle tasche dei cittadini europei cui vengono tagliate pensioni e sanità in nome del “bene supremo”, quello degli oligarchi europei.
Naturalmente di sprechi ce n’è per tutti i gusti: come definire altrimenti i 3.400.000 di sterline spesi per un centro heritage nel Galles e totalmente abbandonato dopo solo 6 anni dalla sua costruzione (fonte Telegraph)?
Per non parlare di Europe Aid, l’organizzazione che si occupa di gestire i programmi di aiuto e sviluppo verso gli altri paesi: dei 32.000.000 di sterline versati per “aiutare” la Biellorussia, 423.000 sono finite per un’esibizione fotografica (si suppone per sostenere il morale della popolazione bisognosa) e 500.000 per la promozione di “favole etniche”!
E per concludere col botto, sappiate che il grosso dei fondi della politica agraria comunitaria finiscono nelle tasche delle multinazionali e non degli agricoltori. Eh sì: dei 58.000.000.000 di euro destinati all’agricoltura, 1.600.000.000 sono finiti alla Friesland Campina, un’azienda olandese di latticini, mentre la Nestlè se ne è portati a casa “solo” 197.000.000. Capite? i soldi destinati agli agricoltori sono finiti ad una multinazionale che macina utili miliardari. Anche perché, proprio grazie alla PAC, il 50% dei terreni agricoli è in mano al 3% di agricoltori, che poi sono le multinazionali dell’agro-alimentare.
Non ci resta che chiudere questa aberrante panoramica della nuova “Unione Sovietica Europea” con le parole di Ambrose Evans Pritchard: “il problema fondamentale è la mancanza di controllo delle imposte e della spesa da parte di un parlamento eletto democraticamente. Non è un caso che la guerra civile inglese sia iniziata nel 1640 quando il re ha cercato di togliere quei poteri al parlamento o che la rivoluzione americana sia scoppiata quando questo potere è stato tolto da Londra a stati come Virginia o Massachusetts, che lo esercitavano da tempo… Quello che sta accadendo all’ue è, al contrario, il tentativo di darne la gestione a strumenti e strutture sovranazionali, che non hanno alcun fondamento con nessun parlamento. E’ estremamente pericoloso e chiaramente antidemocratico”.
Parole come macigni, che dovrebbero far riflettere tutti, in particolare coloro che fanno fatica ad arrivare a fine mese e le nuove generazioni che vedono seriamente ipotecato il loro futuro.
Temi pesanti, da non far dormire la notte e che dovrebbero impensierire non poco gli eurocrati blindati nei loro palazzi.
Tuttavia questi ultimi possono dormire sonni tranquilli: sabato c’è l’anticipo di campionato e, per lo meno nell’italico stivale, la questione vitale sarà se il gol era o meno in fuorigioco.
Luca Campolongo – IL NORD
Nel frattempo, scrive antiplomatico
In un’intervista con EurActiv, l’ex ministro delle finanze francese e attuale presidente della Commissione bilancio del Parlamento Europeo, Jean Arthuis, ha lanciato un monito che dovrebbe preoccupare i fautori degli “Stati Uniti d’Europa”: il buco di bilancio dell’Ue potrebbe raggiungere i 30 miliardi di euro alla fine dell’anno. A quel punto potremmo assistere ad un esperimento istituzionale mai tentato prima: il commissariamento del commissario tecnocrate.