27 ottobre – È fissata per il 20 novembre l’uscita del film Il segreto di Italia del regista Antonello Belluco. Una storia d’amore (la protagonista è Romina Power) ambientata nella campagna veneta nella primavera del 1945, durante la sanguinosa guerra civile che produsse l’orrenda strage di Codevigo di cui si fa fatica ancora oggi a parlare.
Orrore a Codevigo
Codevigo, paesino della Bassa Padovana, visse giornate crudeli: a partire dal 28 aprile i partigiani della 28esima Brigata Garibaldi, comandati da Arrigo Boldrini detto Bulow, uccisero senza processo e dopo crudeli torture uomini e donne dell’esercito della RSI e civili rastrellati e sospettati di simpatie fasciste. Le esecuzioni – 365 gli scomparsi ma poco più di cento i corpi ritrovati – avvennero di notte, spesso sulle sponde del fiume che scorre nei pressi di Codevigo e i cadaveri gettati nelle acque o in fosse comuni. Un odioso crimine di cui si leggeva un tempo solo nei libri del senatore missino Giorgio Pisanò e successivamente ne I giorni di Caino di Antonio Serena (ex senatore leghista).
La maestra Corinna Doardo
Poi un libro di successo come Il sangue dei vinti di Giampaolo Pansa ha rievocato i massacri compiti dai partigiani dopo il 25 aprile 1945 e anche la sorte dei fascisti uccisi a Codevigo tra cui la maestra Corinna Doardo, che fu rapata a zero e portata in giro per le vie del paese prima di essere uccisa. La sottoposero a sevizie tali che il medico accertò che solo un orecchio era rimasto intatto, la fucilarono e abbandonarono il cadavere nudo nel cimitero. Gli avvenimenti di Codevigo sono ricordati ora nel film di Belluco che già denuncia boicottaggi contro di lui.
Le sale rifiutano la proiezione
“Qualcuno – ha detto al Giornale – ha detto che il film è bello aggiungendo però che non lo poteva proiettare perché sono i partigiani a decidere”. Eppure Belluco, che ha ricevuto un contributo dalla Regione Veneto, non vuole essere etichettato come “revisionista”: “Racconto stati d’animo individuali e i sentimenti di una comunità all’interno di fatti terribili realmente accaduti”. Infine, gli è arrivata anche la raccomandata dell’avvocato del figlio di Arrigo Boldrini con la richiesta di visionare il film a tutela, si immagina, della reputazione del comandante Bulow. “Un’assurda limitazione della mia libertà di espressione”, lamenta Belluco.
Renato Berio per il secolo
Credo che la strage non sia caduta neanche in prescrizione….gli Ebrei inseguono “nazisti” di cento anni ancora oggi in giro per il mondo, abbiamo ogni anno la commemorazione di via Rasella.. e non c’è un giudice che possa indagare su queste nefandezze antiumane e antidivine?
Il film deve essere proiettato la VERITA’ deve fare il suo corso a fianco della GIUSTIZIA. Troppo comodo per quelli che hanno perpetrato la strage, si devono assumere la loro responsabilità davanti alla storia. Anche a Schio furono trucidate delle persone e nessuno ne parla mai. Non credo che si abbia l’impunità per crimini contro l’umanità, neanche se in guerra. Uccidere persone inermi solo perché si sospetta che siano persone simpatizzanti della fazione opposta la dice lunga sui partigiani.
Ci sono stati più porci, infami, nefandi e delinquenti e scellerati fra i partigiani italiani e d’altri paesi che in qualsiasi altro gruppo umano della storia, tranne forse i ribelli dell’Angola ed altre zone africane.
Rimane il fatto che la barbarie in guerra non è rara e nelle guerre civili ancora più diffusa
pazzesco, quello ha ammazzato 360 persone e chiede di non inzivare il suo nome???