Gli USA hanno utilizzato l’Africa occidentale per aggirare la Convenzione sulle armi biologiche e condurre ricerche sulla guerra biologica. Dott. Francis Boyle
23 ottobre – Una nota del ClinicalTrials.gov, un servizio degli Istituti Nazionali di Sanità (National Institutes of Health), scrive Paul Craig Roberts sul suo sito, conferma che il governo degli Stati Uniti e le aziende farmaceutiche hanno condotto degli esperimenti con l’Ebola sull’uomo.
Questa, prosegue Craig Roberts, è la conferma ufficiale della veridicità delle tesi del dottor Boyle e del dottor Broderick, ossia che il governo degli Stati Uniti ha condotto esperimenti sull’ebola. Forse il vaccino non è stato efficace, e quelli su cui è stato condotto l’esperimento si sono ammalati di ebola così come forse i dipendenti dei laboratori statunitensi per la ricerca sulla guerra biologica che si trovano in Africa, dove è stato condotto l’esperimento.
Sembra che l’esperimento consista nel somministrare un vaccino per l’ebola e poi esporre la persona inconsapevole al virus, apparentemente ad una versione ingegnerizzata per la guerra biologica. Quali che siano gli esperimenti è chiaro che Boyle e Broderick hanno ragione: la sperimentazione con l’ebola da parte del governo degli Stati Uniti è in corso.
Gli esperti hanno portato all’attenzione del pubblico che l’ebola è un organismo geneticamente modificato sviluppato nei laboratori americani adibiti alla ricerca per la guerra biologica in Africa.
Il dottor Francis Boyle dell’Università dell’Illinois e il dott. Broderick dell’Università della Liberia e dell’Università di Delaware forniscono le loro valutazioni basate sui fatti, precisa Craig Roberts.
Il dottor Boyle ha redatto il Biological Weapons Anti-Terrorism Act del 1989, le disposizioni di attuazione per la Convenzione del 1972 sulle armi biologiche.
Sia Boyle che Broderick saranno ferocemente attaccati dalla stampa statunitense, avverte Craig Roberts che richiama il caso di Gary Webb che ha portato alla luce la storia del coinvolgimento della CIA con i Contras in Nicaragua.
Il professor Francis A. Boyle, intervistato da Aggeliki Dimopoulou, rivela che gli USA hanno utilizzato l’Africa occidentale per aggirare la Convenzione sulle armi biologiche e condurre ricerche per la guerra biologica
Boyle rifiuta la tesi secondo la quale l’epidemia di Ebola sia una conseguenza della crisi sanitaria che affligge l’Africa – grandi lacune di personale, attrezzature e medicine – come alcuni esperti suggeriscono, definendola pura propaganda. E ribadisce che siamo in presenza di “una guerra biologica condotto presso i laboratori istituiti dagli Stati Uniti sulla costa occidentale dell’Africa, rintracciabili su una mappa prodotta dal Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC) e situati proprio in aree considerate essere “l’epicentro del focolaio di Ebola in Africa occidentale”. Qui le agenzie governative degli Stati Uniti dichiarano di lavorare per lo sviluppo di un vaccino, sostiene Boyle, mentre in realtà sviluppano l’agente patogeno pe la guerra biologica e solo dopo lavorano sul vaccino.
Un documento del Pentagono, prosegue Boyle, conferma che il CDC stava conducendo ricerche per il Pentagono in Sierra Leone, il cuore del focolaio, già nel 1988. Il governo USA ha fatto poi in modo che la Liberia, una ex colonia degli Stati Uniti, non ratificasse la Convenzione sulle armi biologiche, così da condurre le sue ricerche nel paese ed eludere la Convenzione sulle armi biologiche. Allo stesso modo, la Guinea, il terzo stato colpito, non ha nemmeno firmato la Convenzione sulle armi biologiche. Le diverse agenzie del governo degli Stati Uniti hanno sempre cercato di aggirare la Convenzione sulle armi biologiche e lavorato sulla guerra biologica.
Boyle prosegue interrogandosi su come l’Ebola sia arrivata in Africa occidentale da un’area a circa 3.500 km di distanza dove è stata identificata nel 1976 e la sua spiegazione si ricollega alla presenza dei laboratori statunitensi in Africa Occidentale
Commentando poi l’invio di 4mila soldati statunitensi in Liberia per combattere l’ebola, Boyle sostiene che “l’esercito americano ha appena invaso la Liberia mandando in Liberia la 101esima Divisione Airborne. Questo è una divisione d’elite e non hanno alcuna formazione per fornire cure mediche a chiunque. Sono lì per stabilire una base militare in Liberia. E gli inglesi stanno facendo lo stesso in Sierra Leone. I francesi sono già in Mali e Senegal. Quindi, non sono lì per il trattamento dei malati”.
Boyle definisce poi “propaganda totale” la tesi di alcuni esperti che sulla rivista Forbes sostengono che anche l’ISIS potrebbe usare Ebola come arma biologica. Secondo il prof dell’Università dell’Illinois “queste persone stanno cercando di distrarre l’opinione pubblica dal problema principale ossia che le origini della pandemia attuale sono da ricollegare ai laboratori statunitensi in Africa occidentale. L’ISIS ha nulla a che fare con questo”.
“Quello che bisogna fare è capire se il virus proviene dai laboratori statunitensi e se può essere più pericoloso di quanto non appaia”. Boyle non giunge alla conclusione che l’Ebola sia stata rilasciata deliberatamente da questi laboratori, dice di non avere prove a riguardo e ammette che il virus potrebbe essere sfuggito. Tuttavia, aggiunge, è su questo che abbiamo bisogno di concentrarci, non sull’Isis.
Il dottor
Cyril Broderick, uno scienziato liberiano e un ex professore di Patologia Vegetale presso l’Università della Liberia sostiene che
l’Occidente, in particolare gli Stati Uniti, è responsabile per l’epidemia di Ebola che sta martoriando l’Africa occidentale. Il dottor Broderick afferma quanto segue in un articolo esclusivo pubblicato sul Daily Observer con sede a Monrovia, Liberia:
“Il Dipartimento della Difesa statunitense (DoD) sta finanziando studi sugli effetti dell’ebola sull’uomo, studi iniziati poche settimane prima dello scoppio dell’epidemia di Ebola in Guinea e Sierra Leone. Il DoD ha concluso un contratto del valore di 140 milioni dollari di dollari con la Tekmira, una società farmaceutica canadese, per condurre ricerche sull’Ebola. Questo lavoro di ricerca comprendeva l’iniezione del virus Ebola inesseri umani sani. Quindi, il DoD è elencato come collaboratore in uno studio clinico sull’ebola dal nome “First in Human” (NCT02041715, iniziato nel gennaio 2014 poco prima che l’epidemia di Ebola venisse dichiarata in Africa occidentale a marzo.