1 ottobre – – L’Unione europea ha messo in cantiere di investire 11 miliardi di euro per sostenere il processo di integrazione dei Paesi candidati all’adesione. Nella ‘lista della spesa’ dei cosiddetti ‘fondi di assistenza di pre-adesione’ (Ipa2) pubblicata oggi ad aggiudicarsi quasi la metà della torta è la Turchia, con uno stanziamento di 620,4 milioni di euro per il 2014 e un totale di circa 4 miliardi e mezzo di euro complessivi fino al 2020.
Alla Turchia abbiamo già regalato 5 miliardi di euro
La seconda beneficiaria è la Serbia, che incassa aiuti per 195,1 milioni di euro quest’anno e oltre un miliardo e mezzo in sette anni. Seguono l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia con un pacchetto complessivo 2014-2020 di 664,2 milioni, poi l’Albania (649,5 milioni), il Kosovo (645,5 milioni) e il Montenegro (270,5 milioni). Nuovo ritardo invece per Sarajevo: il 2014 sembra destinato al blocco dei fondi, come già successo per il 2013
. Il problema è sempre quello della “mancanza di un meccanismo di coordinamento a livello statale” ha detto Peter Stano, portavoce del commissario Ue all’allargamento, precisando che gli aiuti per Sarajevo saranno definiti “più tardi quest’anno” e fanno parte del pacchetto di quasi tre miliardi destinato ai programmi di assistenza che coprono più Paesi insieme della regione. Lo scopo di questi fondi Ipa, ha aggiunto Stano, è quello di puntare “sulle priorità strategiche per ciascun Paese e sulla cooperazione regionale e territoriale, in particolare su riforme di settore”. Il sistema di aiuti Ue promette poi di operare con regole più semplici e più “mirato sui risultati”. (ANSA)