“Salga a bordo cazzo”. La telefonata di De Falco costruita in accordo con la procura

“De falco non è un eroe e la telefonata del salga a bordo era costruita”

concordia

27 settembre   ROMA – Sull’opportunità o meno del trasferimento in ufficio, preso dal diretto interessato come una sorta di “punizione”, non si sbilancia. Ma è certo che Gregorio De Falco, l’ormai ex capo della sezione operativa della direzione marittima di Livorno, non sia un eroe. E ne è convinto perché è stato lui stesso, dice, a dimostrare che quella telefonata del “salga a bordo cazzo” era tutta preparata, studiata a tavolino.

A parlare così è, in esclusiva per Qui Grosseto, Patrizio Lepiane, noto penalista di Monza, che nell’ambito del processo Concordia ha svolto, per la difesa di Francesco Schettino, il controesame del capitano quando sedette sul banco dei testimoni. In quel caso il legale aveva messo sotto torchio De Falco per oltre tre ore, al fine – racconta “di riabilitare la figura di Schettino agli occhi dell’opinione pubblica da diversi punti di vista, tra cui quello marittimo”.

“Dopo la famosa udienza uscirono sui giornali diversi articoli dai quali emerse che, per quanto incalzato dalla difesa, il comandante De Falco ha sempre sostenuto di aver agito nell’interesse delle persone a bordo. La stampa però ha sviato da quello che era l’intento del controesame”.

Quindi, il vero e proprio attacco al comandante diventato eroe:

La telefonata che ha fatto il giro del mondo non nasce direttamente tra De Falco e il comandante Schettino. All’inizio della registrazione, infatti, si sente che il comandante della Capitaneria di Livorno dice: “Dovevo chiamare il procuratore, cazzo!” Tutto è stato costruito in modo tale da poter dare in pasto all’opinione pubblica il capro espiatorio migliore del mondo.

Insomma tutto ribaltato: De Falco non è un eroe. E Schettino non è l’unico colpevole

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