Libia, la Mogherini pensa a un governo inclusivo con i jihadisti di Ansar al Sharia

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4 sett – ”Come comunità internazionale, il messaggio che possiamo dare alla Libia è il seguente: trovate il coraggio e il modo di sedere a un tavolo e di governare insieme il Paese nel rispetto delle istituzioni e del diritto internazionale. In questo vi sosterremo, è nel nostro interesse farlo”. Lo ha detto il ministero degli Esteri Federica Mogherini in una conferenza stampa congiunta con l’omologo egiziano Sameh Shoukry con il quale ha avuto un colloquio alla Farnesina.

Un messaggio condiviso dal ministro egiziano, il quale ha espresso l’auspicio che in Libia si crei presto ”un governo di unità nazionale per garantire l’integrità del Paese e dare sollievo alla popolazione”.

[box] Libia, Tripoli in mano alle milizie islamiche “issare le bandiere della Sharia”
Il  PRIMO SETTEMBRE i jihasti di Ansar al Sharia hanno dichiarato che il nuovo Consiglio dei rivoluzionari di Tripoli, che aveva annunciato la volontà di creare uno stato democratico, “viola i principi dell’Islam”. “Ci siamo rivoltati contro Gheddafi e ora Haftar per issare le bandiere della Sharia – hanno affermato.

Il governo libico dimissionario, rifugiato nell’est del paese, ha riconosciuto  che le milizie ribelli controllano le sedi dei principali ministeri e dei servizi pubblici della capitale Tripoli. In concreto, in un paese ormai piombato nell’anarchia, il potere di fatto è nelle mani delle milizie che  se ne infischiano del governo inclusivo.

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Parlando della Libia, il ministro Mogherini, che evidentemente non ha compreaso o non conosce la situazione, ha sottolineato la ”necessità di mettere in capo sforzi diplomatici perché ci sia un cessate il fuoco e perché tutte le parti spostino il confronto su un piano politico in modo che si possa aprire una stagione di inclusività e di governo’‘. E’ stata chiarissima, la sua affermazione non lascia spazio a equivoci: un governo con con i jihadisti che impongono la sharia.

Il ministro ha elogiato il ruolo dell’Egitto nel cercare una soluzione alla crisi libica. Si tratta, ha detto, di un ”lavoro difficile che speriamo possa condurre a una Libia stabile e governata”.

Sul ruolo dell’Italia, il ministro ha ricordato che si trata dell’unico Paese europeo ad aver mantenuta aperta la sua ambasciata a Tripoli, la quale svolge ”un ruolo importante per i cittadini italiani, degli altri Paesi europei, ma anche libici”. ”Il rischio principale – ha continuato il ministro – e’ la dissoluzione del Paese, il moltiplicarsi delle istituzioni nessuna delle quali è in grado di governare”. Ribadendo che la soluzione non è militare, Mogherini ha sottolineato come ”ci sono state elezioni e c’è un Parlamento legittimo”, ma è anche chiaro ”che da quel Parlamento devono venire segnali di inclusione”.

Una lettura condivisa dal ministro egiziano, secondo il quale la Libia ”è in grado di trovare il proprio equilibrio, spetta al popolo libico trovare una soluzione”.