30 agosto – Davanti alla “crudele persecuzione che uccide cristiani e altre minoranze religiose in Iraq e in altre parti della terra la nostra coscienza deve ribellarsi. Dobbiamo gridare che se dalla comunità internazionale non si levano forte e insistente condanna e presa di distanza dalla inaccettabile vergogna è una viltà imperdonabile“. Lo dice il presidente della Cei Angelo Bagnasco.
“Non possiamo tacere davanti al progetto in atto di cancellare i cristiani dalla Terra Santa come da altri luoghi. Sarebbe abbandonare tanti fratelli che soffrono per la fede e l’umanità alla barbarie”. “Se la voce degli uomini e’ tremante e interessata, tutti ricordino che il tribunale della storia, ma soprattutto quello di Dio, comunque chiederà conto non ad una comunità anonima dietro cui trincerarsi, ma agli individui concreti, colpevoli del silenzio“, ha detto Bagnasco.
“La nostra parola di condanna e l’appello al rispetto dei diritti umani – ha poi affermato il presidente della Cei – diventa preghiera accorata e testimonianza convinta. Per non abbandonarli, infatti, dobbiamo uscire dall’indifferenza, da una fede stanca e sofisticata; uscire allo scoperto con la gioia del Vangelo, anche se questo ci procurasse derisione e fastidi”. “Spesso le cronache fanno pensare ad una società al tramonto. In questi giorni siamo alluvionati da notizie che spaventano per violenza e barbarie: l’orrore circola nel mondo, dietro la porta accanto o lontano. Colpisce non solo l’orrore, ma anche l’esibizione infamante dell’orrore. E sconcerta la pretesa di giustificarlo”.