Ucraina, esercitazioni di guerra NATO dietro la tragedia

23 luglio – Un caccia ucraino che volava accanto al Boeing 777 della Malaysia Airlines abbattuto. Un esercitazione navale segreta nel Mar Nero. Interferenze alle comunicazioni radar nel Donetsk, la regione contesa dai filorussi all’Ucraina.

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La tragedia del volo MH 17, precipitato con 298 persone a bordo, è ormai un intrigo internazionale. Soltanto ieri, dopo cinque giorni dall’abbattimento del jet ad opera di un missile, il team di investigatori malese composto dal direttore dell’ente dell’aviazione civile di Kuala Lumpur Naemy Fahimy Mustapa Mohd, dal capitano Philip Joseph Selvaraju e dall’ingegnere Azahari Dahlan è riuscito a raggiungere Hrabove e a effettuare i primi rilievi nell’area del disastro aereo inevitabilmente contaminata. Con molte prove probabilmente distrutte dalle incursioni degli sciacalli che hanno rubato carte di credito, portafogli, effetti personali delle vittime. Le scatole nere sono risultate intatte e, dopo l’accordo di lunedi tra il premier malese Mohammad Najib Razak e il capo dei ribelli Alexander Borodai, sono state consegnate al team di investigatori sbarcato da Kuala Lumpur mentre i corpi di 252 passeggeri e 87 resti umani sono stati trasportati in treno da Torez a Kharkiv e oggi voleranno ad Amsterdam con un Hercules C 130 scortati da investigatori malesi e olandesi.

Mentre in Ucraina si completava la pietosa raccolta delle vittime, all’Onu l’ambasciatore russo Vitaly Churkin ha accusato l’Ucraina di aver falsificato le prove relative allo schianto del volo MH 17. «Il Ministero della Difesa della Russia ha formulato tutta una serie di questioni, e ci auguriamo altre questioni saranno poste dagli investigatori internazionali», ha sottolineato il diplomatico, sostenendo che il video presentato con il viaggio dei sistemi missilistici Buk dalla Russia verso le aree del Donetsk in mano ai separatisti era in realtà registrato sul territorio controllato da Kiev e se «da lì si e sparato non sono state le milizie».

nato2L’Ucraina ha accusato dell’abbattimento i ribelli addetti al checkpoint di Chernukhinsk. Il presidente Usa ha insistito che il colpo è partito dalla zona controllata dai separatisti.

«Kiev deve spiegare perche i suoi controllori del traffico aereo hanno mandato fuori rotta di 350 miglia e facendolo finire nell’area dove erano i battaglionBuk17», ha aggiunto l’ambasciatore russo. «Kiev dovrebbe spiegare perché un caccia Su-25 volava nel corridoio aereo riservato ai voli civili poco prima dell’incidente del Boeing 777 delle Malaysia Airlines, a soli 5 chilometri di distanza», ha rincarato la dose il Tenente-Generale dello Stato Maggiore russo Andrej Kartapolov. «A che scopo questo aereo da combattimento volava nel corridoio dell’aviazione civile, quasi contemporaneamente e alla stessa quota di un aereo civile?». Il jet da combattimento Su-25 può arrivare alla quota di 10mila metri e può essere armato di missili aria-aria R-60 in grado di colpire un bersaglio a 12 chilometri. Nessuna prova concreta, però.

Ad infittire il mistero c’e la guerra elettronica simulata. Dal 4 luglio era in corso nel Mar Nero l’esercitazione militare Sea Breeze con l’intervento di Usa e altri sei Paesi Nato. Anche in questo, come nelle esercitazioni aeree sul Baltico, pare siano state effettuate interferenze alle comunicazioni e ai segnali radar per testare nuove armi ad alta tecnologia.

Lo scorso aprile il parlamento ucraino aveva sconsigliato il training. L’esercitazione si è invece svolta e ha verificato la piena collaborazione sul campo delle forze alleate. I russi in quei giorni non sono stati certo a guardare e ora sostengono di aver raccolto «immagini satellitari dei luoghi in cui la difesa aerea ucraina era situata, nel sud-est del Paese» il 17 luglio quando il Boeing malese è stato abbattuto. La prima immagine mostra un veicolo semovente e due lanciatori dei sistemi missilistici Buk, a 8 chilometri a nord-ovest di Lugansk. Un’altra rivela una stazione radar e un sistema di presso Donetsk. Il presidente ucraino Petro Poroshenko ha mobilitato i riservisti e l’Iran è pronto ad aprire il proprio spazio aereo ai voli diretti dall’Europa in Estremo Oriente per permettere di aggirare l’Ucraina.

Alessandra Zavatta – il tempo