14 giugno – Il commissario Ue al lavoro e agli affari sociali, in scadenza, Laszlo Andor, ammette indirettamente il golpe dei tecnocrati e sostiene che «I governi di Grecia e Italia sono stati sostituiti con amministrazioni di tecnocrati, dato che quelli eletti erano incapaci o non volevano mettere in atto l’anticipazione del consolidamento del bilancio».
Ormai le trame vengono dichiarate pubblicamente senza ritegno come se fosse normale «sostituire» due governi poco allineati con le politiche del “direttorio” Ue. Ovviamente questo non sarebbe stato possibile senza la complicità di Napolitano, che ha gettato alle ortiche in un sol colpo sia il volere del popolo italiano (Berlusconi era un presidente eletto) sia la nostra sovranità nazionale.
Al Commissario Andor, risponde puntualemente e dettagliatamente Brunetta dal suo sito:
pertanto, rinfreschiamo la memoria, citando non voci o generici gossip, ma fatti. E i fatti dicono che:
1. Nell’ambito del semestre europeo, il 13 aprile 2011 il governo Berlusconi ha approvato il Documento di Economia e Finanza (DEF), con al suo interno il Programma Nazionale di Riforma (PNR) e il Programma di Stabilità. Nel DEF era previsto, d’accordo con l’Unione Europea, il pareggio di bilancio nel 2014.
2. Il 7 Giugno 2011 e il 23-24 giugno 2011 rispettivamente Commissione Europea e Consiglio Europeo hanno approvato PNR e Programma di Stabilità italiani, con relativa adozione di raccomandazioni puntualmente recepite dal governo Berlusconi nella Nota di aggiornamento al DEF approvata il 22 settembre 2011.
3. A causa dell’aggravarsi della crisi finanziaria e dell’esplosione degli spread, dovuta a un attacco speculativo, ormai acclarato, nei confronti del debito sovrano del nostro paese alla fine del mese di luglio, il 5 agosto 2011 la Banca Centrale Europea ha inviato al governo italiano una lettera in cui chiedeva diversi interventi di riforma e, in particolare, l’anticipo del pareggio di bilancio di un anno rispetto alla scadenza del 2014 inizialmente prevista nel DEF e validata, solo un mese prima, da Commissione e Consiglio europeo.
4. Il governo Berlusconi ha risposto positivamente alle sollecitazioni della Banca Centrale Europea, con la manovra cd. di agosto (D.L. 138/2011) per 65 miliardi di euro, che introduceva, tra l’altro, l’anticipo del pareggio di bilancio al 2013, come richiesto dalla BCE.
5. Successivamente, con lettera inviata ai presidenti della Commissione e del Consiglio europeo il 26 ottobre 2011, il governo Berlusconi si è impegnato a una serie di ulteriori riforme, opportunamente calendarizzate, approvate con tempestività, lo stesso giorno, dal Consiglio europeo; validate dalle ispezioni in Italia dei funzionari dell’UE e della BCE del 9-10 novembre 2011; realizzate per l’80% attraverso il maxi-emendamento alla Legge di Stabilità 2012 approvato l’11 novembre 2011; e valutate positivamente nel rapporto Rehn sull’Italia del 29 novembre 2011.
All’appello mancava solo l’adempimento alla richiesta, da parte europea, di un generico completamento della riforma delle pensioni di anzianità e di revisione delle norme che regolano il licenziamento dei dipendenti. Quanto all’ultimo miglio della riforma delle pensioni di anzianità, il governo Berlusconi sostenne, a ragione, di averla già realizzata attraverso il provvedimento relativo all’adeguamento dei requisiti di accesso al sistema pensionistico agli incrementi della speranza di vita (D.L. 78/2010) e attraverso l’effettività, anch’essa a partire dal 2010, dei coefficienti di trasformazione delle pensioni nel sistema contributivo; l’introduzione di una generalizzata “finestra” che ritardava, di fatto, di un anno il pensionamento; e la perequazione dell’età di ritiro delle donne del settore pubblico con quella stabilita per gli uomini (D.L. 78/2009). Riforme che rendevano il sistema italiano tra i più virtuosi, quanto a età di pensionamento, e sostenibili, a livello finanziario, in Europa. Questi due punti, pensioni di anzianità e norme sul licenziamento dei dipendenti, sono stati poi oggetto (assai controverso) dell’azione del governo Monti, i cui provvedimenti hanno prodotto più costi che benefici (si pensi al problema degli esodati e all’aumento della disoccupazione, soprattutto giovanile).
Ricordiamo, infine, che, tra il 2008 e il 2011, il governo Berlusconi ha varato manovre per un effetto cumulato, fino al 2014, di 265 miliardi di euro, mentre il valore cumulato delle manovre varate dal successivo governo Monti ammonta a 65 miliardi di euro (dati Banca d’Italia).
Questi i fatti, altro che incapacità o mancata volontà di mettere in atto le riforme. Su tutto questo farà chiarezza quella commissione d’inchiesta che abbiamo chiesto di istituire alla Camera dei deputati e che ancora una volta oggi si rivela urgente e necessaria per ricostruire la verità dell’estate-autunno del 2011. E non solo per l’Italia”.
E’ da un pezzo che sappiamo di avere un governo golpista !
Se vivessimo in un Paese normale certe cose non accadrebbero perché avremmo avuto un Presidente della Repubblica democratico, rispettoso della Costituzione, della repubblica parlamentare e dei cittadini. Il nostro è invece un vetero comunista, nato e cresciuto nel PCI, che è stato fondamentalmente antitetico alla democrazia, e quindi non è possibile cambiare pelle a coloro che hanno abbracciato e professato quella filosofia fin dalla giovinezza.
Gianni