Fino a questo momento, Papa Francesco e il cinema si erano solamente sfiorati.
Ad ottobre dello scorso anno Claudia Mori ha annunciato di avere acquistato i diritti del libro La lista di Bergoglio, pubblicato dal giornalista di Avvenire Nello Scavo, per trasporlo sul grande schermo con la regia di Liliana Cavani, e con Scavo stesso come sceneggiatore. Si parla, però, di un film le cui riprese dovrebbero cominciare non prima del 2015.
E all’inizio di marzo Russel Crowe ha cercato in tutti i modi di incontrare il Papa, per invitarlo a vedere il film Noah di Darren Aronofsky. Al punto che una delegazione del film, con Crowe e Aronofsky in testa, e composta anche dal vice-presidente della Paramount Rob Moore, ha partecipato all’udienza generale in Piazza San Pietro di mercoledì 18.
I primi a fare incontrare Papa Francesco con la settima arte sono stati Miguel Rodrìguez Arias e Fulvio Iannucci, registi del documentario Francesco da Buenos Aires-La rivoluzione dell’uguaglianza, distribuito in più di trecento cinema italiani fra il 28 e il 30 aprile, grazie a Microcinema.
Un racconto dell’infanzia e dell’episcopato di Jorge Mario Bergoglio in Argentina, passando attraverso gli anni della dittatura militare di Jorge Rafael Videla. Ma anche un resoconto del primo anno del pontificato di Papa Francesco, celebrato il 13 marzo scorso, e delle “riforme” che hanno già lasciato un segno nella Chiesa.
Come sottolinea il titolo del documentario, però, l’aspetto della “rivoluzione” che interessa maggiormente i due registi è quello della lotta contro le disuguaglianze. Per una Chiesa «non Ong», con «pastori con l’odore delle pecore», al servizio dei più piccoli e dei più deboli.
Che non sono solamente gli abitanti delle favelas e i lavoratori clandestini di Buenos Aires, o gli immigrati di Lampedusa. Ma anche i divorziati, i separati, i conviventi, gli omosessuali, le ragazze madri, nei cui confronti Papa Francesco sta dimostrando una attenzione particolare.
Al punto da volere interpellare direttamente i fedeli, con un questionario inviato a tutte le parrocchie. E da farne l’argomento di discussione principale non soltanto per il Sinodo dei Vescovi straordinario dedicato alla famiglia già in programma ad Assisi dal 5 al 19 ottobre, ma anche per quello del prossimo anno.
A raccontare questa “rivoluzione” sono prima di tutto le omelie e i discorsi di Bergoglio/Francesco, selezionati fra una quantità impressionante di materiale, anche inedito, girato soprattutto a Buenos Aires.
Ma anche le testimonianze di coloro che lo conoscono più da vicino: sua sorella Maria Elena Bergoglio, il parroco delle villas Guillermo Torre, l’amico Cardinale Jorge Mejia, Monsignor Dario Viganò (Direttore del Centro televisivo Vaticano) e l’ambasciatore argentino presso la Santa Sede Juan Pablo Cafiero.
O dei giornalisti che lo hanno seguito da più tempo: Francesca Ambrosetti e Sergio Rubin, autori del libro-intervista Il gesuita, Elisabetta Piqué, autrice del libro Francesco-Vita e rivoluzione e corresponsabile del quotidiano La Nación, e Nello Scavo.
E il rabbino Abraham Skorka ricorda quel positivo clima di dialogo che Papa Francesco ha già instaurato con l’ebraismo e con le altre religioni, e che verrà sicuramente rafforzato dal pellegrinaggio in Terra Santa in calendario dal 24 al 26 maggio.
Senza dimenticare che un gesto forte come quello del digiuno e della preghiera è già stato capace di fermare una fra le guerre più sanguinose del Medio Oriente, quella in Siria.
Luca Balduzzi