Roma: per i nomadi spesi 130 milioni di euro in 9 anni

nomadi15 apr – Ben 86,2 milioni di euro in 7 anni a partire dal 2005, di cui 23,5 milioni nel solo 2011. «Ma almeno altri 40 milioni sono stati spesi nei due anni successivi». Per un totale di quasi 130 milioni di euro in 9 anni. Eppure, il risultato è disastroso per tutti: emergenza umanitaria e ghettizzazione da un lato, sicurezza a rischio ed esasperazione sociale dall’altro. E un fiume di denaro pubblico sperperato, compresi i 32,5 milioni trasferiti dal Ministero dell’Interno alla Prefettura di Roma fra il 2010 e il 2012. Tutto questo per gestire appena 7.877 persone.

Chiamateli nomadi, sinti, caminanti o zingari, quello dei campi rom a Roma è un business pari al fatturato di una media impresa. È quanto si evince incrociando i dati forniti dagli ultimi dossier redatti dalle associazioni Lunaria e 21 Luglio, con quelli contenuti nel Piano regolatore sociale 2011-2015 di Roma Capitale.

Una delle voci più dispendiose, secondo Lunaria, riguarda la gestione stessa dei campi: 19,9 milioni in 6 anni per 8 campi autorizzati (Salone, Candoni, River, Gordiani, Castel Romano, Lombroso, Cesarina e La Barbuta) e 10 tollerati (oltre 400 persone a via Salviati), senza contare gli investimenti, che sempre dal 2005 al 2011 sono stati ben 12,6 milioni di euro. Fuori da questi conti vanno tenuti gli interventi curati dall’Ama (9,4 milioni) e i soldi spesi per la bonifica delle aree (8,1 milioni). Infine, 6,5 milioni di euro sono stati allocati sulla voce «Lavori campi» per gli interventi di manutenzione e 2,4 milioni per servizi vari a sostegno delle famiglie.

Nella gestione degli insediamenti sono coinvolti anche ditte private e organizzazioni varie con cui il Comune stipula convenzioni, appaltando così servizi riguardanti lavoro, scuola, salute, territorio e regolarizzazione documenti (per il 2009 i costi mensili per ciascuna delle 9 convenzioni attivate sono stati minimo 12.000, massimo 74.800 euro). Ma la dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Governo, ad inizio 2008, ha permesso al Comune di procedere quasi sempre in affidamento diretto. «Circa l’80% degli appalti – spiega Carlo Stasolla, presidente di ’21 Luglio’ – sono arrivati senza bando e proseguono illimitatamente grazie alle proroghe». Per Castel Romano, ad esempio, si spesero 1,8 milioni di euro per i container e altrettanti 1,8 per i pozzi e il sistema fognario. Sempre sulla Pontina, la creazione del campo, a fine 2007, costò la bellezza di 5 milioni di euro (1,5 milioni di euro solo per l’acquisto del terreno) e le ultime stime indicano una spesa di gestione di 320 euro al mese a persona: considerando che parliamo quasi sempre di famiglie numerose, almeno 1500 euro a nucleo. Addirittura, l’associazione 21 Luglio svela che nell’ultimo anno (quindi in piena gestione Marino) sono stati investiti 15.665 euro per i microchip sottocutanei dei cani.

Il business nel business riguarda poi i programmi di scolarizzazione e integrazione sociale, gestiti da 4 consorzi di cooperative: Arci Solidarietà, Eureka I, Ermes e Casa dei diritti sociali. In particolare, per i minori, tra il 2005 e il 2011 sono stati messi a gara per l’affidamento del servizio (accompagnamento all’iscrizione, sostegno alla frequenza, tutoraggio, sensibilizzazione delle famiglie) 9.380.994 euro. Solo per gli anni 2010 e 2011 si parla di 1.815.705 euro nel 2010 e 1.983.277 euro nel 2011. Senza contare le spese di trasporto scolastico. Ma i risultati? Sono sotto gli occhi di tutti. Ad oggi sono iscritti alla scuola dell’obbligo quasi 2000 minori, ma solo il 5% va alle superiori. Non solo. Fino al 2011 la frequenza era pari al 60%: ciò significa che 1200 bimbi rispondono all’appello delle insegnanti appena 3-4 mesi l’anno e altri 600 non vanno proprio a scuola. E tutto questo nonostante il Campidoglio spenda dal 2010 ben 50mila euro l’anno per monitorare le presenze in classe.

Vincenzo Bisbiglia il tempo

2 thoughts on “Roma: per i nomadi spesi 130 milioni di euro in 9 anni

  1. buongiorno! non siamo noi che non vogliamo integrare i rom… sono loro che non si vogliono integrare… ed il motivo e’ cosi’ chiaro e semplice che lo sanno anche i neonati!!!!

  2. Alzassero il culo!!! Vogliono lavorare? I soldi li hanno, si aprissero qualche attività, vogliono una casa? Andassero a lavorare e andassero o in affitto o se la comprano direttamente (tanto a loro i soldi non mancano, il mio invece è come la bandiera italiana….verde quando arriva lo stipendio, bianco quando è quasi terminato e rosso quando nun ce sta più nulla dentro).

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