8 apr – Partono nella tarda serata di oggi e saranno a Banguì domattina una cinquantina di pancali di aiuti umanitari italiani al Centrafrica, paese fra i più poveri al mono e ormai da un anno sull’orlo del genocidio. A bordo di un Antonov 12 messo a disposizione dalla Farnesina tramite l’Ufficio Aiuti Umanitari della Direzione Generale della Cooperazione allo Sviluppo con il supporto operativo della base di Brindisi dell’Unhrd (United Nations Humanitarian Response Depot), raggiungeranno la capitale centrafricana undici tonnellate di medicinali, materiali sanitario di primo soccorso e approvvigionamenti alimentari,.
Sono aiuti destinati a diverse strutture di assistenza e missioni italiane operative in Centrafrica e impegnate soprattutto nel funzionamento di ospedali e scuole, nella capitale Banguì e in villaggi più a ridosso della savana centrafricana, alcuni dei quali abitati da pigmei.
Un “made in Italy”, quello dei volontari italiani rimasti a lavorare in Centrafrica nonostante la pericolosità della situazione attuale, poco noto ma molto attivo e presente, sostenuto da altrettante associazioni no profit in Italia. Sono queste che hanno promosso e organizzato la raccolta e l’organizzazione degli aiuti, affidati poi al Governo che ne ha organizzato e finanziato il trasporto aereo.
“Quello della collaborazione fra volontariato ed Istituzioni nei teatri di crisi è un modello vincente – ha affermato il Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo della Farnesina, Giampaolo Cantini – che sta dando risultati molto positivi e che ci riempie di soddisfazione”.
Complessivamente per il 2014 la Cooperazione italiana ha destinato alla Repubblica centrafricana circa 2,7 milioni di Euro. Quello che arriva a Banguì, a pochi giorni dal vertice dei capi di Governo Ue sull’Africa di Bruxelles che ha visto l’ok alla missione Ue in Centrafrica accanto a quella africane e a quella Onu a cui l’Italia parteciperà con personale civile come annunciato dal premier Matteo Renzi , è il secondo stock di aiuti umanitari italiani inviati quest’anno. Il primo ci fu a Febbraio, a sostegno in prevalenza di aiuti di “Intersos”.
Questo secondo invio parla soprattutto veneto: veneti la maggior parte di operatori e missionari destinatari degli aiuti, venete la maggioranza della quarantina di associazioni (fra cui la “Caritas” diocesana di Treviso, “Maniverso”, “Amici per l’Africa”, “Amici per il Centrafrica”, “Nico i Frutti del Chicco Onlus”) hanno promosso, finanziato e organizzato la raccolta a cui sono arrivati contributi da tutta Italia.
“I nostri giornali sono attentissimi in questi giorni – ha sottolineato la senatrice veneta del Pd Laura Puppato, regista politica dell’operazione umanitaria insieme al Viceministro Lapo Pistelli- alle vicende dei ‘serenissimi’ e alle rivendicazioni di una nostra indipendenza che a me pare fuori dal mondo e fuori dal tempo. Il terzo settore del Veneto e il suo impegno nella cooperazione con il Centrafrica rappresentano invece una ricchezza importante, moderna sana e capace. Espressione di quelle punte di eccellenza che la nostra terra ha saputo raggiungere colmando e invertendo un gap culturale che vedeva il Veneto dopo Napoleone con la più alta percentuale di analfabeti al nord. Una capacità dinamica e un report storico di cui dobbiamo essere capaci di far tesoro piuttosto che portarci a sedere in cattedra”. tmnews