Mancano ancora più di tre settimane alla presentazione del cartellone della 67° edizione del Festival di Cannes, ma già circolano le prime indiscrezioni.
E le notizie non sono assolutamente piacevoli per il nostro paese. Anzi, lasciano decisamente l’amaro in bocca.
Dopo molte edizioni con presenze nazionali di alto livello (da ultimo, quella de La grande bellezza di Paolo Sorrentino), l’Italia, infatti, rischia concretamente di rimanere esclusa dal Concorso.
I nuovi lavori di registi cari al Festival, come Marco Bellocchio (La monaca), Matteo Garrone (The Tale of Tales) e Nanni Moretti (Mia madre), non sono ancora terminati.
Lo stesso discorso vale per altri nomi significativi: Francesca Archibugi (Il nome del figlio), Mario Martone (Il giovane favoloso, Ermanno Olmi (Torneranno i prati), i fratelli Paolo e Vittorio Taviani (Meraviglioso Boccaccio) e Giuseppe Tornatore (La correspondance).
E con la scelta di Paolo Virzì di prendere la strada verso Toronto, le nostre uniche speranze potrebbero essere riposte nel Pasolini di Abel Ferrara (una coproduzione fra l’Italia e la Francia), in Body Art di Luca Guadagnino (l’esordio statunitense dello sceneggiatore e regista palermitano, con David Cronenberg nell’insolita veste di attore), in Alba Rohrwacher con l’opera seconda Le meraviglie, e ne Il ragazzo irresistibile di Gabriele Salvatores (anche se l’intenzione della 01 Distribution sembra essere quella di distribuirlo per le festività natalizie).
In qualsiasi caso, però, il Concorso appare come una meta decisamente difficile da raggiungere.
Fra le congetture che riguardano i possibili ospiti del Festival, inoltre, qualcuno da abbastanza per sicuro un ritorno che sarebbe a dire poco clamoroso: quello di Lars Von Trier, «persona non gradita» sulla Croisette a seguito delle sue esternazioni su Adolf Hitler e il nazismo, per la presentazione della seconda parte del suo scandaloso Nymphomaniac (la prima era alla Berlinale).
Per suggellare la pace fra la Francia e il regista danese.
Luca Balduzzi