Un anno con Papa Francesco

Papa Francesco
Papa Francesco

Elisabetta Piquè
Francesco. Vita e rivoluzione
Casa editrice Lindau

Con l’arrivo del Papa che viene dalla fine del mondo, in Vaticano soffia un vento nuovo, che a molti appare rivoluzionario. L’idea di una «Chiesa povera per i poveri», ispirata alla figura di san Francesco d’Assisi, suscita speranze e timori. L’intenzione di papa Bergoglio di riformare la Curia e il modo d’agire della Chiesa, in un ritorno alle origini che prevede regole nuove e drastici tagli, ha impensierito parecchi esponenti di primo piano del mondo ecclesiastico e nello stesso tempo ha restituito alla gente la fiducia in una istituzione colpita da gravi scandali e pesanti accuse di corruzione.
Muovendosi su un terreno che conosce molto bene, Elisabetta Piqué -una giornalista argentina che conosce personalmente Bergoglio fin da quando era arcivescovo di Buenos Aires- ci presenta il ritratto di un uomo di grande umiltà, gentile ma deciso, che ha più volte messo in gioco la sua vita durante la dittatura militare in Argentina, che si muove con naturalezza ai vertici del potere, senza mai perdere il suo formidabile senso dell’umorismo. Raccogliendo centinaia di testimonianze, spesso inedite, di persone a lui vicine, l’autrice delinea un affresco completo che per la prima volta abbraccia il passato, il presente e il futuro del Papa. Un pastore che ha scelto un nome che vale un programma e che vuole recuperare i valori essenziali del Vangelo: stare accanto alla gente, aprire un dialogo con tutti, anche con le altre religioni e con i non credenti, promuovere la pace, riformare la Chiesa adattandola alle esigenze del presente.


INTERVISTA AD ELISABETTA PIQUE’, LUNEDI’ 10 MARZO 2014 (a cura di Luca Balduzzi)

Come sintetizzerebbe questo primo anno di pontificato di Papa Francesco?
Lo sintetizzerei cominciando con il titolo del mio libro. Fin dall’inizio, nonostante fossero in molti quelli che storcevano il naso, ho deciso di insistere sulla parola rivoluzione. E’ evidente che Papa Francesco ha cominciato a rivoluzione la Chiesa fin dal momento in cui è stato eletto, sia con la scelta di un nome che nessun altro avrebbe voluto portare, sia attraverso l’attegiamento e lo stile con cui si è presentato sulla loggia della Basilica di San Pietro per la benedizione Urbi et Orbi: e non solamente per il modo di vestire, senza la mozzetta, la croce dorata e le scarpe rosse, ma anche con quel «Buonasera!» e la richiesta di pregare per lui.

Come ha vissuto questo anno la sua Argentina?
Sicuramente con l’orgoglio di non avere esportato per l’ennesima volta un Maradona e un Messi o una Belen, ma un leader mondiale capare di mandare un messaggio universale, che supera i confini della Chiesa cattolica e arriva anche ai non cristiani e -ancora di più- ai non credenti. E un leader che non ha paura di denunciare con parole chiare certi problemi che altri preferiscono mantenere nascosti: la globalizzazione dell’indifferenza di fronte alle tragedie dei migranti come quella accaduta a Lampedusa, o il commercio delle armi che sta dietro al conflitto in Siria.

Come sta cambiando la Chiesa cattolica con Papa Francesco?
In un mondo in cui molte persone stanno male, e di fronte a tante questioni ogni giorno più attuali (la situazione dei divorziati, le unioni fra persone dello stesso sesso, ecc…), Papa Francesco ha invitato la Chiesa ad un cambio di atteggiamento: non essere più autoreferenziale e non ripetere in maniera ossessiva le regole della dottrina, ma trasformarsi in una chiesa «povera per i poveri», in un «ospedale da campo»… e i sacerdoti ad essere pastori che stanno accanto alle loro pecore, perché il potere sta nel servizio. Papa Francesco ha riproposto l’essenza del Vangelo in una Chiesa che era stata travolta dagli scandali, dal carrierismo e dal nepotismo, e le sue scelte radicali hanno contribuito a rivitalizzare la Chiesa. E’ trascorso solamente un anno, ma sembra che siano passati dei secoli!

Per Papa Francesco è arrivata anche la candidatura al Premio Nobel per la pace…
Dopo le copertine che gli hanno dedicato giornali come Time e addirittura Rolling Stone, la candidatura al Premio Nobel per la pace non mi ha stupito più di tanto. Il gesto del digiuno e della veglia di preghiera per scongiurare l’intervento armato in Siria è stato un gesto di portata mondiale. Papa Francesco è un leader spirituale che è riuscito a farsi ascoltare e rispettare anche al di fuori della Chiesa cattolica.

Come ha vissuto lei questo anno?
Anche per me è stata una rivoluzione totale! In primo luogo perché non avrei mai pensato di scrivere una biografia sul Papa. E poi perché, dopo avere viaggiato molto per lavoro e avere seguito -per esempio- le primavere arabe, mi sono dovuta fermare a Roma e sono dovuta diventare “per forza” una vaticanista. Mi sento “privilegiata” perché conoscevo Bergoglio, che ha anche battezzato i miei due figli, però è un privilegio che porta con sé la responsabilità di raccontare Papa Francesco e il suo magistero nella maniera più corretta possibile.