24 FEBBR – I gioielli del made in Italy cambiano di mano. Krizia venduta alla Shenzhen Marisfrolg Fashion Co., azienda leader nel mercato asiatico del pret-a-porter. Ma la vendita dei marchi storici della produzione italiana è un fenomeno sempre più diffuso: dall’agroalimentare fino ai trasporti, ma anche la moda.
La Francia fa spese oltralpe
Prima di Krizia era stata, infatti, la volta della Poltrona Frau, passata all’americana Haworth, e di Loro Piana al gruppo francese LVMH per 2 miliardi di euro. La Lvmh di Bernard Arnault aveva già in portafoglio Bulgari ed è proprietario di Fendi, Emilio Pucci e Acqua di Parma mentre la sua rivale francese Ppr di Francois-Henry Pinault controlla Gucci, Bottega Veneta e Sergio Rossi. Il colpo più grosso nell’alimentare i francesi lo hanno messo a segno nel 2011 con Lactalis che è stata, invece protagonista dell’operazione che ha portato Parmalat a finire sotto controllo transalpino, dopo aver già acquisito in passato Galbani, Locatelli e Invernizzi.
L’arabo Valentino
Se nella moda gli emiri del Qatar si sono assicurati lo scorso anno lo storico marchio Valentino, assieme alla licenza Missoni nel settore vitivinicolo quest’anno – continua la
Coldiretti -, sempre nel 2013 si sono verificate la cessione da parte della società Averna dell’intero capitale dell’azienda piemontese Pernigotti al gruppo turco Toksoz, e il passaggio di mano del 25% della proprietà del riso Scotti ceduto dalla famiglia pavese al colosso industriale spagnolo Ebro Foods”.
Star parla spagnolo
Nel 2012 la Princes Limited (Princes), una controllata dalla Giapponese Mitsubishi, aveva siglato un contratto con AR Industrie Alimentari SpA (ARIA), leader italiana nella produzione di pelati, per creare una nuova società denominata “Princes Industrie Alimentari SrL” (PIA), controllata al 51% dalla Princes, mentre il marchio Star passa definitivamente in mano spagnola con il gruppo Agrolimen che ha aumentato la propria partecipazione in Gallina Blanca Star al 75%.
L’iberica Fiorucci
Nel 2011 la società Gancia, casa storica per la produzione di spumante, è divenuta di proprietà per il 70% dell’oligarca Rustam Tariko, proprietario della banca e della vokda Russki Standard mentre il 49% di Eridania Italia Spa operante nello zucchero è stato acquisito dalla francese Cristalalco Sas e la Fiorucci salumi è passata alla spagnola Campofrio Food Group, la quale ha ora in corso una ristrutturazione degli impianti di lavorazione a Pomezia che sta mettendo a rischio numerosi posti di lavoro.
Altri marchi celebri in vendita
Nel 2010 il 27% del gruppo lattiero caseario Ferrari Giovanni Industria Casearia S.p.A fondata nel 1823, che vende tra l’altro Parmigiano Reggiano e Grana Padano, è stato acquisito dalla francese Bongrain Europe Sas e la Boschetti Alimentare Spa, che produce confetture dal 1981, è diventata di proprietà della francese Financiére Lubersac che ne detiene il 95 per cento. L’anno precedente, nel 2009 – prosegue la Coldiretti -, è iniziata la cessione di quote della Del Verde industrie alimentari spa che è divenuta di proprietà della spagnola Molinos Delplata Sl, la quale fa parte del gruppo argentino Molinos Rio de la Plata.
Orzo Bimbo e Bertolli
Nel 2008 la Bertolli era stata venduta all’Unilever per poi essere acquisita dal gruppo spagnolo SOS, è iniziata la cessione di Rigamonti Salumificio Spa, divenuta di proprietà dei brasiliani attraverso la società olandese Hitaholb International, mentre la Orzo Bimbo è stata acquisita dalla francese Nutrition&Santè S.A. del gruppo Novartis – ricorda ancora Coldiretti -. Lo stesso anno è stata ceduta anche Italpizza, l’azienda modenese che produce pizza e snack surgelati, all’inglese Bakkavor acquisitions limited.
Buitoni e Perugina: tra le prime ad esser vendute
Nel 2003 hanno cambiato bandiera anche la birra Peroni, passata all’azienda sudafricana SABMiller mentre negli anni Novanta era stata la San Pellegrino ad entrare nel gruppo Nestlè e la Stock ad essere venduta alla tedesca Eckes A.G per poi essere acquisita nel 2007 dagli americani della Oaktree Capital Management. La stessa Nestlè – conclude la Coldiretti – possedeva già dal 1993 il marchio Antica gelateria del Corso e addirittura dal 1988 la Buitoni e la Perugina.
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