Ed anche quest’anno è tornato il Festival di Sanremo. Puntuale. Così come puntuali si sono ripresentate le sempre molte polemiche che da un po’ di anni a questa parte accompagnano la manifestazione.
Polemiche riguardanti, per esempio, il cachet di presentatori, con Fabio Fazio e Luciana Littizzetto che sono solamente gli ultimi bersagli di una storia che comincia tanti anni addietro. Polemiche sull’opportunità o meno della presenza sul palco di certi ospiti (il comico Beppe Grillo), o dell’esibizione di certi artisti (Rufus Wainwright).
E così le canzoni in gara, che teoricamente dovrebbero essere al centro dell’attenzione, passano leggermente in secondo piano. Alcune di loro recupereranno presto il terreno perduto, spopolando in tutte le radio per le settimane successive.
In questi giorni di attesa del Festival, mi è capitato di conoscere Joe Iozzo, che di successi di Sanremo se ne intende! Nel 1982, a quattro mani con Zucchero, allora autore/cantante esordiente, ha composto Lisa per Stefano Sani.
Che non arriva a vincere (è l’anno di Riccardo Fogli, con Storie di tutti i giorni). Ma, come è successo a tante altre canzoni e a tanti altri cantanti (un esempio fra tutti, Vita spericolata di Vasco Rossi), si rifà velocemente in termini di vendite.
E allora, quale migliore occasione per (ri)parlare di canzoni?
Come è nata la collaborazione con Zucchero per il brano Lisa? Era finalizzata a portare la canzone e Stefano Sani al Festival di Sanremo del 1982, o quella idea è arrivata più avanti?
La canzone Lisa, in realtà, era nata molto tempo prima. Poi, come succede di solito, gli autori la propongono agli editori e a diversi interpreti. Avevamo ricevuto molte proposte, ma nessuna realmente convincente. Fino a quando Zucchero vince il Festival di Castrocaro. A quel tempo faceva l’autore e anche il produttore di giovani cantanti. Proprio a Castrocaro incontra Stefano Sani (anche lui tra i finalisti), e gli fa ascoltare Lisa. Che piace a lui, ma soprattutto a Gianni Ravera, che a quel tempo organizzava il Festival di Sanremo. Ed ecco che al Festival dell’anno successivo troviamo Stefano Sani con Lisa sul palco del Teatro Ariston… ed è subito successo!
Che atmosfera si respira a Sanremo nei giorni del Festival? Specialmente per chi lo vive da “addetto ai lavori”…
L’atmosfera durante il Festival è di grande allegria all’esterno, dove i fans ricorrono i cantanti per le foto e gli autografi. All’interno dell’Ariston si respira notevole tensione, sia tra i big che tra i giovani, che in quei pochi minuti sul palco si giocano una carriera.
Lisa è diventata il primo e uno fra i più grandi successo di Stefano Sani… come è proseguito il tuo rapporto con il cantante dopo quel Festival di Sanremo?
Purtoppo il rapporto con Stefano Sani non ha avuto alcun seguito… e difatti poco tempo dopo la stella di Sani è tramontata. D’altra parte, raggiungere un successo enorme a soli vent’anni può dare alla testa, e si possono perdere di vista i fattori determinanti per una futura e solida carriera.
E con Zucchero? La vostra era un’amicizia, prima ancora che una collaborazione…
L’amicizia con Zucchero è proseguita nel tempo. Era nata molti anni prima in Versilia, dove Zucchero viveva e dove io trascorrevo le vacanze. Amici comuni ci hanno fatto incontrare, come spesso capita fra i ragazzi che amano la stessa cosa: la musica! Ancora oggi ci vediamo, e trascorriamo insieme ore piene di affetto e di amicizia… anche se i suoi impegni lo tengono lontano dagli amici per lungo tempo. Non ti dico quanti giorni ho trascorso a casa di Zucchero, e quanti personaggi ho avuto modo di incontrare grazie a lui! Mi viene sempre in mente Zucchero che mi dice: «Vedi, quando mi facevano vestire con i calzini intonati alla camicia (ai primi Festival di Sanremo, a cominciare dal 1982 con Una notte che vola via) non avevo successo… il successo è arrivato solo quando mi sono vestito alla mia maniera!» (anche musicalmente).
I tuoi lavori successivi sono stati molto diversi fra loro: non solamente testi per cantanti, ma anche lavoro nell’ambito dell’opera, scrittura di testi su temi da colonne sonore, e musica da ballo…
Un professionista deve sapersi adattare alle varie esigenze del mercato. Ho imparato, lavorando con la Sony Music in Germania, a scrivere anche testi lirici, a scrivere parole per temi di colonne sonore come quello del film La mia Africa, composto da John Barry, che è diventata la canzone L’amore vincerà, interpretata in duetto da Björn e Celestina Casapietra. Ho anche collaborato con i più grandi compositori della musica da ballo, a cominciare dal grande Corrado Castellari, purtroppo scomparso prematuramente. E’ anche vero che l’arte non conosce confini.
Per quale cantante di oggi ti piacerebbe comporre o scrivere una canzone?
Non lo nascondo… mi farebbe piacere scrivere per Bublé, per Bocelli, per Mina…
Sei un appassionato del Festival di Sanremo? Con quale occhio lo guardi?
L’ho seguito per anni a Sanremo e continuo a seguirlo. Sempre un po’ con l’occhio dell’addetto ai lavori, dell’autore che cerca di capire da che parte va la nuova musica… sempre ammesso che passi da Sanremo!
Luca Balduzzi