Crisi, Draghi: impressionanti segnali di miglioramento

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25 gen. – “Il miglioramento nel tempo e’ stato impressionante”: il presidente della Bce, Mario Draghi, ha soffiato ottimismo sul Forum di Davos e, dopo gli anni del pessimismo cosmico della crisi, ha ridato fiducia alla platea piu’ esclusiva dell’economia mondiale. “Ci sono ancora dei rischi – ha ammesso – ma entriamo nel 2014 con una situazione decisamente migliore di un anno fa”.

Draghi, intervenuto in una sessione dal titolo “Il cammino dalla crisi alla stabilita’” insieme all’ex banchiere centrale svizzero Philipp Hildebrand, attualmente vice presidente della britannica BlackRock, ha snocciolato tutti quei nuovi segnali che ridanno fiducia e fanno sperare per il meglio dopo gli anni foschi della crisi.
“Le borse sono migliorate del 50% circa, e non solo in Europa, i rendimenti sono saliti del 40% in Germania e sono calati del 40% in Italia e in Spagna” ha spiegato. La Bce, ha voluto rimarcare, ha portato avanti una politica monetaria molto “accomodante” che “finalmente” si e’ trasferita nell’economia della zona euro. Certo, in euro zona la crescita economica e’ ancora “debole e fragile” anche se gli ultimi dati sulla fiducia dei consumatori “stanno aumentando”.

Pero’, ha continuato “i dati sulla produzione sono buoni in alcuni paesi, in altri no”. La conclusione, ha detto il governatore, “e’ che stiamo vedendo l’inizio di una ripresa che non e’ ancora uniforme”. Draghi allontana anche i timori di una situazione ‘Abenomics’ ovvero di una deflazione cronica come in Giappone: “Non vedo deflazione nell’Euroarea -. Abbiamo una bassa inflazione ma pensiamo che nel tempo i prezzi risaliranno”. Tra le cose “molto migliorate”, Draghi ha visto anche “il ritorno della fiducia sui mercati finanziari e, entro certi limiti, anche sul sistema bancario in Europa”. Ma l’avvertimento resta quello di non dormire sugli allori: soprattutto sul fronte delle riforme strutturali, i paesi europei vedon oandare avanti e completar eil lavoro che “non e’ finito e deve continuare”.

Le riforme intraprese in “alcuni paesi periferici” dell’eurozona “non sono significative” ha ammonito: “Tutti i paesi hanno bisogno di alcune riforme strutturali, con un’agenda che cambia da paese a paese”. Ad esempio i paesi periferici, quelli che erano nel programma di aiuti, hanno in generale “fatto lo sforzo di riforma piu’ significativo, ciascuno nel settore necessario, mercato del lavoro, dei prodotti. Anche la Grecia ha fatto progressi significativi”.

“Nell’insieme l’attuazione delle riforme e’ positiva. Si vede che c’e’ una diffusa consapevolezza della necessita’ di farle e questo dipende anche dall’alto livello di disoccupazione” ma, in sostanza, alcuni paesi, e qui il governatore non fa nomi ma il pensiero va facilmente all’Italia, devono fare di piu’.
Soprattutto pr combattere la disoccupazione dei giovani, ha aggiunto Draghi, che non dipende solo dalla recessione. Buona parte, ha detto il presidente della Bce, “e’ dovuta alle distorsioni che vanno affrontate con delle riforme strutturali”. agi