4 dic – Subito dopo che Letta ha provveduto tempestivamente a rassicurare la Merkel, Saccomanni corre a rassicurare anche gli Usa. L’uscita dalla scena parlamentare di Silvio Berlusconi dovrebbe facilitare le riforme che il governo Letta è fortemente impegnato a realizzare. Fabrizio Saccomanni, in un’intervista al Wall Street Journal, prosegue nella sua missione volta a rassicurare istituzioni e investitori americani sull’affidabilità ritrovata dell’Italia, ovvero sulla propensione a svendere aziende italiane all’estero, come ordina anche Olli Rhen.
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E Saccomanni risponde indirettamente alle nuovi pesanti critiche da parte di Fi che per bocca del capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, ha chiesto le sue dimissioni. Nella seconda giornata negli Stati Uniti, l’agenda del ministro prevede incontri con esponenti di punta di Wall Street e i rappresentanti di alcuni dei più importanti istituti finanziari e fondi di investimento made in Usa, come quelli di BlackRock (la più grande società di investimento nel mondo, di grande influenza a Wall Street e a Washington, e gestisce un patrimonio totale di 3.360 miliardi di dollari.), Carlyle (una delle più importanti firme del private equity con la gestione di 30,9 miliardi di dollari) e Cerberus (Cerberus Capital Management, L.P. è uno dei più grandi fondi di investimento (private equity) degli Stati Uniti).
“Ora rassicurare gli investitori”. Sono necessari quegli investimenti per cui, secondo Saccomanni, nel nostro Paese si stanno creando le giuste condizioni, con molti investitori interessati sia ai nostri titoli di Stato che alle privatizzazioni e alle dismissioni degli immobili. Tutto ciò, a patto che al governo sia lasciata la reale possibilità di lavorare e di portare avanti il programma: l’instabilità politica (cioé Berlusconi che voleva uscire dall’euro) ha reso difficile riguadagnare la fiducia degli investitori internazionale, ma adesso le agenzie di rating “hanno bisogno di prove definitive sul fatto che quella instabilità non ritorni”. (Ci penserà la magistratura, eventualmente, a far fuori chi mette il bastone tra le ruote).
E molto dipende anche dall’Europa. Saccomanni assicura comunque i suoi interlocutori americani come oramai ci siano “zero rischi” di una rottura dell’Eurozona, grazie a “fattori strutturali” che manterranno l’euro forte, nonostante politiche di bilancio e monetarie più rilassate.
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Be si sig. Saccomandi ora la colpa e di Berlusconi adesso tutto quello che sta succedendo per i danni che avete fatto voi del PD, diamo la colpa a Berlusconi che avrà avuto anche le sue colpe ma voi avete passato i limiti di Incompetenti ve lo dice uno che vi ha votato per 50 anni per mia fortuna me ne sono accorto in tempo quello che avete e state combinando a quei poveri anziani, Pensionati, Disoccupati, Esodati e giovani senza nessun futuro, vi dovreste vergognare con proclami che non non si reggono in piedi.