2 dic. – Grana giudiziaria per il rettore dell’Universita’ La Sapienza di Roma, per il figlio e altre tre persone. La procura ha concluso l’indagine relativa alla creazione nel 2011, all’interno dello stesso ospedale universitario, di una autonoma struttura di ricerca in campo cardiovascolare che Luigi Frati fece istituire, con l’aiuto dell’allora commissario straordinario Antonio Capparelli e del direttore sanitario Francesco Vaia, per favorire il figlio Giacomo. La delibera, la n.218 del 2 dicembre del 2010, secondo il pm Alberto Pioletti che contesta a tutti il concorso in abuso d’ufficio, sarebbe stata adottata “in carenza di qualsiasi parere o preventiva approvazione della Regione Lazio e, pertanto, in violazione di serie di norme”.
Il primario che operava i manichini, Chirurgo e figlio del rettore della Sapienza
Per la procura, il rettore si sarebbe dovuto astenere “in presenza di un interesse di un prossimo congiunto” al quale veniva cosi’ procurato “un ingiusto vantaggio patrimoniale”: Giacomo Frati, cui veniva attribuita la direzione di un’Unita’ Programmatica autonoma, con propri posti letto e proprio personale con danno arrecato al direttore (professor Michele Toscano), veniva cosi’ dispensato dal servizio di guardia e dall’attivita’ assistenziale presso la U.O.C. (Unita’ operativa complessa) di cardiochirurgia.
Nell’avviso di conclusione dell’indagine, passo che anticipa la richiesta di rinvio a giudizio, la procura contesta anche il reato di omissione d’atti d’ufficio alla dirigente dell’Area Risorse Umane e formazione della Regione Lazio, Floriana Rosati, per aver archiviato la pratica relativa alla delibera “nonostante l’obbligo di verificarne la legittimita’ e di evidenziare le numerose violazioni alla normativa statale e regionale” e di non averla trasmessa agli organi della Regione competenti. (AGI) .