30 nov – Pare solo ieri che Alfango annunciava: “Abbiamo dato il via all’operazione Mare Nostrum. Le risorse per dare il via all’operazione con la quale il governo italiano si propone di dare una risposta all’emergenza immigrati nel Mediterraneo e per la quale occorreranno circa 1,5 milioni al mese, non richiederanno ulteriori coperture economiche” – ebbe a spiegare il ministro dell’Interno – “Ci sono i bilanci dei rispettivi ministeri che servono a coprire queste cose: e’ a valere sui fondi dei rispettivi ministeri”. Rivogliamo una domanda, non ad Alfango – perchè certa gente non merita il nostro tempo – ma a quelli che sostengono il QUESTO GOVERNO CRIMINALE: se questi “poverini” arrivano a un tiro di schioppo dalle nostre coste, l’operazione MARE NOSTRUM per cui abbiamo stanziato un milione e mezzo di euro al mese a cosa serve e soprattutto a chi è utile?
La risposta l’abbiamo trovata Die Zeit, si il settimanale tedesco e la da badate un italiano, l’ammiraglio Falco Accame, ufficiale di Marina ed in passato presidente della commissione Difesa della Camera, quando era un deputato nelle fila del Psi al al settimanale tedesco Die Zeit, dice Accame: «Se si osserva la flotta che parteciperà all’operazione Mare Nostrum si nota come essa non è adatta per attività di ricerca e salvataggio”. Per l’ex militare basterebbero più motovedette ed una nave con una struttura ospedaliera al suo interno per evitare una nuova tragedia. Falco Accame esprime inoltre forti dubbi sull’utilizzo dei droni, mezzi militari che servono quando ci sono pericoli per i piloti o un terreno invisibile, non certo per il controllo del mare.
Per Accame l’operazione «Mare Nostrum» è uno spot pubblicitario ha il marchio dell’industria militare, bisognosa in questo momento di una vetrina dove poter testare i suoi prodotti. «Mare Bostrum serve alla Marina militare come vetrina per ls tecnologia Dual-use, ovvero quel tipo di tecnologie che possono essere applicate sia in ambito civile che in quello militare”. Die Zeit, tra le altre cose, evidenzia come in questi mesi il Capo di stato maggiore della Marina, Giuseppe De Giorgi, abbia rimarcato come questa parte dell’esercito italiano abbia bisogno di investimenti nell’ordine di dieci miliardi di euro per non diventare strategicamente irrilevante.
Il dibattito sui profughi scoppiato a livello continentale dopo la tragedia di Lampedusa offre una chance unica per fare ottimi affari, sottolinea il settimanale tedesco, perché il business attorno alla «Fortezza Europa» è assolutamente fiorente. A dicembre partirà il nuovo programma di controllo delle frontiere Eurosur, il cui budget iniziale è di 244 milioni di euro, circa quattro volte le spese effettuate dal precedente programma Frontex negli ultimi sei anni per quanto riguarda le operazioni nel Mar Mediterraneo.