30 nov INTERVISTA – Roberto Ciccarelli (ilmanifesto) Il governo Letta ne è l’espressione fino al midollo. L’ideologia neoliberale è una ferita alla democrazia
«Le misure della legge di stabilità, per quanto sembrino sorrette da buone intenzioni, in una prospettiva minimamente di sinistra hanno il grave di difetto di continuare a essere più che mai provvedimenti a pioggia, mentre il paese è in emergenza con 10 milioni tra disoccupati, precari, scoraggiati, vale a dire il 40 per cento della forza lavoro attiva – afferma Luciano Gallino, autore di Il colpo di Stato di banche e governi (Einaudi) – Con questi spiccioli buttati qua e là il risultato sarà quasi inesistente».
Cosa ne pensa di quello che il governo chiama «reddito minimo» mentre in realtà è una social card?
Invece di investimenti da 10 o 20 miliardi nel campo del lavoro o sul dissesto idrogeologico si fa una cosina che non servirà nemmeno come esperimento. In Francia dove è stato sperimentato il «reddito di solidarietà attiva», l’esperimento riguardava un milione di persone con un impegno finanziario enormenemte superiore ai 40 milioni di euro all’anno stanziati in Italia. Con queste modestissime risorse non inciderà sulla povertà. Aggiungo che non sono favorevole al reddito minimo. Penso che se ci sono le risorse sarebbero più utili da spendere per creare posti ad alta intensità di lavoro, e soprattutto niente grandi opere. Il reddito minimo è un intervento di portata non direttamente paragonabile a interventi diretti sull’occupazione, ma avrebbe qualche giustificazione se fosse una modalità per superare la congerie della cassa integrazione in deroga, dei sostegni alla famiglie in povertà, dell’Aspi. Si potrebbe mettere ordine integrando tutto nella sola voce del sostegno al reddito per chi non ha occupazione.
Quello in corso in Italia, e in Europa, sarebbe per lei un colpo di stato. In cosa consiste?
Si può parlare di colpo di stato quando una parte dello stato stesso si attribuisce poteri che non gli spettano per svuotare il processo democratico. Oggi decisioni di fondamentale importanza vengono prese da gruppi ristretti: il direttorio composto dalla Commissione Ue, la Bce, l’Fmi. I parlamenti sono svuotati e hanno delegato le decisioni ai governi. I governi li hanno passati al direttorio. Se questa non è la fine della democrazia, è crtamente una ferita grave. Pensiamo al patto fiscale, un enorme impegno economico e sociale con una valenza politica rilevantissima di cui nessuno praticamente ha discusso. I parlamenti hanno sbattuto i tacchi e hanno votato alla cieca perchè ce lo chiedeva l’Europa. Non esistono alternative, ci è stato detto. Questa espressione è un corollario del colpo di stato in atto.
Il governo Letta è l’espressione di questo colpo di stato?
Lo è fino al midollo. Perchè tutti i suoi componenti rappresentano l’ideologia neoliberale per la quale l’essenziale è la decisione, che sia rapida efficiente ed economicamente razionale.
Crede che Letta e Napolitano avvertano la difficoltà di mantenere il piano dell’austerità?
Direi che prima se ne rendono conto, meglio sarà per tutti.
Ma è realistica la loro intenzione di ammorbidire l’austerità?
Non lo è, un pò di pioggerella su un grande pascolo non fa crescere i baobab o le sequoie. Gli alberi bisogna piantarli, non innaffiare il prato aspettando che dopo tre o quattro decenni crescano da soli.
Uno degli effetti del colpo di stato è stato l’introduzione del pareggio di bilancio nella costituzione italiana?
È avvenuto in tutti i paesi membri dell’Unione Europea dopo la decisione del consiglio europeo sotto la spinta del direttorio. Bisogna assolutamente rientrare dal debito in 20 anni, riportandolo al 60%. Questo valore è inventato. Poteva essere il 50% o il 70%. Il dogma poi è diventato sacro. Questa decisione impone all’Italia di trovare 50 miliardi di euro ogni anno, per i prossimi venti. Significa l’impossibilità assoluta di farvi fronte. Qualora fosse realizzato questo piano sarà imposta una miseria rispetto alla quale quella della guerra del 40-45 sarà poca. Questa decisione doveva essere discussa, sottoposta a un referendum, per rendere edotti i cittadini di cosa significava.
A cosa è ispirato il progetto politico di chi dirige questo colpo di stato?
La maggior parte dei nostri governanti ha assorbito l’ideologia neoliberale per cui i cittadini non devono pronunciarsi, perchè danno fastidio, si mettono a discutere di cose che non capiscono, intervengono su decisioni che riguardano la loro vita, ma se si prendono alla spiccia è meglio, senza interferenze. La democrazia è un intralcio quando si devono prendere decisioni economiche e finanziarie in modo veloce. Angela Merkel al suo parlamento ha detto che viviamo in un sistema democratico e quindi è corretto che il parlamento esamini le leggi a condizioni che si arrivi a decisioni conformi al mercato. La direttrice dell’Fmi Christine Lagarde sostiene la stessa cosa. Quello che queste due signore auspicano è già avvenuto. I parlamenti non decidono nulla.
Quello che tratteggia sembra un moloch politico-finanziario praticamente inattaccabile. In che modo si può costruire un potere alternativo?
Me lo chiedono sempre, ma le alternative ci sono e gli dedico 35 pagine del libro. La riforma essenziale è quella del sistema finanziario per affrontare la possibilità di una nuova crisi che può esplodere nel giro di pochi anni. Questo sistema è lontanissimo dalle esigenze delle economie reali e dalla produzione di beni utili per la comunità. In Europa si discute di questo dal 2008 senza combinare nulla, salvo pubblicare numerosi rapporti o studi. La riforma dell’architettura finanziaria della Ue è fondamentale, come anche l’intervento sui trattati europei. Siamo arrivati al paradosso che si possono cambiare le costituzioni in due ore, mentre il trattato di Maastricht viene ritenuto immodificabile. Questo trattato ha limiti gravissimi, assomiglia allo statuto di una corporation, mentre sarebbe molto bello che la piena occupazione comparisse non una sola volta come oggi, ma come il suo scopo centrale. Bisogna inoltre modificare lo statuto della Bce. Davanti a 26 milioni di disoccupati e 126 milioni a rischio di povertà persegue la stabilità dei prezzi, mentre dovrebbe regolare il credito e l’attività finanziaria, prestare a enti pubblici a cominciare dagli Stati. Una facoltà che hanno tutte le banche centrali, tranne la Bce.
Cosa ne pensa di quello che il governo chiama «reddito minimo» mentre in realtà è una social card?
Invece di investimenti da 10 o 20 miliardi nel campo del lavoro o sul dissesto idrogeologico si fa una cosina che non servirà nemmeno come esperimento. In Francia dove è stato sperimentato il «reddito di solidarietà attiva», l’esperimento riguardava un milione di persone con un impegno finanziario enormenemte superiore ai 40 milioni di euro all’anno stanziati in Italia. Con queste modestissime risorse non inciderà sulla povertà. Aggiungo che non sono favorevole al reddito minimo. Penso che se ci sono le risorse sarebbero più utili da spendere per creare posti ad alta intensità di lavoro, e soprattutto niente grandi opere. Il reddito minimo è un intervento di portata non direttamente paragonabile a interventi diretti sull’occupazione, ma avrebbe qualche giustificazione se fosse una modalità per superare la congerie della cassa integrazione in deroga, dei sostegni alla famiglie in povertà, dell’Aspi. Si potrebbe mettere ordine integrando tutto nella sola voce del sostegno al reddito per chi non ha occupazione.
Quello in corso in Italia, e in Europa, sarebbe per lei un colpo di stato. In cosa consiste?
Si può parlare di colpo di stato quando una parte dello stato stesso si attribuisce poteri che non gli spettano per svuotare il processo democratico. Oggi decisioni di fondamentale importanza vengono prese da gruppi ristretti: il direttorio composto dalla Commissione Ue, la Bce, l’Fmi. I parlamenti sono svuotati e hanno delegato le decisioni ai governi. I governi li hanno passati al direttorio. Se questa non è la fine della democrazia, è crtamente una ferita grave. Pensiamo al patto fiscale, un enorme impegno economico e sociale con una valenza politica rilevantissima di cui nessuno praticamente ha discusso. I parlamenti hanno sbattuto i tacchi e hanno votato alla cieca perchè ce lo chiedeva l’Europa. Non esistono alternative, ci è stato detto. Questa espressione è un corollario del colpo di stato in atto.
Il governo Letta è l’espressione di questo colpo di stato?
Lo è fino al midollo. Perchè tutti i suoi componenti rappresentano l’ideologia neoliberale per la quale l’essenziale è la decisione, che sia rapida efficiente ed economicamente razionale.
Crede che Letta e Napolitano avvertano la difficoltà di mantenere il piano dell’austerità?
Direi che prima se ne rendono conto, meglio sarà per tutti.
Ma è realistica la loro intenzione di ammorbidire l’austerità?
Non lo è, un pò di pioggerella su un grande pascolo non fa crescere i baobab o le sequoie. Gli alberi bisogna piantarli, non innaffiare il prato aspettando che dopo tre o quattro decenni crescano da soli.
Uno degli effetti del colpo di stato è stato l’introduzione del pareggio di bilancio nella costituzione italiana?
È avvenuto in tutti i paesi membri dell’Unione Europea dopo la decisione del consiglio europeo sotto la spinta del direttorio. Bisogna assolutamente rientrare dal debito in 20 anni, riportandolo al 60%. Questo valore è inventato. Poteva essere il 50% o il 70%. Il dogma poi è diventato sacro. Questa decisione impone all’Italia di trovare 50 miliardi di euro ogni anno, per i prossimi venti. Significa l’impossibilità assoluta di farvi fronte. Qualora fosse realizzato questo piano sarà imposta una miseria rispetto alla quale quella della guerra del 40-45 sarà poca. Questa decisione doveva essere discussa, sottoposta a un referendum, per rendere edotti i cittadini di cosa significava.
A cosa è ispirato il progetto politico di chi dirige questo colpo di stato?
La maggior parte dei nostri governanti ha assorbito l’ideologia neoliberale per cui i cittadini non devono pronunciarsi, perchè danno fastidio, si mettono a discutere di cose che non capiscono, intervengono su decisioni che riguardano la loro vita, ma se si prendono alla spiccia è meglio, senza interferenze. La democrazia è un intralcio quando si devono prendere decisioni economiche e finanziarie in modo veloce. Angela Merkel al suo parlamento ha detto che viviamo in un sistema democratico e quindi è corretto che il parlamento esamini le leggi a condizioni che si arrivi a decisioni conformi al mercato. La direttrice dell’Fmi Christine Lagarde sostiene la stessa cosa. Quello che queste due signore auspicano è già avvenuto. I parlamenti non decidono nulla.
Quello che tratteggia sembra un moloch politico-finanziario praticamente inattaccabile. In che modo si può costruire un potere alternativo?
Me lo chiedono sempre, ma le alternative ci sono e gli dedico 35 pagine del libro. La riforma essenziale è quella del sistema finanziario per affrontare la possibilità di una nuova crisi che può esplodere nel giro di pochi anni. Questo sistema è lontanissimo dalle esigenze delle economie reali e dalla produzione di beni utili per la comunità. In Europa si discute di questo dal 2008 senza combinare nulla, salvo pubblicare numerosi rapporti o studi. La riforma dell’architettura finanziaria della Ue è fondamentale, come anche l’intervento sui trattati europei. Siamo arrivati al paradosso che si possono cambiare le costituzioni in due ore, mentre il trattato di Maastricht viene ritenuto immodificabile. Questo trattato ha limiti gravissimi, assomiglia allo statuto di una corporation, mentre sarebbe molto bello che la piena occupazione comparisse non una sola volta come oggi, ma come il suo scopo centrale. Bisogna inoltre modificare lo statuto della Bce. Davanti a 26 milioni di disoccupati e 126 milioni a rischio di povertà persegue la stabilità dei prezzi, mentre dovrebbe regolare il credito e l’attività finanziaria, prestare a enti pubblici a cominciare dagli Stati. Una facoltà che hanno tutte le banche centrali, tranne la Bce.
E’ in atto una rivoluzione per sostituire la tecnocrazia alla democrazia. Due regimi diversi ed opposti. Il popolo è spaesato e messo in condizione di non capire e decidere. Questo è quanto. Populismo e popolarismo si fronteggiano senza riuscire a trovare una strada comune. Perderanno entrambi. In attesa di un vero leader che li guidi, resta il terrore di essere in un colpevole ritardo. Viva la politica e forza la democrazia. Lamberto Trivelloni
Bellissimo…
apprendo da wikipedia che Gallino è un importante sociologo italiano, sarà per questo che il Manifesto ha pensato bene di rimuovere l’intervista dal sito…
SI trova comunque ancora in copia cache su google!
Che bravi che sono, per niente di parte.
Personalmente ritengo che il colpo di stato sia in atto già dal 2011,cioè da quando il governo Berlusconi-legittimamente eletto nel 2008-è stato soppiantato dal governo”tecnico”;non è quindi per me,da oggi,ma almeno dal 2011 che il popolo italiano è sotto un regime;le ultime elezioni hanno prodotto un verminoso inciucio che si è-per adesso-risolto con l’espulsione violenta e fraudolenta di Silvio Berlusconi dal parlamento;l’unica cosa da fare sarebbe tornare alle urne,ma il regime insediato è l’ultima cosa che vuole.
P.S.:Lo striscione con su la scritta”E’UN COLPO DI STATO”del comizio di F.I. del 27\11,NON è stato rimosso a caso,ma su PRECISI ORDINI DALL’ALTO.
Non sono Berlusconiano e dal 1998 non voto nessuno. Questa mia posizione neutrale e non indottrinata da alcuno mi consente di vedere i fatti con maggiore imparzialità. Sig G.Rivolta, Berlusconi in Italia è stato l’ultima chance per il Paese Italia di non finire nelle mani in cui siamo finiti. fatta questa premessa sono d’accordo con Lei che ci sono grandi trame ma non sono poi cosi tanto nascoste, basta guardare chi ha dopo Berlusconi occupato le sedie di Presidente e Primo Ministro e soprattutto da dove arrivano. Guarda caso arrivano da dove lei ci vede trame nascoste. I boiardi sono in TV tutti i giorni e aspettano l’assurdo ed inutile rito del voto in una Italia dove la Eurodittatura ha usurpato la Democrazia agli italiani.
Massimo, sono d’accordo con lei. A Berlusconi gli si può dire ciò che compete la sua vita privata e per quanto riguarda i reati ad egli (giustamente) contestati….Ma c’è un grande privilegio in lui; quello di non avere fatto nulla per appartenere ad una delle “sette massoniche” che hanno in pugno l’economia di tutti i paesi occidentali. Se fosse dipeso da lui, (come lo è stato fino agli anni scorsi…) l’Italia non avrebbe toccato il fondo che costringe il popolo a tirare la cinghia peggio del dopoguerra. Fermo restando, che Berlusconi avrebbe dovuto intervenire con una sorta di moneta parallela, allorquando è entrato in vigore il “maledetto EURO !”
Peccato che in Italia si parla di colpo di stato quando nasce un governo di grandi intese o quando si manda fuori dal parlamento un suo componente di dubbia moralità e di largo seguito popolare. Si corre dietro a queste quisquiglie e agli scandalucci più o meno grandi della polica, mentre ci sono grandi trame nascoste che portano alla catastrofe finanziaria degli stati e alla ricchezza di pochi boiardi.
Sono perfettamente d’accordo ! Che la smettano per una volta e per tutte di fare queste sceneggiate e diano “dignità” ai popoli ! Spero tanto che la manifestazione di giorno 9 dicembre, sia un muro sul quale il governo (e non solamente Italiano…) prenda delle sane decisioni affinché finisca questo “lento morire!”.