29 nov – Nel 2011 l’Italia aveva sicuramente un presidente del Consiglio poco apprezzato all’estero, Berlusconi, ma un ministro dell’Economia, Tremonti, che a giudizio della stessa stampa internazionale aveva tenuto in ordine i conti pubblici durante la crisi. Prova ne è che a fine 2010 l’Italia poteva vantare il miglior bilancio statale primario dell’Eurozona, pari al +0,1% del PIL, dopo quello dell’Estonia (+0,3%), mentre la Germania era al -1,6%, la Francia al -4,7%, la Grecia al -4,9%, il Portogallo al -7%, la Spagna al -7,7% e l’Irlanda al -27,5%.
In più, il debito pubblico italiano figurava tra quelli cresciuti di meno in termini monetari tra il 2008 e il 2010: +180 miliardi di euro. Più di tutti era però cresciuto il debito pubblico tedesco, di ben 405 miliardi! Davvero un pessimo biglietto da visita per la signora Merkel.
Ma ad aiutare la Germania e gli altri nuovi debitori (di qua e di là dell’Atlantico) a togliere le castagne dal fuoco c’era l’Italia, pronta come un agnello sacrificale su un vassoio d’argento.
Complice la crisi del Governo Berlusconi, (la crisi, ma quale crisi? Zapatero rivela: ecco come e perché i leader europei fecero fuori Berlusconi, ndr) la cui credibilità toccò il fondo al G-20 di Cannes, l’Italia nel 2011 divenne l’epicentro universalmente percepito della crisi dell’euro e il Paese per eccellenza “too big to fail” da additare al mondo come la possibile causa di un eventuale naufragio della moneta unica. Tutto ciò in base al più classico dei parametri consacrati dagli accordi di Maastricht: il rapporto debito pubblico/PIL. ( Il rapporto deficit/pil al 3% è una ciarlataneria ndr). Parametro che non potrebbe essere più stupido, se applicato all’Italia, visto che nel 2010 il nostro debito pubblico in percentuale della ricchezza finanziaria netta delle famiglie, che è l’unica vera garanzia di stabilità finanziaria di una economia, era sì salito un po’, ma solo al 66%, cioè allo stesso livello della Germania, mentre la Spagna era balzata all’81%, l’Irlanda al 122% e la Grecia al 259%!
LA RICCHEZZA FINANZIARIA
A fine 2010, nonostante la crisi economica, l’Italia poteva ancora vantare una ricchezza finanziaria netta delle famiglie pari al 181% del PIL, contro il 125% della Germania, il 138% della Francia, il 76% della Spagna e il 57% della Grecia. Indipendentemente dai nostri oggettivi demeriti e dalla debolezza del Governo, è indubbio che nel 2011 fece comodo a molte altre economie che l’Italia entrasse nell’occhio del ciclone e che il nostro spread andasse alle stelle. Infatti, giusto o sbagliato che fosse, gli investitori internazionali abbandonarono rapidamente il nostro debito pubblico (che fino a quel momento aveva sempre garantito ottimi tassi di interesse e regolari pagamenti degli stessi), per andare a finanziare i debiti dei nuovi Paesi in affanno, in primo luogo la Germania stessa. Ma la più sorprendente cifra di cui non si discute, perché imbarazzerebbe molto la Germania, è che dal 2008 al 2012 i debiti pubblici esteri di 20 Paesi UE censiti dall’Eurostat, Italia esclusa, sono cresciuti complessivamente di 1.084 miliardi di euro, mentre il debito pubblico estero italiano è aumentato nello stesso periodo di soli 24 miliardi. Per contro, il debito pubblico estero tedesco è cresciuto nei quattro anni considerati di ben 345 miliardi, finanziato con comodi tassi di interesse ai minimi storici.
In particolare, tra il 2010 e il 2012 il debito pubblico estero tedesco è salito di 120 miliardi di euro mentre quello italiano è diminuito di 104 miliardi. La seconda mossa con cui la Germania ha dato scacco matto al Sud Europa, dopo aver accumulato dal 1999 al 2012 un gigantesco surplus commerciale con quest’ultima grazie al tasso di cambio fisso dell’euro, è stata dunque quella di aver costruito mediaticamente il mito dell’Europa meridionale super-indebitata, incardinata su un’Italia perennemente “sorvegliata speciale”. In tal modo Berlino ha potuto più facilmente attrarre gli investitori verso il proprio debito pubblico e finanziare la sua crescente spesa pubblica “keynesiana”.[…] (estratto da messaggeroeconomia)
E adesso vi invitiamo a rileggere quello che stiamo pubblicando da anni inutilmente
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Berlusconi: decisivo vincere il braccio di ferro con la Merkel
La Merkel “chiama” Napolitano: “Far decadere Berlusconi e votare subito”
Fu la Merkel a “consigliare” a Napolitano di sostituire Berlusconi alla Presidenza del Consiglio
WSJ: “La Merkel chiamò Napolitano per far dimettere Berlusconi”
Monti (IL TRADITORE): “Ho voluto proteggere la Merkel da Berlusconi”
Angela Merkel chiama Napolitano, la ricostruzione del Wall Street Journal
Fu la Merkel a “consigliare” a Napolitano di sostituire Berlusconi alla Presidenza del Consiglio
Telegraph: Berlusconi fatto fuori politicamente perchè minacciava di uscire dall’euro
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Roubini: “Berlusconi sta rompendo il patto fra Napolitano e Merkel”
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Ma quale galera !!…Tutti i TRADITORI che hanno alterato e tradito la nostra costituzione….consegnandoci al nemico e mandandoci al massacro…vanno FUCILATI ! in pubblica piazza…e senza processo
Mi debbo contenere sono molto arrabiato allaora voglio dire solo che condivido pienamente con te Paolo.
Per fortuna che il Moderatore mi marca a vista, sig. Direttore Le debbo un caffè.
Mi spiace,ma anche se capisco e condivido l’indignazione,il richiamo alla fucilazione,addirittura senza processo poi,non è accettabile neanche come boutade! Io mi fermerei all’impeachment mediante calci sulle chiappe cadenti!