di Francesco Cecchini
Democrack. Crack è una droga sottoprodotto della cocaina. L’Oxford Dictionary definisce così il nome crack: line along which something has broken but not into completely separated parts. Una fessura, insomma. Comunque, nel giornale Il Manifesto democrack è una rubrica che racconta le derive ed I disastri del Partito Democratico dei nostri giorni.
Giovedì scorso, 24 ottobre 2013, è toccato alla Senatrice Laura Puppato l’onore di essere al centro delle attenzioni della rubrica.
In un’intervista, rilasciata a Daniela Preziosi, il cui titolo poteva ben essere Puppato crack, la senatrice ha cercato di spiegare perché il 12 ottobre ha aderito ad una manifestazione nazionale indetta da Rodotà, Landini e Don Ciotti a difesa della Costituzione e poi ha votato si alla modifica dell’art. 138 della costituzione. A sentir Puppato ha fatto questo perché sentinella della democrazia (sic!).
Conchita de Gregorio crede che Puppato sia una bellissima donna di 57 anni, il ministro Zanonato la chiama massaia trevigiana, l’on. Rotondi addirittura puppona, buffona. Tutti e tre esagerano e di molto e non colgono così la natura di questo personaggio che ha avuto con facilità una poltrona di senatore quale premio di Bersani per aver portato via alle primarie una manciata di voti a Renzi.
Puppato, poco più di un anno fa, si è proposta come Segretaria del Partito Democratico e Primo Ministro donna, una specie di Angela Merkel di Crocetta del Montello, poi si è fatta avanti come la Ministra di cui il Veneto aveva bisogno, meritandosi un bel flop nella rubrica Top e Flop di Marco Damilano in un Espresso di fine gennaio, inizio febbraio di quest’anno. Infine ha dichiarato che sarebbe stata disponibile a fare la Sottosegretaria al Lavoro a patto che Brunetta non fosse il suo capo. Brunetta non è diventato Ministro del Lavoro, ma a Puppato non è stata data la sotto segreteria. Dopo aver collezionato tanti tonfi quante auto proposte per incarichi e ruoli vari , Puppato non sa più cosa dire o fare. È confusa. Ne è esempio prima a l’adesione a La Via Maestra e poi il voto favorevole al alla modifica dell’art. 138.
Ma non è una novità. Puppato si spaccia per ambientalista e difensora delle donne, ma queste affermazioni sono in contraddizione con quello che in realtà combina.
Puppato difensora delle donne
Nel mese di luglio del 2012 il Consiglio Regionale del Veneto ha approvato la legge regionale 27, che autorizza organizzazioni di volontariato, come il Movimento per la vita , ad esporre materiale informativo e a promuovere iniziative divulgative contro l’ aborto, nelle cliniche dove questo viene praticato. Mentre la le legge 194 consente questa possibilità ma deve essere approvata dalle autorità sanitarie che per ragioni ovvie mai l’ hanno mai concessa, ora, in Veneto, grazie a questa legge organizzazioni come il Movimento per la vita sono autorizzate ad esporre materiale informativo e ad inviare volontari all’ interno delle strutture sanitarie. La differenza tra la legge di iniziativa popolare e quella approvata è che la prima autorizzava solo il Movimento per la Vita mentre quest’ ultima autorizza tutte le organizzazioni con uno status legale e quindi anche il Movimento per la vita.
Per questo, diciamo escamotage, Pettenò motivando il proprio voto contrario ha definito il consiglio regionale “incoerente” e “truffaldino”. Puppato ha approvato la legge 27. Il giornalista Capece Minutolo ed organizzazioni femministe hanno con efficacia ed energia messo in evidenza la contraddizioni della Puppato che in campagna elettorale difende la 194, quando poco tempo prima ha approvato un provvedimento legislativo che tende a svuotare questa legge. Puppato ha smentito denunciando una campagna di fango per squalificarla agli occhi degli italiani, mentre si candida a Premier, meritandosi così da Capece Minutolo l’accusa di essere un caso di “disonestà politichese” . Se Non Ora Quando di Venezia che contesta il contenuto ha lanciato un’ appello contro la 27, Le donne venete si sono mobilitate quindi contro una legge contro le donne approvata da Puppato.
PUPPATO VERDE.
Il responsabile energia di Greenpeace, Andrea Bolaschi, afferma che il più grosso progetto di impianto a carbone che c’è in Italia una centrale dell’ Enel in pieno delta del Po a Porto Tolle in Veneto è stato prima bocciato dal Consiglio di Stato, ma poi salvato da due leggi ad hoc: una del governo Berlusconi e l’altra del governatore Zaia. Laura Puppato capogruppo del PD non si è opposta. Oltre a Greenpeace anche Lega ambiente, LIPU e WWF ,sono contro l’ avanzata in tutta Italia del carbone e di una politica energetica vecchia, inutile e dannosa per il clima e la salute. Contraddizione aperta, quindi, tra Puppato e WWF organizzazione che indica sempre come stella polare della sua azione ambientalista passata, presente e futura. Sembra che dissensi tra WWF e l’ex Sindaco di Montebelluna siano emersi anche nel passato.
Una mia lettera che mette in rilievo le contraddizioni tra quello che Puppato dice e quello che fa è stato pubblicato da Il Manifesto di venerdì 25 ottobre 2013.
Ma c’ è dell’altro che riguarda la sua attività di amministratrice a Montebelluna dove per diversi anni è stata sindaco, la sua ambiguità proverbiale, afferma una cosa ed il giorno dopo la smentisce, la strumentalizzazione della Resistenza etc.,etc..
Certamente c’’è ben di peggio il Italia di Puppato, ma il personaggio è un caso significativo ed emblematico di “ipocrisia” politica a scopo di carriera che caratterizza la casta italiana.
Su Puppato sto aggiornando una nota critica generale che farò circolare.