London School of Economics: dell’Italia non rimarrà nulla, in 10 anni si dissolverà

Quirinale, giuramento del Governo Monti

16 ott – “Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all’Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale in soli vent’anni in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampate terzomondializzazione, di caduta verticale della produzione culturale e di un completo caos politico istituzionale. Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo, con i ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130%. Peggiorerà.

Il governo sa perfettamente che la situazione è insostenibile, ma per il momento è in grado soltanto di ricorrere ad un aumento estremamente miope dell’IVA (un incredibile 22%!), che deprime ulteriormente i consumi, e a vacui proclami circa la necessità di spostare il carico fiscale dal lavoro e dalle imprese alle rendite finanziarie. Le probabilità che questo accada sono essenzialmente trascurabili. Per tutta l’estate, i leader politici italiani e la stampa mainstream hanno martellato la popolazione con messaggi di una ripresa imminente. In effetti, non è impossibile per un’economia che ha perso circa l’8 % del suo PIL avere uno o più trimestri in territorio positivo. Chiamare un (forse) +0,3% di aumento annuo “ripresa” è una distorsione semantica, considerando il disastro economico degli ultimi cinque anni. Più corretto sarebbe parlare di una transizione da una grave recessione a una sorta di stagnazione.

Il 15% del settore manifatturiero in Italia, prima della crisi il più grande in Europa dopo la Germania, è stato distrutto e circa 32.000 aziende sono scomparse. Questo dato da solo dimostra l’immensa quantità di danni irreparabili che il Paese subisce. Questa situazione ha le sue radici nella cultura politica enormemente degradata dell’élite del Paese, che, negli ultimi decenni, ha negoziato e firmato numerosi accordi e trattati internazionali, senza mai considerare il reale interesse economico del Paese e senza alcuna pianificazione significativa del futuro della nazione. L’Italia non avrebbe potuto affrontare l’ultima ondata di globalizzazione in condizioni peggiori.

La leadership del Paese non ha mai riconosciuto che l’apertura indiscriminata di prodotti industriali a basso costo dell’Asia avrebbe distrutto industrie una volta leader in Italia negli stessi settori. Ha firmato i trattati sull’Euro promettendo ai partner europei riforme mai attuate, ma impegnandosi in politiche di austerità. Ha firmato il regolamento di Dublino sui confini dell’UE sapendo perfettamente che l’Italia non è neanche lontanamente in grado (come dimostra il continuo afflusso di immigrati clandestini a Lampedusa e gli inevitabili incidenti mortali) di pattugliare e proteggere i suoi confini. Di conseguenza , l’Italia si è rinchiusa in una rete di strutture giuridiche che rendono la scomparsa completa della nazione certa.

L’Italia ha attualmente il livello di tassazione sulle imprese più alto dell’UE e uno dei più alti al mondo. Questo insieme a un mix fatale di terribile gestione finanziaria, infrastrutture inadeguate, corruzione onnipresente, burocrazia inefficiente, il sistema di giustizia più lento e inaffidabile d’Europa, sta spingendo tutti gli imprenditori fuori dal Paese . Non solo verso destinazioni che offrono lavoratori a basso costo, come in Oriente o in Asia meridionale: un grande flusso di aziende italiane si riversa nella vicina Svizzera e in Austria dove, nonostante i costi relativamente elevati di lavoro, le aziende troveranno un vero e proprio Stato a collaborare con loro, anziché a sabotarli. A un recente evento organizzato dalla città svizzera di Chiasso per illustrare le opportunità di investimento nel Canton Ticino hanno partecipato ben 250 imprenditori italiani.

La scomparsa dell’Italia in quanto nazione industriale si riflette anche nel livello senza precedenti di fuga di cervelli con decine di migliaia di giovani ricercatori, scienziati, tecnici che emigrano in Germania, Francia, Gran Bretagna, Scandinavia, così come in Nord America e Asia orientale. Coloro che producono valore, insieme alla maggior parte delle persone istruite è in partenza, pensa di andar via, o vorrebbe emigrare. L’Italia è diventato un luogo di saccheggio demografico per gli altri Paesi più organizzati che hanno l’opportunità di attrarre facilmente lavoratori altamente, addestrati a spese dello Stato italiano, offrendo loro prospettive economiche ragionevoli che non potranno mai avere in Italia.

troika

L’Italia è entrata in un periodo di anomalia costituzionale. Perché i politici di partito hanno portato il Paese ad un quasi – collasso nel 2011, un evento che avrebbe avuto gravi conseguenze a livello globale. Il Paese è stato essenzialmente governato da tecnocrati provenienti dall’ufficio del Presidente Repubblica, i burocrati di diversi ministeri chiave e la Banca d’Italia. Il loro compito è quello di garantire la stabilità in Italia nei confronti dell’UE e dei mercati finanziari a qualsiasi costo. Questo è stato finora raggiunto emarginando sia i partiti politici sia il Parlamento a livelli senza precedenti, e con un interventismo onnipresente e costituzionalmente discutibile del Presidente della Repubblica , che ha esteso i suoi poteri ben oltre i confini dell’ordine repubblicano. L’interventismo del Presidente è particolarmente evidente nella creazione del governo Monti e del governo Letta, che sono entrambi espressione diretta del Quirinale.

L’illusione ormai diffusa, che molti italiani coltivano, è credere che il Presidente, la Banca d’Italia e la burocrazia sappiano come salvare il Paese. Saranno amaramente delusi. L’attuale leadership non ha la capacità, e forse neppure l’intenzione, di salvare il Paese dalla rovina. Sarebbe facile sostenere che Monti ha aggravato la già grave recessione. Letta sta seguendo esattamente lo stesso percorso: tutto deve essere sacrificato in nome della stabilità. I tecnocrati condividono le stesse origini culturali dei partiti politici e, in simbiosi con loro, sono riusciti ad elevarsi alle loro posizioni attuali: è quindi inutile pensare che otterranno risultati migliori, dal momento che non sono neppure in grado di avere una visione a lungo termine per il Paese. Sono in realtà i garanti della scomparsa dell’Italia.

In conclusione, la rapidità del declino è davvero mozzafiato. Continuando su questa strada, in meno di una generazione non rimarrà nulla dell’Italia nazione industriale moderna. Entro un altro decennio, o giù di lì, intere regioni, come la Sardegna o Liguria, saranno così demograficamente compromesse che non potranno mai più recuperare.

I fondatori dello Stato italiano 152 anni fa avevano combattuto, addirittura fino alla morte, per portare l’Italia a quella posizione centrale di potenza culturale ed economica all’interno del mondo occidentale, che il Paese aveva occupato solo nel tardo Medio Evo e nel Rinascimento. Quel progetto ora è fallito, insieme con l’idea di avere una qualche ambizione politica significativa e il messianico (inutile) intento universalista di salvare il mondo, anche a spese della propria comunità. A meno di un miracolo, possono volerci secoli per ricostruire l’Italia.”

Autore: Dr. Roberto Orsi – London School of Economics (Fonte il nord)

114 thoughts on “London School of Economics: dell’Italia non rimarrà nulla, in 10 anni si dissolverà

  1. Da quello che si può dedurre oggi, tutti gli idealismi che finiscono con “isti” hanno cessato di esistere e quindi devono essere lasciati da parte. Affrontiamo la realtà – guardiamo al nostro futuro – di cambiare legge elettorale non ne vogliono proprio sapere (vedi un po’… come fanno poi a vivere senza il potere assoluto???) Ci sono persone al Governo che noi cittadini neanche conosciamo che però, votano leggi che neanche loro conoscono –
    e le pensioni !!!!! mai che abbiano detto “per il bene dell’Italia rinuncio e ne percepisco solo una ” tocca sempre a noi cittadini rinunciare a tutto .
    Bisogna dire basta altrimenti facciamo la fine dell’Armenia –

  2. Di cattiva gestione di una Azienda è possibile tirare avanti per lunghi periodi ma quando viene a mancare la liquidità per organizzare il lavoro quotidiano, l’Azienda soccombe immediatamente! Questo è quanto non si è ancora compreso! Occorre che venga risolta subito, senza esitazione, l’asfissia dovuta alla stitichezza del credito bancario!
    Proprio di questi giorni è apparso il problema degli USA in procinto di un
    fallimento inaudito e tutto per mancanza di liquidità, ma la locomotiva è ripartita con il consenso dei Repubblicani. In Italia quando verrà aperto
    il credito agli Imprenditori per modo che tutte le Aziende possano avere respiro? Attualmente è rimasto in piedi soltanto chi ha ancora liquidità propria! Ma quanto può durare? Non si può assolutamente lavorare con
    il timore che, sia i prodotti finiti, sia il lavoro non vengano retribuiti!
    Ciò nonostante si parla di ripresa economica? Ma come è possibile?
    Senza il credito quel che ci attende è soltanto una morte lenta!

  3. Sono un imprenditore siciliano vi dico che è tutto estremamente vero, e che è diventato impossibile lavorare. Essere imprenditori oggi in Italia significa essere EROI!

  4. Si parte da un presupposto errato: è vero che viviamo qua e vediamo lo sfacelo di questa nazione ma la crisi è ovunque. Se anche tra qualche anno ci compreranno e ci renderanno sudditi di altre nazioni, sarà questione di altro tempo e la nostra situazione la vivranno ovunque. Perché è una crisi d’identità e di valori ed è trasversale. Prima ci svegliamo, ci rendiamo conto di cosa è veramente importante nella vita, prima lo inseguiremo e lo realizzeremo, utilizzando la creatività che in questo momento è imprigionata nella spirale della rincorsa al denaro per poi spenderlo. Sono altre le priorità. Ma si parla di una rivoluzione che non può essere individuale, deve essere estesa alla maggioranza. La prima cosa da fare seriamente è smettere di informarci tramite i media, perché falsificano le informazioni e ci rendono burattini di un sistema che è marcio. E di stare dentro il sistema o di stare a lottarci contro non serve a niente. Gli occhi vanno spostati altrove.

  5. L’europa è finita, non solo l’italia ma tutto il bacino mediterraneo, anche la francia è in condizioni pietose. All’interno dell’europa c’è la guerra dei poveri, la guerra per non morire per primo ma e come essere dentro un areo che precipita.. te ti puoi nascondere dove vuoi, puoi discutere quanto vuoi e pregare quanto vuoi ma si sa la fine. L’europa ha un deficit energetico gigantesco e non ha grandi risorse naturali. per ogni 80.000 barrirli di petrolio che consuma ne produce 1 litro. Dati eurostat. Il made in Europe ( tranne la Germania) non esiste più.. i costi di produzione sono altissimi. vi siete dedicate comodamente aduna economia di servizi, ma non producendo più nulla questi servizi non ve li potete più permettere..hahaha. Ameno che fate come la francia, andate a far fuori i vari ghedafi e assad..insomma un modelo più americano.. sorry for my italian.

  6. Allora non ci resta che emigrare o suicidarci in massa?
    Preferirei esiliare tutti i potenti d’Italia, e ci vorrebbero trasatlantici.
    A parte il disastro economico che va peggiorando ogni giorno, ci sono due altre questioni capitali da affrontare: la mentalità antistato che va sradicata, e una nuova classe dirigente da creare, capace, onesta, previdente. L’una cosa è più difficile dell’altra. Non vedo nessuno in grado di provvedere e probabilmente nessuno lo tenterà. In tal caso saremo terreno di conquista, saremo smembrati e occupati dagli altri stati, europei e non.

  7. Anche fosse vero, che importanza avrebbe!
    A noi italiani interessa solo mandare a casa Berlusquinho.
    Tutto il resto importa sega.

  8. Condivido tutto dott. Roberto Orsi. Sono quasi settanta anni che piango sulle macerie di questa Italia saccheggiata e turlupinata da una casta di politici inqualificabili! Solidarietà a Lei, dal padre di uno studente della London School of Economics.

  9. Io parlo da giovane che ne ha viste tante e conosce tante persone che sono fuggite dall’Italia a gambe levate perchè fuori ci sono opportunità migliori e soprattutto fuori ancora si possono realizzare i sogni. E non se ne pentono, soprattutto.
    Perchè? Perchè qui il governo continua a blaterare di posti di lavoro che non vengono mai affidati a ‘chi non ha esperienza’, ora non conta nemmeno se hai studiato, se ti sei fatto il mazzo per 5 anni all’università. Ormai anche oer fare la commessa serve esperienza. Tutto ciò è ridicolo. Se non si da la possobilità di lavorare non si supererà mai la crisi. Non ci saranno mai soldi.
    Un altro problema? Il sistema politico italiano è allo scatafascio. Continuiamo ad affidarci ad una vecchia guardia sia politica sia economica che ormai non ha idea di come funzionano i tempi. SERVE GENTE GIOVANE, che abbia nuove idee e nuovi spunti per uscire da questa merda, eppure questa mentalità da popolino pensa che solo chi è ormai sulla soglia della pensione possa riuscire a governare il paese. I partiti non esistono più, le figure politiche forti, D’ESEMPIO (non nani con 8 processi sulle spalle, qualche incriminazione e un paio di leggi fattesi ad hoc per non finire in galera) ormai sono un vecchio ricordo. Per disperazione la gente vota un ex comico che, tanto per reinventarsi la carriera, ora fa il politico. Abbiamo una legge elettorale RIDICOLA PER QUESTO PAESE e nessuno ha la minima intenzione di cambiarla ITALIANI SVEGLIATEVI.
    Ho 23 anni e non vedo un futuro qui.

  10. Le soluzioni solitamente ventilate sono sempre le stesse: profondi tagli alla spesa (liberismo) o in alternativa aumento delle tasse lasciando invariata la spesa (politiche di sinistra). Entrambe fanno parte del principio che comunque i conti debbano rimanere a posto. Ma ultimamente si sta facendo strada una terza via, che si può tradurre in “sviluppo a tutti i costi” cioè investimenti sulla produttività anche a costo di indebitarci. Vorrei sapere cosa ne pensano gli economisti

  11. Complimenti lucida analisi scritta dalla sua comoda poltrona in Inghilterra.
    Quel che ci manca molto spesso e che manca anche a lei Mr. Orsi è un pò di amor di patria, quello stesso amore che tutti gli altri popoli hanno. Quindi non spariamo sempre a zero e cerchiamo di venirne fuori. E comunque molto onore ai suoi colleghi inglesi che vivono di finanza scommettendo sul fallimento degli altri stati. Che bei valori.

  12. Nell’analisi di Antani trovo molta saggezza. Lo fanno tutti gli stati intorno a noi, ma noi siamo una democrazia protezionista e ci indigniamo se qualche deficiente si rovina con le macchinette mangiasoldi e se qualche sessuomane spende tutto ciò che ha a donne. Lo stato cu guadagna sopra ed è immorale? ma non diciamo c…… Sono malati? Curiamoli. Interdiciamoli, non permettiamogli di diventare un ulteriore costo per la società,
    Non serve vietare, serve curare.
    Ma siamo una democrazia e anche il pirla che si rovina al gioco ha dei diritti.
    Certo. Giusto. Palle.
    Con buona pace dell’ottimo Francesco ovviamente che quando serve sta in Italia e quando non serve sta in uno stato a parte che si chiama Vaticano.

  13. Una cosa sola deve essere fatta, ribellarci tutti a questa casta di incapaci e mettere alla guida di questo magnifico paese persone che sanno quello che fanno!!!!

  14. 10 anni…….????? Ma che pronostico e’ in un paese dove la media speranza inizia a vacillare al 15 del mese?
    Siamo realisti la stampa e’ falsamente dalla parte del cittadino, quest articolo parla di una situazione già in essere , solo che le coscienze addormentate ancora non lo sanno.
    Il fuggì fuggì e già iniziato da almeno un paio di anni e chi e chi rimane o ha fanmiglia, in non vuole tornare a mangiare cipolle al suo paese, ma tranquilli che gli immigrati sono più informati dell Italiota medio…… Prima di arrivare alle cipolle saranno già a casa loro.
    Buona giornata

  15. l’italia sta veramente andando in sfracelli, e c’e gente che parla di comunismo, o fascismo. ma davvero lo facciamo. svegliatevi. Io me ne sono scappato a Londra 3 anni fa, e sto creandomi un futuro dove qui a una luce, uno stato che ti cura e c’e per te, cmq sn scappato dalla città che più di tutte in italia sta soffrendo la crisi. Foggia. li il terzo mondo e veramente molto vicino . non ci vogliono 10 anni. e tutto questo lo dico con amarezza, perche e li dove ho le mie radici, dove ho la mia famiglia, è sopratutto dv la mia famiglia lotta, giorno per giorno per sopravivvere con i pochi lavori che c sono da fare mantenere i miei fratelli e sorelle, etc. levando tutto cio. a livello nazionale. Stiamo messi davvero male. malissimo. io concordo con tutto quello che ha detto il dottore. partendo dal fatto che mi dispiace moltissimo, io do la colpa a. 1) A la corruzione, da sempre, grandissimo cancro del nostro paese, ora come mai prima ovunque, in qualsiasi campo e ceto sociale 2) ad una classe politica che c ha totalmente distrutto, spremuto e continuerà a spremerci fino a quando a qualcuno di loro verrà fatto del serio male (salvando m5s) 3) a tutti gli italiani che si sono fidati di loro in tt questi anni, nn siamo stati in grado di capire cosa stava succedendo e ci siamo fatti abbindolare da sti imbecilli, per tutti questi anni, ma sopratutto, c’e gente che ha avuto le palle di andarli a rivotare. io NON HO PAROLE. Siamo davvero al totale sbando. che dio ci aiuti. e che un miracolo possa avvenire. un abbraccio all’italia

  16. detesto fare il bastian contrario, ma l’italia dipinta qui non è totale. è vero, siamo trascinati al declino da una maggioranza di incapaci arraffoni, ma se siamo arrivati fin qui non lo dobbiamo solo a loro ma in minima parte a chi fa solo eco al vittimismo e al pessimismo, creando articoli dove ci si lamenta che tutto va male, e senza mai proporre nulla. così facendo non si fa altro che accelerarlo questo declino

  17. Nell analisi del dott. Orsi colgo una totale assenza di spinta e incoraggiamento delle tante forze positive presenti comunque e nonostante in Italia, non percepisco propositivitã né partecipato impegno per il suo Paese . Credo che nei momenti più difficili diventi importante il fattivo contributo e che le sole critiche feroci , seppur fondate , non sortiscano altro risultato che un ulteriore freno al recupero di una nazione . La concretezza della materia economica dovrebbe mantenere ben saldo lo sguardo sul risultato

  18. Credo che il nostro paese abbia bisogno di una svolta radicale che debba avvenire nella mente dei cittadini: tutti abbiamo un peso su questa Repubblica, dobbiamo rendercene conto e agire. Le persone che ho incontrato sono stanche, demotivate e senza speranza; abituate ad andare avanti pensando di non avere il diritto di dire la propria di fronte ad un’ingiustizia. Molte volte ho visto pigrizia, perché lamentarsi é più semplice che informarsi.
    Trovo però l’articolo di cattivo gusto: riportare i fatti non é abbastanza; lamentarsi e “buttare merda” sul paese nemmeno. Da Italiano all’estero capisco il rancore del Dr. Orsi, proprio per questo lo invito a proporre, a dare l’esempio che qualcosa si può fare. Altrimenti é troppo semplice, e si é da punto e a capo.

  19. Tanti hanno detto la loro, io dico la mia. L’analisi purtroppo è aderente alla realtà che stiamo vivendo e, a prescindere dalle proposte e dai rimedi che si possono pensare, perlopiù inapplicabili senza spargimenti di sangue, siamo in una spirale involutiva. Non ci lamentiamo però, visto che da sempre siamo tutti più attenti alle prossime uscite nei cinema che ai provvedimenti dei nostri governi o alle chiacchiere che ci propinano. Di proposte se ne possono fare tante ma sono tutte impraticabili per un popolo come quello italiano, diviso, inconsistente e arrendevole. Sarei davvero curioso di vedere che effetti avrebbe il licenziamento di un milione di dipendenti statali…

    1. L’analisi fatta è effettivamente verosimile… e le proposte per il risanamento non sono in capo ai singoli cittadini che, al massimo possono cercare di cominciare a migliorare la situazione a livello locale, ma questo non aiuta le condizioni economiche del paese.
      @raggiodisole: Su una cosa mi sento di dissentire, da ex dipendente pubblica consapevole: il problema non sono tanto i dipendenti (funzionari di basso livello) che sono quasi sempre insufficienti, con conseguente rallentamento del normale svolgimento delle pratiche burocratiche. Il problema è il sovrannumero di dirigenti con stipendi che arrivano a 4-5 volte quello di un impiegato, e che oggettivamente non si capisce cosa debbano dirigere (mi spiego: in regione lombardia pare ci siano circa 1 dirigente ogni 5 dipendenti…. non oso immaginare in regioni meno “virtuose”…) e che purtroppo spesso non sono neanche in grado di prendersi le loro responsabilità, che vengono delegate ai suddetti impiegati medi…
      Il nostro è purtroppo un sistema marcio dalle fondamenta, ed i politici degli ultimi 20 anni ne sono la migliore espressione…

  20. l’analisi è purtroppo per noi realista, abbiamo dei politicanti che si sono scordati degli interessi del paese, abbiamo la finanza che ha le redini del paese, le banche che dettano legge, le forze dell’ordine con le mani legate, le mafie che non uccidono più ma hanno il controllo di uno stato, la corruzione che è da paese del terzo mondo, la burocrazia che frena l’economia e la produttività, il senso civico allo sbando. purtroppo per uscirne non bastano i colpi di genio, servirebbe un reset, un cambio drastico, un riformulare le leggi con equità, senza interessi di parte.

  21. Sono concorde. Un ‘analisi mozzafiato e piena di livore. Senza nessun tipo di suggerimenti. Una condanna

  22. sono un piccolo imprenditore che si occupa di abbigliamento (tempi duri duri duri!!!). Oggi parlando con una piccola imprenditrice che si occupa di comunicazione mi dice: ‘ la badante, straniera, dei miei genitori prende 1000 euro al mese mentre io sto perdendo soldi con il mio lavoro: sto seriamente pensando di dire ai miei di licenziare la badante e di fare io quel lavoro per loro’….

  23. Purtroppo la nuda e cruda realtà è che che ci sono due motivi per cui siamo in queste condizioni, la PRIMA .. che è molto piu semplice distruggere un paese in tutte le sue forme, economiche ,politiche e industriali e ricostruirlo come le banche e le lobby lo vogliono , che non riformare leggi e altro .. la SECONDA che nessuno dice , che favorisce la prima è che con l’elevato tasso di corruzione lobby e banche attraverso finanziamenti ai politici comprano i loro consensi a politiche distruttive ,d’altro canto in tempi di crisi in italia siamo abituati a pensare a noi stessi e non alla collettività . per rialzarsi bisogna prima cadere …

  24. La ricetta di un ignorante è: Riduzione drastica delle spese pubbliche – possibilità di licenziare chi non rende – riforma radicale del sistema fiscale che premi chi spende invece di demonizzarlo come evasore. Praticamente tutto il contrario di quello che stanno facendo

  25. Ho paura che dieci anni sia una previsione molto ottimistica. Penso al decennio passato e faccio due conti, sono composti, andamento esponenziale, mi tocco.

  26. Nulla di nuovo. Provo una tristezza immensa per un paese che ha cresciuto le mie idee, le mie conoscenze, la mia cultura. In molti persino in un paesino sommerso nelle tradizioni come il mio prendono il volo per altri paesi. Mio padre e mia madre si sono uccisi di lavoro per poi vedersi portare via tutto, lentamente, come un coltello che scivola graffiando le ossa nella carne. Io stessa partirò nel 2015, con l’amarezza nel cuore. Voglio ricordare l’Italia com’era, non per come sta diventando, ancora una volta solo un’espressione geografica.

  27. gli economisti sono quelli che dicono domani quello che è accaduto ieri … questo ne è un esempio … ma purtroppo molto reale e drammatico .
    Siamo 60 milioni ?” meno dei miliardari della sola Cina … i numeri sono molto più grandi purtroppo per noi …
    E’ anche facile dare la colpa alla politica italiana, l’europa a che serve ? Solo a bacchettarci perchè le galline hanno meno di 5 cm fare l’uovo ?

  28. Ci sarebbero tante proposte che potrebbero migliorare il futuro del nostro Paese (1. abolizione delle province, 2. abolizione del finanziamento pubblico ai partiti 3. dimezzamento dei numeri dei parlamentari 4. investimenti a favore dell’università d’eccellenza con l’eliminazione dei Baroni 5. investimenti a favore delle tante piccole imprese del Nord che rischiano di fallire 6. privatizzazioni di RAI/taxi/farmacie/Alitalia etc). Abbassando le tasse ad aziende e lavoratori aumentano gli occupati e gli stipendi, e di conseguenza i consumi. Il problema è che tutti queste proposte devono essere approvate da un’intera classe politica che preferisce mantenere lo status quo. Non si tratta solo di Berlusconi ma di una massa di dipendenti pubblici nullafacenti che hanno bisogno di una sedia e amici di amici che hanno bisogno di un appalto o di una cattedra. In tutto questo l’italiano medio non si indigna (ma guai a togliergli una partita di calcio la domenica…), magari si lamenta, ma preferisce cercare anche lui qualche inganno e un amico di amici dello zio che gli trovi un “posto fisso”. La previsione di Orsi del futuro può essere un azzardo, ma io segni di miglioramento non ne vedo…

    1. Guarda che ALITALIA-AIRONE e già PRIVATA!
      La “cassaforte” di Alitalia-Airone era la tratta Milano-Roma, dove operava praticamente in regime di monopolio. Adesso con la concorrenza dei treni ad alta velocità e di altre compagnie (Ryanair?) è destinata a fallire per la quinta volta da quando ricordo Io.
      Adesso vorrebbero fare entrare le Poste con capitali freschi (che si comporterebbero come azionisti private)… ma l’Europa non è mica molto contenta. Comunque 75 milioni di euro non sono niente per una compagnia che una volta “bruciava” 500 milioni di euro al’anno!

  29. @ Cosimo…apprezzo l’entusiasmo e l’impegno, ma con questo mix di idee comunisteggianti (già provato…epic fail), ambientalismo radicale e bufale varie (l’auto ad acqua) si andrebbe ancora più a fondo… Ah noto che vorresti nazionalizzare tutto, ma tenere anche le tasse basse…la vedo dura anche solo questa…

  30. la sua analisi è lucida e inoppugnabile. D’altra parte, amando questo paese, sono sicuro che si tirerà fuori, il problema è che non riesco a pensare al “come”.

  31. Orsi mente sapendo di mentire.
    E fa il professore da un paese che sta peggio.

    Al di là di talune verità e constatazioni, il dr Orsi è in un evidente stato di eccitazione da catastrofismo.
    Si sappia che giammai un economista ne ha centrata una che sia una. Parlano sempre col senno di poi. Come i giornalisti sportivi dopo la sconfitta. Da Londra fa il fighetto ben sapendo che la Gran Bretagna è sconquassata quanto l’Italia ma stampa sterline e, per il momento, la polvere la tiene sotto il tappetto, oramai gonfio, però. Gli USA hanno dovuto alzare la soglia (o tetto) del debito per non fare il cd. default ma a gennaio se ne riparlerà. La Spagna sta in braghe di tela e la Francia marcia a rilento; la Germania, senza il mercato italiano, venderà le sue cose solo a Orsi che le comprerà tutte.
    Gli orsi, di questi tempi, dovrebbero stare in letargo.

    1. quoto “giammani un economista ne ha centrata una che sia un. Parlano sempre col senno di poi come i giornalisti sportivi dopo la sconfitta”. Parole sante. Nessuno ha idea di cosa succederà neppure nel prossimo trimestre.
      Il dott. Orsi aveva previsto la crisi nel 2007, o magari ad agosto 2008, un mese prima del crac Lehman? Chissà

  32. Ecco perché l’Italia non andrà da nessuno parte…su dodici commenti quanti borbonici (notoria efficientissima amministrazione statale) a rognare e polemizzare contro il Risorgimento e l’unità …guardiamo avanti, grazie! Sennò andate pure da soli, così oltre a piangere ci facciamo almeno pure quattro risate…

  33. per Cosimo che ha scritto che per risolvere la situazione bisogna fare andare le auto ad acqua…….. ecco è gente sognatrice ma ignorante come molte delle cose da lei scritte che ha e contribuisce a fare andare questo paese in fondo al tunnel. Vado a bere un po’ d aqua ora, fino a quando sara’ pubblica e non privata, poi ci faccio il pieno all’auto

  34. La storia si ripete. Quello che 152 anni fa è successo con l’unità d’Italia sta accadendo adesso con l’Europa. E’ una ruota che gira, per un’Europa unita, l’italia diverrà, ed è già sulla buona strada, quello che il meridione (suo malgrado) è stato e continua ad essere per il belpaese. Italia: il Sud dell’Europa (in tutti i sensi). La sola differenza è che l’Europa unita non è sorta dal sangue versato, ma dall’inchiostro delle penne. L’europa deve capire che non è una nazione come gli Stati Uniti, da sempre animati da un forte spirito nazionalistico, bensì un’accozzaglia di paesi come una cassetta di frutta e verdura.

    1. Anche i sudisti negli USA avevano un forte spirito nazionalistico?
      L’Europa si poteva e forse si può costruire. Condividiamo più valori noi con i danesi che un afroamericano e un WASP

  35. Vivo all’estero ormai da moltissimi anni e ogni volta che torno in Italia mi viene una malinconia pazzesca… Sono esterrefatto dalla mancanza di “coglioni” (scusate il termine ma non me ne viene in mente un altro che renda bene l’idea) degli italiani medi, tutti pronti a lamentarsi ma con NESSUNO che alza un dito per cercare di migliorare le cose… Eppure un sistema per almeno provare a sistemare le cose c’e’; basterebbe che gli italiani, TUTTI GLI ITALIANI, in blocco facciano una bella rivoluzione, cacciassero TUTTI quei malfattori che stanno al potere e che ci hanno letteralmente distrutto. Successivamente, visto che non avremmo tempo e capacità da soli di rimettere le cose a posto, si andrebbe in una nazione civile, tipo una regione scandinava, o Svizzera, o Germania, o Singapore, o Hong Kong, a chiedere aiuto. Si “importerebbe” una delegazione che dovrebbe governare l’Italia e INSEGNARE a un gruppo di giovani di PROVATA onestà come si governa un paese in maniera efficiente. Questa delegazione avrebbe i pieni poteri del popolo di agire in tutti i modi per risanare il nostro paese, dalla finanza, dalla sanità, dalla scuola, dalla giurisprudenza, dalle mille e una “leggiucole” create da quel disgraziato di Berlusconi per difendere i suoi interessi, ecc. A mali estremi, estremi rimedi, forse così riusciremmo con molta umiltà e olio di gomito a rimettere piano piano in sesto il nostro paese. Ma se prima non tiriamo fuori i cosiddetti, non c’e’ niente da fare…

  36. Mi permetto una domanda in positivo in mezzo a tanta negatività: avrebbe una analisi sui flussi migratori provenienti dall’Africa affamata dalla Finanza anglosassone? Perché nel canale di Sicilia l’inguardabile Italia se la sta cavando da sola senza inglesi, francesi, tedeschi… Se non ne dispone fa lo stesso, ce la caviamo comunque.

    1. Non c’è la stiamo cavando per niente… migliaia di morti nei fondali e nelle reti da pesca lo testimoniano.
      Quello che l’Europa sta dimostrando è la sua perfetta disunione, inutilità e meschinità… e noi sempre a fare da servi ad americani ed europei del nord: ritiriamo le nostre truppe da Afghanistan, Kossovo e Libano… risparmieremo parecchi miliardi di euro all’anno!

  37. Il Dr. Orsi si è dimenticato di scrivere una cosa: questo è il paese dei Miracoli. Metti l’italiano medio alle corde e saprà trasformarti la merda in oro.
    Evidentemente il sig. Rossi non è alle corde, non ha ancora bisogno del miracolo..

    parola di un Ateo Italiano.

  38. ma a voi risulta che ci abbiano davvero martellati con la storia della ripresa come ci racconta il nostro amico catastrofista? E’ da 5 anni che questi tipi ci dicono che spariremo tutti da un momento all’altro gli unici che non spariscono mai sono loro che portano sfiga

  39. Vado sempre all’estero e mi sembra di risentire le stesse cose che dicono un emigrati italiani all’estero. Sono partiti per disperazione e disprezzano quello che hanno lasciato non perchè ci credono ma per invidia di chi è poturo rimanere.
    Siamo un paese che è sopravvisuto a molto peggio di questa crisi e che certamente non ci ha impedito di rialzarci.

    1. Vero… e questa crisi si combatte solo in un modo, dobbiamo rinunciare alle millenarie abitudini italiche che cercano rendite di posizione ovunque, semplicemente rendendole incompatibili con lo Stato.
      Dobbiamo spostare gli ambiziosi alla Giuliano Amato dallo Stato e dalla creazione di debito pubblico all’economia reale e alla creazione di PIL. Questo vuol dire fare un balzo in avanti nella democrazia, un po’ per tutti e porte chiuse a chi già ha.

    2. scusa invidia di chi ? invidia di te? io vivo in mexico ho 3 ristoranti e guadagno molto ma molto piu’ di molti ma molti italiani e secondo te avrei invidia

      1. Grande Vince Monte!

        El restaurante es Italiano o Mejicano?
        Ho conosciuto dei pizzaioli italiani che sanno fare un ottima pizza, e stanno praticamente fallendo (non hanno più camerieri professionisti ma studenti)… stavo pensando di aprire un ristorante a Londra, quartiere di Richmond… ma so che lì i ristoranti sono controllati o taglieggiati dalla Mafia…

  40. L’unico modo per uscire dal tunnel è quello di uscire dall’UE. Riaprire le fabbriche, chiudere la borsa, obbligare le banche a tirar fuori i soldi e darli ai lavoratori ed ai pensionati, abolire le pensioni ai politic,i prendere i soldi delle scommesse, riappropriarsi della fiat, facendola diventare statale, far andare le auto ad acqua invece che a benzina o gasolio, l’iva al 4% e farla pagare a tutti, non solo al consumatore finale, pale eoliche su tutto l’arco appenninico e sulle alpi. I soldi risparmiati redistribuiti a ricerca, sociale, sanità…. Eccetera eccetera eccetera… Basterebbe applicare le regole della nostra costituzione, avere una legge elettorale che manda al governo il partito che prende piú voti ed all’opposizione il partito

      1. Signor genio, le macchine ad acqua esistono, si chiamano solamente “macchine a idrogeno”, che durante il processo produce acqua, queste macchine esistono in produzione dal 2007 ma nessuno le ha mai cagate di striscio perchè non vi sono distributori a idrogeno

    1. basterebbe smettere di fottere il prossimo e lavorare… utopico per l’italiano per cui falliremo 😉

      1. A volte mi chiedo se sia questo il motivo per cui nessuno agisce, perché tutti si sentono complici della malefatta.

    2. Lo sai, vero, che le banche non hanno fisicamente tutti i soldi presenti sui conti correnti?

    3. Infatti questo articolo, che non dà appositamente alcun suggerimento costruttivo, dice semplicemente: visto quanto siamo stati bravi noi inglesi nel non credere all’UE?

  41. pur essendo Italiana, i miei migliori complimenti a chi ha scritto questo articolo: crudo per chi (come me) vive ancora in un paese che AMA tanto, ma che riconosce essere diventato “terra di nessuno”
    L’articolo è obiettivo, realistico e riesce ad esprimere in modo sintetico un’analisi assolutamente funzionale/finalizzata. Complimenti!

  42. ma per favore….io questi messaggi a senso unico della serie “moriremo tutti malissimo” li leggo solo per metà poi smetto perchè capisco che sono esagerazioni

    1. Si anche il fatto che perdero’ il lavoro a fine anno e’ solo una esagerazione nella mia testa, scusa se esisto …..

  43. Tutto ok, solo che i fondatori dello stato italiano sono stati i primi criminali che hanno fondato l’Italia sul succubismo internazionale. L’unità stessa fu una farsa che ridusse un paese in pieno momento di sviluppo, le Due Sicilie, in ultima ruota del carro solo per far contenti gli inglesi.

  44. L’articolista ha colto nel suo servizio la diffusa frustrazione degli italiani in questo momento. La cosa più grave è che in una situazione siffatta ci siamo dovuti mettere nelle mani di un uomo di 87 anni, certamente ancora lucido ed autorevole; ma siamo sicuri che sia consigliato veramente per il meglio? Gli ultimi provvedimenti del governo in materia economica appaiono confusi e ancora una volta scaricano l’inefficienza totale della pubblica amministrazione superpagata (almeno i vertici) sui cittadini. Questo significa che si sta solo tirando a campare perchè non si è capaci di fare quello che tutti pensano: tagliare le spese. E questo si può fare solo se i nostri ministri possiedono le competenze necessarie per obbligare i responsabili amministrativi ad eseguire le loro indicazioni, primi fra tutti i decreti attuativi delle leggi già fatte. Penso che questo sia il punto fondamentale.

    1. Caro pietro sabiu, non tutti pensano che sia necessario tagliare le spese. I tagli alla spesa pubblica non risolvono la crisi. I tagli alla spesa SONO la crisi. Le leggi già fatte sono quelle che riducono l’assistenza domiciliare ai disabili, che aumentano i numeri di alunni per classe tagliando personale docente precario, riducono i servizi di trasporto pubblico etc etc. Questi settori “improduttivi”, oltre a garantire dei servizi essenziali, generano reddito (l’autista del bus va pagato così come l’insegnante precario) che poi viene rimesso in circolazione nella nostra società. Studiati un po’ di economia dai. I tagli alla spesa del governo Monti hanno ridotto il debito pubblico dal 120 al 130 per cento del PIL. Dal punto di vista strettamente contabile (tralasciando cioè giudizi squisitamente morali e assolutamente condivisibili), non va bene nemmeno tagliare gli stipendi a questa classe di parassiti che siede in parlamento, se il risparmio non lo reinvesti in altri tipi di spesa pubblica.

      1. più che su tagli o nuove entrate, basterebbe in molti casi la riorganizzazione e il contenimento degli sprechi.. solo che i nostri governanti fraintendono.. e il contenimento degli sprechi si trasforma in tagli… purtroppo la riorganizzazione toccherebbe i privilegiati, spesso gli stessi che sarebbero preposti al controllo e alla.. riorganizzazione..Il gatto si morde la coda… e noi stiamo sotto. Nonostante l’aumento al 21%dell’iva avesse portato minori introiti… si è ben pensato di aumentarla ancora un po’… Con la manovra di questi giorni la genialata… Iva al 22%, detrazioni spese mediche -1% ..al 18% …. cosa farà il papà che porta i figli a fare una visita medica quando gli chiederanno se vuole la fattura? E l’evasione, che è un grande problema sociale, verissimo, purtroppo temo sia in italia l’unica cosa che la fa stare ancora in piedi, può un’azienda sopportare un carico fiscale di oltre il 60% (che è un dato reale non quella della pressione fiscale al 43…) ? la risposta è certo che no. L’edilizia è ferma, la cantieristica navale (ex eccelenza italiana) è morta… (tutti gli indotti? pure) – le imprese artigiane licenziano, quando non chiudono… – l’italiano ha i suoi mille difetti (ignoranza al primo posto) ma questo stato è come un ficus watkinsiana… il ficus strangolatore…

    2. il problema è che , siccome il potere decisionale lo hanno coloro che sono soggetti all’effetto delle leggi non lo fanno …è come se tu fossi malato cronico percepissi 2 scatole di farmaco al giorno sapendo che prima o poi si esaurisce e altri non arrivano alla dose giornaliera e si dovrebbe redistribuire la tua dose e solo tu hai la possibilità di deciderlo , chiaramente non lo farai ….Questa è l’anima dell’italia PURTROPPO .. i singoli esempi non fanno testo

      1. alle96, i nostri governanti non fraintendono un bel niente. Qualsiasi TAGLIO alla spesa pubblica, anche la più ignobile, è un TAGLIO AL PRODOTTO INTERNO LORDO quindi un impoverimento degli italiani. Bisogna distinguere il piano contabile dal piano etico. Per tirarci fuori da questa palude è necessario AUMENTARE la spesa pubblica, non tagliarla. Poi possiamo trovarci tutti d’accordo che dentro quest’aumento ci può stare un utilizzo dell’80% delle attuali prebende della nostra classe politica per il finanziamento delle pale eoliche, del trasporto pubblico, delle piste ciclabili, dell’agricoltura a chilometro zero e quant’altro, ma il concetto di fondo è che l’ideologia dei tagli alla spesa non è altro che propaganda utilizzata dalla grande rendita finanziaria per scaricare i costi della crisi da lui stesso creata sulle spalle di chi lavora.

  45. Analisi precisa, puntuale, veritiera, sconvolgente. Abbiamo una qualche speranza? Gabriele Di Stefano

    1. Assolutamente condivisibile purtroppo, in ogni singola parola!
      NO, non abbiamo alcuna speranza!!!

  46. Eg. Dr. Orsi, sono un imprenditore di una media industria italiana di trasformazione materie prime,produciamo contenitori in vetro per l’industria alimentare. Purtroppo condivido pienamente quanto lei sostiene e ci sarebbe ancora molto da aggiungere, noi imprenditori siamo sopportati anzichè supportati, siamo il demonio, il male assoluto, ci hanno relegato in fondo alla scala sociale alla stregua dei più infimi malfattori. Io ed i miei due fratelli che conduciamo l’impresa fondata dal babbo nel 1951, siamo degli eroi, così come migliaia di altri imprenditori, ma abbiamo finito le munizioni e stiamo finendo i viveri in una guerra impari non contro la concorrenza ma contro il ns. sistema che le prova tutte per affossarci anzichè darci una mano riducendo i costi ed i tempi della burocrazia, dei tribunali, con una politica energetica adeguata (noi siamo energivori e perciò penalizzati) la Francia, non la Cina, ci fa concorrenza solo perchè paga meno l’energia. E’ devastante e demoralizzante dover giocare sempre in difesa e non poter attaccare, avremmo ancora forze, ma ci stanno ogni giorno demolendo nel più profondo dell’intimo. Grazie per quello che ha scritto, non mi dilungo ulteriormente in quanto il lavoro mi chiama.

    1. Sig. Riccardo Bartolozzi, sono la figlia di un piccolo imprenditore. Con lui, mio fratello e mia sorella lavoriamo la ceramica. In passato abbiamo avuto anche fino a 30 operai, ma ora siamo solo in 4, mal pagati, tartassati, e la domanda diminuisce sempre di più…
      Sono tentata ad andar via, in Germania semmai, ma non posso lasciare mio padre da solo a soli 2 anni dalla pensione (sempre con la speranza che non allunghino ulteriormente la soglia).
      Sono profondamente addolorata, delusa.
      Amo profondamente la cultura, tanto da iscrivermi all’università a 30 anni (ora ne ho 33). E’ dura lavorare e studiare allo stesso tempo. Però riconosco la necessità di valorizzare la mia esistenza.
      Pensare di lavorare come muli solo per arrecare soldi ad uno stato che di me non se ne importa nulla, è davvero disumano!
      Le auguro di continuare a lavorare con la stessa passione e la stessa soddisfazione che in passata ha avuto seguendo i passi del suo papà.
      A volte si è aggrappati ad un’attività, o ad una città più per questioni sentimentali che per un reale motivo economico e sociale…
      Io spero in una rivoluzione.
      Mio padre dice che la violenza genera altra violenza, ma io propio non ne posso più di questa massa di corrotti, incapaci e senza cuore!

      1. La violenza genera altra violenza, è vero. Ma non è detto che sia sempre un male, sul lungo percorso.

    2. Signor Riccardo, forse il vero vantaggio delle produzioni francesi rispetto alle sue non sta tanto nel costo più basso dell’energia, quanto nel fatto che dal 1999, anno di inaugurazione dell’euro (che non avevamo ancora in tasca ma era usato come unità contabile per le transazioni), il nostro paese ha accumulato un surplus di inflazione di oltre 8 punti percentuali rispetto alla Francia. Questo, in presenza di cambi variabili, sarebbe stato riassrobito dalle fluttuazioni dei valori relativi delle monete (il franco sarebbe stato nel medio periodo rivalutato rispetto alla lira proprio perchè, registrando tassi di inflazione più bassa, sarebbe stato più richiesto per poter pagare prodotti francesi più convenienti per il minor tasso di inflazione). Con l’euro questo non è stato possibile e la nostra unica via d’uscita è quella di ridurre il costo dei nostri prodotti pagando meno il lavoro, sia il suo che quello dei suoi dipendenti. Non diventi un fan dell’energia atomica, la prego. Ha dei “costi nascosti” in termini ambientali e sociali che altre forme di produzione di energia non hanno….

    1. Non me ne voglia, ma questo è esattamente il classico atteggiamento italiano. Le proposte le deve fare il dott. Orsi? Aspettiamo ancora qualcuno che ci venga a salvare? Questo articolo è una critica e un avvertimento….chi ha orecchie per intendere intenda…l’Europa non aspetta altro che la nostra dipartita economica, a quel punto faranno a gara per assicurarsi, a buon mercato, un bel posto dove passare le ferie (perchè l’Italia, per due settimane l’anno, resta una meta fantastica). Corsi e ricorsi storici.

      1. nessuno ha orecchie però perchè a nessuno interessa più niente e l’italiano a confronto di altri si lamenta troppo e non combina quasi niente ad oggi….

    2. Beh in quanto a proposte vuote e senza senso puo’ fare il pieno dai nostri politici.
      Le uniche proposte rimaste valide sono improponibili e irricevibili, questo e’ il senso dell’articolo.

    3. è una analisi, alla london school of economics interessa poco delle soluzioni, a quelle ci dovrebbe pensare la leadership italiana, che sempre secondo l’articolo, non c’è…

    4. Veramente le risposte le dovrebbero dare quelli al governo, non le verrei a cercare in questo articolo …..

  47. Egr.Dr.Orsi.
    Ho appena letto il suo articolo e sono completamente d’accordo,tranne che sull’ultima parte.I fondatori dello stato italiano,152 anni fa,hanno fatto più danni che altro.Non sto qui a discutere se sia meglio la monarchia o la (finta) repubblica e non sono un nostalgico dei Borboni,,ma c’è una cosa che si chiama storia,ed è ben diversa da quella che ci hanno venduto finora.I fondatori dello stato italiano hanno commesso un genocidio,successivamente denominato e spacciato per unità d’italia.In realtà si è trattato esclusivamente di un’occupazione coatta e a dir poco violenta di un territorio ricco,tecnologicamente (per l’epoca) avanzato,industrializzato,con i servizi di base garantiti per la maggior parte della popolazione,senza disoccupazione e fondamentalmente disinteressato ad entrare a far parte di una nuova nazione.Il meridione,potrà verificare documentandosi,era 152 anni fa,un posto felice.Poi venne a farci visita nostro fratello,si chiamava Caino.

    1. Concordo pienamente….il Metternich ci capì subito….L’italia è un’espressione geografica….uniti con la forza stati e regioni che ancora oggi non hanno creato un collante sotto uno regime statale che sembrerebbe preistorico nel 1800…..solo in Italia.

    2. E’ proprio vero che Garibaldi fatta l’Italia se ne andò senza raccomandarsi di fare anche gli italiani… e nessuno ci pensò.

    3. Napoli era una città moderna, popolosa ed abbastanza industrializzata, questo è vero. Il resto del Regno delle Due Sicilie, tuttavia, restava pesantemente legato all’eredità latifondista e feudale lasciatagli dagli spagnoli (a cui poco era interessato di farne un territorio moderno, dato che nemmeno nella madrepatria vi erano riusciti). Che la gestione del Mezzogiorno del neonato stato italiano sia stata abbozzata, corrotta ed ai limiti (e di tanto in tanto oltre) del criminale è innegabile; ma bisogna abbandonare il Neoborbonismo, perchè per quanto affascinante è perlopiù falso. Persino la Napoli-Portici, tanto vantata seconda ferrovia d’Europa, fu un fuoco di paglia: nient’altro ne seguì.

    4. Antonio, dici parole sante. Dobbiamo però lottare perchè nelle scuole si finisca di innalzare peana a chi ha tolto benessere (anche se relativo) e principalmente dignità ad una popolazione pacifica (aggiungo purtroppo). E’ stata semplicemente una annessione con la forza del ferro e del fuoco contro popolazioni inermi. Da parte di un popolo di morti di fame, al soldo di un re despota e di un primo ministro che doveva pagare i debiti verso l’Inghilterra e la Francia con i denari del florido Banco di Napoli e con il sangue di tanti nostri consanguinei e avi.

  48. Già non ci e rimasto niente nemmeno le lacrime per piangere, vedi un po’ stanno pensando tra 10 anni questi o so scemi o ci fanno!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  49. una paese che non capisce che mettendo macchinette ricicla lattine nei supermarket risparmia 10 miliardi di euro annui merita il default

    1. 1- Cosa sono queste macchinette?
      2- Perché riciclare lattine?
      3- Perché nei supermercati?
      4- 10 miliardi?

      Se é una battuta non l’ho capita e mi scuso

      1. 1. macchine tipo self-service per i caffe’ in cui pero’ metti una lattina vuota, tiri una leva per triturare la lattina e ti da 5 o 10 centesimi
        2. per risparmiare alluminio e per non inquinare
        3. perche’ li’ c’e’ tanta gente che compera lattine
        4. non so quale sia la fonte, ma mi pare sensata

      2. posso immaginare, avendo visto un servizio in tv simile, che siano macchine per la raccolta differenziata, per ogni lattina o bottiglia in pet viene corrisposto un piccolo importo, dell’ordine di qualche centesimo – dentro ai supermercati per questioni “psicologia” – andiamo al supermercato… quasi tutti … quasi tutti i giorni… è calcolarsi quanti centesimi ti vengono aiuta anche a fare la spesa… (meccanica cerebrale…) – la differenziata viene fatta praticamente da aziende private che poi si occupano direttamente della trasformazione del rifiuto senza passare dalle aziende di raccolta (qui da noi la società che se ne occupa ha commistioni con il comune e ha un deficit che da solo porterebbe la città al fallimento.. ma nessuno dice niente.. e i rifiuti rimangono sotto ai portoni per settimane, mediamente tre.) …. Non so i dieci miliardi, ma a livello nazionale potrebbero anche starci. E l’idea a me pare davvero ottima.. e vecchia peraltro (i vuoti a rendere c’erano già nella repubblica ceca degli anni 60)

      3. nei paesi scandinavi le bevande in lattina o plastica costano di più perchè il prezzo contiene una cauzione che ti viene restituita da queste macchinette che selezionano e comprimono i resi.
        E’ un modo di riciclare più efficente, meno dispersivo, un esempio, perchè siamo un popolo di spreconi, facessimo bene la differenziata nn parleremmo di discariche.
        Le nazioni piccole devono essere efficenti per forza, ricordo le birre con i vuoti a rendere in croazia.
        Chi fa una festa in casa in danimarca, il giorno dopo può andare a fare la spesa con i resi delle lattine che gli invitati lasciano in casa.

      4. È quello che si fa in tutte le principali nazioni europee. Le lattine e le bottiglie di plastica hanno il reso, vanno riportate al supermercato e si hanno 25c per ogni vuoto. Così lo stato non fa la raccolta differenziata, e c’è alta qualità di quello che si ricicla. Non ho mai capito perché non si faccia in italia

      5. 1) sono semplici macchine che raccolgono e compattano alluminio o plastica
        2) l’alluminio e la plastica, come tutto, hanno un costo di produzione e quindi un prezzo di mercato, riciclando hai un risparmio sui costi di produzione di altri beni che li usano
        3) perké nei supermercati ci va chiunque almeno una volta alla settimana, quindi sono molto più accessibili: tutti hanno bisogno di mangiare, quindi devono comprare cibo al supermercato, quindi dato che ci sono depositano lattine e/o bottiglie
        4) non so se siano proprio 10 miliardi annui, ma è comunque un risparmio: ricicli quello che hai in casa e quindi hai già comprato, piuttosto che comprarne di nuovo, calcolando un risparmio di circa il 50%, portato a livello nazionale e per periodi annui, cifre grosse escono tranquillamente, soprattutto pensando alla diffusione di tali materiali.

        In Cina, per farti un esempio, puoi comprare i biglietti per i mezzi pubblici pagando in bottigliette e lattine… nn penso lo farebbero se nn avessero un ritorno economico 🙂

    2. Vero, ma non è “il paese”, ma la gente. A fine anni ’80 le macchinette sono state installate (Padova, Vicenza, Treviso) ma sono rimaste inutilizzate. E alcune sono ancora là ad arrugginire.

  50. 152 anni fa è stato colonizzato uno stato che aveva oltre 1000 di storia, utilizzato poi come bacino di risorse umane a basso costo.
    La popolazione è stata scientemente indotta ad emigrare per alimentare il sistema del rimessaggio bancario. Ci sono atti di dibattimento parlamentare che hanno registrato questi fatti.
    Partiamo da qua. Il sangue, i nostri trisnonni lo hanno versato fucilati sulle montagne, e poi etichettati come briganti o fiancheggiatori. Grazie a provvedimenti come la legge Pica.
    Dopo i fatti degli ultimi 20 anni, ora il sistema economico a trazione anteriore, con nord che produce e sud ridotto a semplice mercato, è fallito, e ne stiamo pagando il prezzo.
    L’economia al nord è drogata, ed al sud mai partita.
    Siamo allo stato incapaci di affrontare le sfide di un mondo che corre.
    Ma un equilibrio verrà trovato di certo.
    Siamo pur sempre un bacino di 60 milioni di occidentali, inseriti nella rete globale e funzionali al sistema.
    I catastrofisti sono solo alla ricerca di notorietà e qualche articolo ben pubblicizzato.

    1. E basta con questa storia che il nord produttivo bla bla! In alcune regioni del sud quello che ora sta accadendo al nord è già successo 20 anni fa! Ormai non c’è già più niente da fare!!!! Pienamente d’accordo con l’ariticolo!

    2. Concordo al 100%… la “piemontesizzazione” della penisola, nel lungo termine, non ha dato i risultati sperati. Speriamo si riesca a salvare il salvabile….

    3. E comunque la seconda nazione per produzione industriale d’Europa . E con la migliore produzione di vini che gli “altri” si vorrebbero bere. Grazie Andrea. Grazie di esistere.

      1. Vatti a fare un giretto in francia e guarda i loro vigneti…c’e’ da vergognarsi come teniamo i nostri al confronto…e fanno un ottimo vino a prezzi piu’ che abbordabili…meno chiacchiere e tanto ottimo prodotto…

    4. Sempre a denigrarci, a vedere nero, a valutare sempre meglio gli altri.. e basta.. ma che c**** hanno i vigneti francesi che noi non abbiamo? ( ad esempio) .. ma siete mai stati nelle nostre cantine ? visitatele prima di scrivere cavolate… e cosi per il resto… il nome Italia vale ancora molto e questi denifrator da quattro soldi non servono a nulla se non ad alimentare il masochismo tipico distruttivo italiano.. fate un giro in Spagna, in Francia o altri paesi.. e poi vediamo se stanno meglio

  51. Sono pienamente d’acoordo con quanto dice il Dr Orsi.Va pure aggiunto che la modifica dell’art.138 della Costituzione portera’ tragicamente l’Italia verso un regime-dittatura considerato il fatto che il paese e’ pieno di rigurgiti fascisti e molti italiani si informano poco e sono portati a scarsa partecipazione alla vita civile.Povera Italia!

    1. il problema è che oltre ai rigurgiti fascisti ci sono pure i comunisti, purtroppo sono pure troppi altro che rigurgiti, e questo è ben più pericoloso….

      1. ma che comunisti… dài, dopo Berlinguer si sono estinti tutti… Quello che frega l’italia sono i varii ex DC che si pitturano le casacche di volta in volta di nero o rosso, ma in verità restano sempre gli stessi….

      2. Purtroppo i comunisti veri sono rimasti on pochi se no non saremmo in questa condizione. Quello di cui avremmo bisogno è un governo COMUNISTA!

    2. Non modifica ma bensì deroga.
      Come fa a portare a un regime-dittatura se la revisione (con procedimento in deroga) non può andare a toccare i principi fondamentali ma solo i titoli I, II, III, e V della parte seconda?

    3. Vedo caro Vincenzo il fatto che tu intervenga con queste parole indica il vero handicap degli italiani che ancora fanno differenza tra fascisti e comunisti, nella storia del nostro paese entrai le fazioni hanno dato e entrambe hanno anche tolto… Rimanere legati alle ideologie del passato e a queste schematizzazioni nn fa che creare una frattura nel paese… Se veramente vogliamo cambiare e migliorare il nostro paese dovremmo cominciare a cambiare noi stessi… Basta divisioni basta con queste storie tra comunisti e fascisisti, se continuiamo così il baratro e li che ci aspetta… Quando l’Italia si creo nn c’erano divisioni ideologiche ma Unione di ideali…ideali di patria nazione unita che coinvolse tutte le genti italiche… L’ignoranza i credi politici hanno contribuito alla separazione del popolo se veramente vogliamo cambiare se verente vogliomo riportare l’Italia al posto che gli spetta allora lo si deve fare insieme come una volta…

      1. Bhe…quando l’Italia si creo’…, vallo a dire a Garibaldi e Cavour se non vi sono state divisioni politiche…ma che vi credete, che esistono solo Comunisti e fascisti (peraltro entrambe praticamente scomparsi)!!

    4. Ottima articolo. Una domanda a tutti : ma chi ha votato e perche’ hanno votato in Italia un Berlusconi od un Prodi ?
      Inoltre, come fa un Prodi ad insegnare in una Universita’ economia ???
      Grazie

Comments are closed.