9 ott – «Andiamo a caccia con il machete e facciamo volare le teste. Stiamo avvolgendo la Lombardia in un inferno». Nei versi di questo macabro inno c’è tutta la pericolosità della Mara Salvatrucha, o Ms13, la gang di origine salvadoregna sbarcata a Milano. L’arresto di 25 affiliati è solo l’ultimo capitolo di una storia di violenza iniziata nel 2008. All’inizio sono pochi «cani sciolti» in fuga dalla povertà del Salvador post-guerra civile e dalla faida con le bande rivali.
«Sono già affiliati e sanno di essere «morti che camminano». La loro unica possibilità è la fuga all’estero», spiega Massimo Conte, dell’associazione «Codici», esperto di pandillas. All’inizio si muovono in periferia, poi il panorama cambia. I tentati omicidi dell’inverno 2011, in piena piazza Duomo, rappresentano il «salto di qualità» della Ms13. La task force della squadra mobile nata per combattere le gang latino-americane individua una struttura organizzata, fondata su rigidi schemi gerarchici: un capo («ranflero» in gergo) un paio di luogotenenti e soldati semplici alla base.
Il regolamento è basato sull’obbedienza assoluta: una volta entrati nella Mara Salvatrucha, non si torna indietro. La diserzione è una macchia da pagare con la vita: «L’unica alternativa al carcere è il cimitero», recita uno dei comandamenti. Il reclutamento avviene nelle strade e nelle feste a ritmo di hip-hop e reggaeton. Il rito d’iniziazione è feroce. Tredici, interminabili, secondi di pestaggio: decine di mareros si accaniscono contro il futuro affiliato. Il sangue e le costole rotte segnano l’ingresso nella «famiglia» della Mara Salvatrucha. Il «lasciapassare» per le ragazze è ancora più selvaggio: lo stupro.
Il rito di passaggio è completato dai tatuaggi, una firma che dimostra lealtà e appartenenza. I disegni hanno una forte carica simbolica.
Oltre al numero 13 e le iniziali «Ms», che avvolgono i corpi anche in parti nascoste come palpebre e interno del labbro, ricorrono rappresentazioni del diavolo. A volte si tatuano lacrime sotto gli occhi, un macabro conteggio degli omicidi commessi: ogni goccia, un morto. Anche il linguaggio costruisce l’identità: allo slang si affiancano numerosi gesti in codice. Indispensabile, poi, un nome di battaglia: «Kamikaze», «Loco», «Spider» i soprannomi di alcuni degli arrestati a Milano.
I mareros combattono per la supremazia del territorio, marcato da graffiti con le iniziali cubitali «Ms». Esistono rivalità e alleanze che si trascinano dall’America Latina: i nemici sono quelli della Mara 18, i Latin Kings sono compañeros. Rapine, spaccio e furti sono i mezzi di sostentamento, anche se alcuni membri provengono da famiglie «normali».
La Mara Salvatrucha fa la sua comparsa negli Anni Ottanta a Los Angeles. Gli immigrati salvadoregni fuggono dalla guerra e trovano rifugio nella California ispanica. Si riuniscono per difendersi dalle gang di afroamericani e messicani, ma il salto alla vita criminale è breve. Estorsioni e spaccio all’inizio, poi omicidi su commissione e le faide sanguinose con le altre pandillas. Centinaia vengono arrestati e rimpatriati nel paese d’origine, dove non finiscono in carcere: lì non hanno precedenti penali. L’«esperienza» maturata nelle carceri statunitensi viene trasmessa a nuovi adepti: inizia così un’ondata di violenza che in breve insanguina il Centroamerica, si estende negli Stati Uniti e in alcune parti del Sud del continente.
Si stima che gli affiliati attuali siano circa 100 mila in tutto il mondo. Si dedicano al narcotraffico e terrorizzano e uccidono i disperati che dall’America centrale inseguono il sogno statunitense, in fuga da quella violenza che non fanno in tempo a evitare.
Filippo Femia per “La Stampa“
4. L’INNO RAP DI CONQUISTA
Da “La Stampa”
…La Mara Salvatrucha…sta stupendo…soldati di Perù e Ecuador…sta arruolando…Chavalas ammazzando…l’Italia invadendo…con intelligenza ci stiamo espandendo…la Lombardia in un inferno la stiamo avvolgendo…
…Sono il terrore…mi trovo a Milano…sempre le due lettere rappresento…da Hilo Pango…San Bartolo e centro…seguo il gioco…Alaska criminales…siamo le bestie che ammazziamo tutti quegli animali…Machete in mano che stiamo andando a caccia…ai Chavalas li ammazziamo…dovunque a sangue freddo…col collo che vola…seppelliamo…il suo corpo…li umiliamo…li minacciamo…
Chi siamo noi? gli Ms… la gente che ogni giorno nel mondo cresce… La Mara salvatrucha… Zanzibar e Sonsonate… la gente ci combatte… non cercate che io vi ammazzi… chi siamo noi? Gli «Ms» la gente che ogni giorno nel mondo cresce. La Mara salvatrucha… Zanzibar e Sonsonate… la gente ci combatte… non cercate che io vi ammazzi. Un saluto per tutti i miei Homboy che sono in carcere qua in Italia…
…La Mara Salvatrucha…sta stupendo…soldati di Perù e Ecuador…sta arruolando…Chavalas ammazzando…l’Italia invadendo…con intelligenza ci stiamo espandendo…la Lombardia in un inferno la stiamo avvolgendo…
…Sono il terrore…mi trovo a Milano…sempre le due lettere rappresento…da Hilo Pango…San Bartolo e centro…seguo il gioco…Alaska criminales…siamo le bestie che ammazziamo tutti quegli animali…Machete in mano che stiamo andando a caccia…ai Chavalas li ammazziamo…dovunque a sangue freddo…col collo che vola…seppelliamo…il suo corpo…li umiliamo…li minacciamo…
Chi siamo noi? gli Ms… la gente che ogni giorno nel mondo cresce… La Mara salvatrucha… Zanzibar e Sonsonate… la gente ci combatte… non cercate che io vi ammazzi… chi siamo noi? Gli «Ms» la gente che ogni giorno nel mondo cresce. La Mara salvatrucha… Zanzibar e Sonsonate… la gente ci combatte… non cercate che io vi ammazzi. Un saluto per tutti i miei Homboy che sono in carcere qua in Italia…
Sta diventando un far west come negli Stati Uniti, io vivo al sud e queste cose non succedono almeno nella mia città, se vivessi a Milano mi sarei già armato,cosa che dovreste fare voi che abitate lì difendete le vostre case,il vostro territorio,i vostri cari,non capisco perchè accettate tutto questo, si sa che le forze dell’ordine possono fare poco e l’iter burocratici sono troppo lunghi per incriminare questa gente, cominciate a sparare nelle gambe e vedete se dopo un pò nn stanno buoni, l’Italia è nostra e la dobbiamo difendere visto che lo stato non fa niente, basta avere le palle
HO VISSUTO NEL LORO PAESE PER 9 ANNI. FANNO UNA MEDIA DI 4500 MORTI ALL’ANNO IN UN PAESE DI 7.500.000 PERSONE. BUSH IL PRESIDENTE USA, NE HA RIMPATRATI FORZATAMENTE 9000, TRA IL 2009 ED IL 2010. QUI BUSH NON C’E’. QUI CE LI TENIAMO, MA ATTENZIONE…UNA VOLTA RADICATI, E’ DIFFICILISSIMO SRDADICARLI !! NEGLI U.S.A IL PROBLEMA, NONOSTANTE TUTTO, E’ ANCORA PERSISTENTE, E LORO NON USANO I GUANTI COME FACCIAMO NOI.