Milano: Sgominata gang di ‘latinos’, iniziazione con stupri e pestaggi

MS13

8 ott. – Sgominata la MS13, la banda di strada composta prevalentemente da giovani latino-americani che operava a Milano dal 2008. Le 25 persone appartenenti alla gang, di cui 7 minorenni, sono accusate di associazione a delinquere, rapina, lesioni, detenzione e porto di armi da taglio. L’accusa più grave è quella di tentato omicidio. Alla stessa organizzazione sono infatti da collegare due tentati omicidi avvenuti tra il gennaio e il febbraio 2011 a Milano. Alcuni adepti della banda, 7 in totale, erano già in carcere o in comunità per reati commessi negli ultimi anni.

La polizia spiega che si tratta di un’organizzazione con un programma criminoso stabile, una rigida gerarchia interna che vede al vertice il capo detto ‘Kamikaze’, e un rito di iniziazione che prevede il pestaggio di un uomo o la violenza su una donna. L’ipotesi di lasciare la banda non è contemplata e gli ordini del ‘capo’, chiamati ‘luce verde’, non si mettono in discussione. Conclude il quadro una simbologia fatta di tatuaggi sul corpo e graffiti per segnare il territorio. Questi i particolari che emergono dalle intercettazioni telefoniche raccolte dalla squadra mobile di Milano.

Finalità della banda era quella di imporsi sulla comunità latino-americana presente sul territorio. Per questo motivo le vittime delle violenze erano in gran parte connazionali, mentre i furti e le rapine, utili solo al sostentamento economico dell’organizzazione, erano casuali.

Per entrare nella gang, gli affiliati si sottoponevano a un vero e proprio rito di iniziazione, che per gli uomini constava di un pestaggio di almeno 13 secondi.
Alle donne era riservata una violenza sessuale. Una volta ammessi, gli appartenenti potevano sfoggiare tatuaggi e simboli della “Ms13”, contrassegnare il “territorio di caccia” con graffiti – le tag sono state ritrovate ad esempio al Parco Nord di Milano e in via Giovanni da Procida -, e partecipare alla divisione del bottino, solitamente frutto di rapine da strada.
Per chi sgarrava disobbedendo alle regole interne e per gli appartenenti a bande rivali erano previsti pestaggi e accoltellamenti, tutti documentati.

Le indagini della seconda sezione della Squadra Mobile di Milano prendono le mosse da due tentati omicidi commessi dalla gang di “latinos” nel gennaio e febbraio 2011 alle fermata della metropolitana “Duomo” e in via Pompeo Castelli. Nella prima occasione la vittima era un 19enne cittadino ecuadoriano, accoltellato al torace mentre si trovava sulla banchina della metro insieme alla fidanzata mentre il secondo episodio riguarda l’accoltellamento di un ventenne peruviano, autore di alcuni insulti alla banda. Gli autori dei due delitti erano gia’ finiti in carcere ma attraverso pedinamenti e intercettazioni gli investigatori sono riusciti a penetrare nel profondo della struttura della “Ms13” o “Mara Salvatrucha”, che a questo punto si configura – dicono gli inquirenti – come una vera e propria organizzazione criminale”.

La “Ms 13” milanese, hanno dimostrato le indagini, era in contatto con la “casa madre” in El Salvador, ma manteneva una certa autonomia di azione. Nel corso delle perquisizioni avvenute a Milano, nell’hinterland, in altre province lombarde e in provincia di Novara, gli inquirenti hanno ritrovato coltelli e machete impiegati in numerosi episodi, e il “codice di regole” proveniente direttamente dalla gang originaria di El Salvador.

I provvedimenti di custodia cautelare hanno raggiunto 25 persone tra i 17 e i 36 anni, (sette sono minorenni) tra cui due maggiorenni gia’ detenuti per gli accoltellamenti del 2011 , oltre ad un minore che si trova gia’ un carcere all’istituto Beccaria di Milano e altri due minori ospitati da allora in una comunita’. Tra loro c’e’ il leader della gang, Gerardo Flores Soto, detto “Kamikaze” o “Ranflero”. Le ordinanze sono state emesse su richiesta del pm Adriano Scudieri e della sua collega della procura dei minori Anna Maria Fiorillo.