3 ott – Non ha fine lo scontro tra Parlamento europeo e Consiglio sui bilanci. Mentre l’Eurocamera resta in attesa del sì definitivo dei governi al versamento dei 3,9 miliardi richiesti dalla Commissione europea per onorare le fatture in sospeso nel 2013 e ricorda che tale versamento è la condizione “indispensabile” per approvare il bilancio pluriennale 2014-2020 (che andrà al vaglio della plenaria di Strasburgo tra il 21 ed il 24 ottobre rischiando la bocciatura), la Commissione Bilancio del Parlamento tra ieri e oggi ha ribaltato con una serie di votazioni l’impostazione dei governi sul budget 2014.
In particolare i parlamentari chiedono che siano annullati i tagli proposti dal Consiglio negli investimenti necessari per stimolare la crescita, come ricerca, misure a favore del lavoro giovanile e l’imprenditoria. Hanno approvato il ‘frontloading’ di 360 milioni di euro, annullando di fatto i tagli che il Consiglio – contraddicendo le conclusioni del vertice di giugno – ha chiesto. “Abbiamo disperatamente bisogno di investimenti, ricerca, formazione e innovazione” commenta la liberale danese Anne Jensen che punta il dito sui governi: “E’ strano vedere che il Consiglio abbia concentrato i tagli proprio in queste aree”.
Il presidente della Commissione Bilanci, il ‘popolare’ francese Alain Lamassoure (Ump), lancia poi l’allarme sullo stato dei pagamenti: “Nel migliore dei casi, per il 2014 avremo un budget inferiore del 6% a quello del 2013. Ma il 90% delle risorse del prossimo anno dovranno essere usate per pagare gli arretrati. Ciò significa che la Ue che ha un disperato bisogno di investimenti non avrà i mezzi per investire in alcunché”. La Commissione Bilanci ha poi congelato le spese per il funzionamento dello stesso Parlamento (1,764 miliardi di euro) e tagliato le spese per i viaggi dei parlamentari. Inoltre ha approvato il mantenimento dei 250 milioni di fondi di aiuti per il Medio Oriente.