22 sett – Non c’è limite al peggio. Ieri Stefano Rodotà, giurista ed ex candidato dei grillini alla presidenza della Repubblica, si è esibito in una performance da “cattivo maestro” definendo “comprensibile” la lettera scritta da due neobrigatisti.
Rodotà (ex Pci): dalle nuove Br “Parole deprecabili, ma comprensibili”
Il messaggio dei terroristi era chiarissimo: il movimento No Tav deve fare un passo in avanti, cioè andare verso la lotta armata. Una pioggia di critiche ha inondato Rodotà che poi ha tentato di far marcia indietro accusando giornali e politici di aver male interpretato le sue parole. “Comprensibile non significa che sia giustificata”, ha precisato rodotà prendendo le distanze dai violenti.
Tra i molti ad aver stigmatizzato la frase di Rodotà anche Angelino Alfano. “Le dichiarazioni sono gravissime, inquietanti. Le condanno duramente, mi auguro che Rodotà le rettifichi. Mi chiedo se non ci sia da temere per il ritorno dei cattivi maestri“. Una dichiarazione sentita, quella del Ministro dell’Interno, ma anche dovuta dato l’incarico che Alfano ricopre nelle istituzioni.
Ma Rodotà non ci sta e oggi minaccia di adire le vie legali. Contro Alfano, ma anche contro Libero e il Giornale: “Una mia dichiarazione su una lettera di brigatisti è stata deliberatamente falsificata da alcuni organi di stampa e esponenti politici, malgrado le mie immediate, chiarissime, non equivoche precisazioni, che peraltro non sarebbero state necessarie se le mie parole fossero state lette con onestà intellettuale. Aggiunge quindi di aver dato mandato perché‚ siano esercitate le opportune azioni legali nei confronti di Libero e de Il Giornale, e del ministro Alfano, le cui imprudenti dichiarazioni sono all’origine di una vicenda gravemente lesiva della mia onorabilità”.
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