22 sett – A Bruxelles, come in buona parte dell’Unione Europea, gli occhi sono puntati sulla Germania. La campagna elettorale ha infatti congelato importanti progetti politici: non solo l’unione bancaria e la difesa comune, ma anche i piani per stimolare la crescita.
Tutte le decisioni sono in stand-by senza un chiaro pronunciamento della Cancelleria qui a Berlino. Un pronunciamento che molti europei sperano arrivi dopo le elezioni.
Concentrata a contendersi la vasta massa degli indecisi, la CDU del cancelliere ha però in campagna elettorale prediletto tutti altri temi. Prendere il paese per mano e affidarlo alla guida sicura di chi ha già l’esperienza del comando, il principale messaggio veicolato.
Se Die Linke e Alternativa per la Germania hanno di fatto monopolizzato i temi europei, il polso tastato a Berlino sembra confermare che per i tedeschi la priorità è altrove.
“Il vero tema importante è salario minimo – dice una donna all’uscita da un ristorante -. Io lavoro qui e guadagnare così poco equivale praticamente a non lavorare”. “L’Europa non è certo stata un tema centrale della campagna – le fa eco un altro passante -. E questo, perché l’idea di Europa non ha mai attecchito nella nostra società”.
“Credo che i tedeschi vogliano semplicemente salvaguardare il loro patrimonio economico – dice un emigrato italino -, e per questo guardano anzitutto ai loro diritti”. Cambiare rotta sull’austerity è uno dei pochi temi europei di cui l’SPD si è fatto portavoce in campagna. Un messaggio, che secondo alcuni esperti rischia però di alimentare illusioni.
Capo-redattore del sito Strategic Europe, Judy Dempsey è anche professore associato al Carnegie Endowment for International Peace.
“C‘è uno strano equivoco – ci dice – da parte dei laburisti britannici e dei socialisti francesi, che si dicono: ‘Con l’SPD in una grande coalizione, Merkel ammorbidirà la sua linea sull’euro, aumenterà le spese e difenderà la carta sociale europea. L’SPD si batterà certo per tutto questo, ma non bisogna dimenticare che ha sempre sostenuto Angela Merkel nelle sue politiche contro la crisi economica”.
Speranza di molti, e non solo nei paesi periferici della zona euro, è insomma che da queste elezioni esca una rinnovata strategia anti-crisi che prediliga gli stimoli ai tagli. Una linea, che se si imponesse a Berlino, potrebbe spostare l’asse dell’approccio europeo. euronews