16 ago – In 24 ore i fratelli musulmani hanno bruciato 52 chiese, 13 centrali di polizia e 8 tribunali in 8 governatorati.
E’ in fiamme il ministero delle Finanze al Cairo: lo scrive l’agenzia, secondo cui il palazzo è stato occupato dai manifestanti pro Morsi.
La tv di stato ha riferito che sostenitori di Morsi hanno attaccato una stazione di polizia al Cairo, uccidendo a colpi d’arma da fuoco almeno quattro agenti. La tv statale ha annche annunciato che la polizia del Cairo ha preso il controllo di una seconda piazza pro-Morsi nella capitale. Centinaia di persone la stavano lasciando. Si trata della piazza Rabaa al-Adawiya, l’ultimo bastione dei manifestanti che appoggiano il presidente destituito Mohamed Morsi. Un responsabile per la sicurezza ha confermato alla France Presse che le forze dell’ordine hanno consentito a chi voleva lasciare la piazza di farlo senza problemi, ma diversi manifestanti rifiutavano di lasciare piazza Rabaa e ci sono stati tafferugli. Un attacco sarebbe anche stato compiuto ai danni della biblioteca di Alessandria.
Il ministero dell’interno egiziano ha reso noto di aver arrestato più di 540 “facinorosi”, una parte dei quali era in possesso di armi bianche, mitragliatori e munizioni.
Per tutta risposta gli Stati Uniti chiedono con fermezza che i leader dell’esercito egiziano rispettino i basilari diritti umani del loro popolo. Lo rende noto la Casa Bianca. Il portavoce della Casa Bianca ha sottolineato che il ricorso alla violenza ”finisce solo per rendere piu’ difficile, per entrambe le parti, la possibilita’ di tornare sulla strada della pace e della democrazia”.
Gli Stati Uniti, sottolinea ancora la Casa Bianca, si oppongono in modo fermo alla dichiarazione dello stato d’emergenza stabilita dai militari in Egitto. Nel bocciare il ricorso alla violenza e allo stato d’emergenza, continueranno comunque a mantenere colloqui con le autorita’ del Cairo allo scopo di arrivare a una transizione pacifica verso un governo democraticamente eletto e il rispetto dei diritti umani. Questo processo e’ l’obbiettivo degli Usa.
Lo rende noto il vice portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, in un briefing a Martha’s Vineyard, dove Obama sta trascorrendo una settimana di vacanza. (ANSAmed).