6 ago. – Le grandi imprese italiane valgono di piu’, ma sono sempre piu’ in mano agli stranieri. Lo rivela un rapporto di Unimpresa, secondo il quale negli ultimi dodici mesi, nonostante la crisi, il valore delle societa’ per azioni del nostro Paese e’ cresciuto di 26,2 miliardi di euro (+1,27%), passando da 2.066,9 miliardi a 2.093,1 miliardi.
Tuttavia, nello stesso periodo, la quota di possesso detenuta da soggetti esteri e’ cresciuta di 5,6 miliardi (+1,76%), passando a un totale di 327,2 miliardi rispetto ai 321,5 miliardi di un anno fa.
Piu’ nel dettaglio le spa quotate in Borsa hanno bruciato 14,2 miliardi (-3,86%) di capitalizzazione, calando da 368,6 miliardi a 354,4 miliardi. Questi i dati principali di un rapporto del Centro studi Unimpresa che ha analizzato l’andamento del valore delle spa della Penisola dal primo trimestre 2012 al primo trimestre 2013.
Secondo la ricerca gli stranieri hanno il 40% delle spa quotate a piazza Affari e il loro peso e’ aumentato di 5,6 miliardi da 321,5 miliardi a 327,2 miliardi. Un aumento del peso proporzionalmente piu’ forte nel recinto delle quotate: le azioni detenute dagli stranieri sono passate da 136,6 miliardi a 139,5 miliardi con una crescita di 2,8 miliardi (+2,10%). In termini percentuali, gli stranieri ora posseggono il 39,36% delle azioni di imprese quotate, rispetto al 37,06% di marzo 2012. Guardando all’intero bacino delle societa’ per azioni tale percentuale e’ assai piu’ bassa: a marzo 2012 era il 15,55% e dodici mesi piu’ tardi era sostanzialmente stabile al 15,63%.
“Le big sono sane – commenta il presidente di Unimpresa Paolo Longobardi – Gli stranieri? Dimostrano forza del made in Italy, ma occhio a non perdere tutto”. “La ricerca – aggiunge – consente due riflessioni: anzitutto che la crisi italiana e’ nelle piccole e medie imprese e che proprio su questa categoria vanno concentrati gli sforzi da parte di Governo e Parlamento.
Quanto alle quote di possesso, la crescita degli stranieri mostra un forte interesse per il made in Italy,che ha sempre una grande forza, ma allo stesso tempo deve essere fonte di preoccupazione forte per il sistema Paese: si lanciano segnali d’allarme rosso quando i player internazionali vogliono acquistare grandi nomi, quelli conosciuti. Mentre sotto traccia, e nel silenzio piu’ assordante, stiamo perdendo tutto”. (AGI) .