13 lug – Il governo si accinge a contrastare e a prevenire il fenomeno del femminicidio con una serie di misure gia’ individuate e ora in fase di realizzazione. Lo ha annunciato in un’intervista a ”Poliziamoderna”, il mensile della Polizia di Stato sul numero di luglio, Isabella Rauti neo-consigliere del ministro dell’Interno Angelino Alfano per le politiche contro la violenza di genere.
La Commissione Istruzione ha avviato in sede consultiva l’esame del DDL 734 contenente disposizioni per la promozione della soggettivita’ femminile e per il contrasto al femminicidio . La senatrice Di Giorgio (PD) ha svolto la relazione introduttiva sottolineando che il progetto normativo si pone in continuita’ con il DDL 720 di ratifica della Convenzione di Istanbul (approvato recentemente a Palazzo Madama) per dettare norme attuative con particolare riguardo all’educazione e alla formazione, nella prospettiva di innescare una inversione di tendenza a livello culturale.
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Dopo aver espresso apprezzamento per le modalita’ di stesura del testo e per il linguaggio utilizzato, che risulta facilmente comprensibile e immediatamente applicabile, ha rilevato che il Capo I rappresenta una sorta di manifesto al punto che il disegno di legge puo’ divenire esso stesso un elemento di divulgazione. Al riguardo ha fatto presente che esso sara’ presto oggetto di diffusione teatrale.
Ha poi messo l’accento sull’articolo 2 riguardante il codice deontologico dei media, richiamando in particolare il ruolo dell’Autorita’ per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) e dei giornalisti affinche’ nei palinsesti, nei programmi e nei messaggi pubblicitari sia rispettata la dignita’ delle donne. Quindi praticamente si getta la colpa della violenza sulle donne che si mostrano troppo e non sugli uomini violenti privi di autocontrollo.
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La relatrice ha poi evidenziato che l’articolo 3 riguarda la formazione, informazione, sensibilizzazione, promozione culturale precisando che le Prefetture possono promuovere protocolli d’intesa con alcuni soggetti, fra cui gli Uffici scolastici provinciali per monitorare e prevenire gli atti persecutori, facilitare le denunce e sostenere le vittime. L’esame di merito del DDL sara’ a breve avviato dalle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia.
Le cifre sulle violenze ai danni delle donne sono da capogiro come emerge da un recentissimo rapporto dell’Oms: 6 milioni e 700 mila donne italiane tra i 16 e i 70 anni sarebbero vittime di abusi fisici e sessuali e circa un milione di donne potrebbero aver subito stupri o tentati stupri; eppure del 14,3% delle vittime di violenza solo il 7% lo ha denunciato.
Come combattere questa piaga? ”Si tratta di un flagello sociale – ha detto Isabella Rauti- per cui e’ importante avere la dimensione estesa del fenomeno per mettere in atto una efficace azione combinata di prevenzione e di contrasto”. Il tutto accompagnato da una task force interministeriale e da corsi gia’ avviati per preparare adeguatamente il personale che verra’ a contatto con le donne vittime di violenze soprattutto in famiglia.
Secondo i dati del Servizio Analisi criminale (Sac) della Direzione centrale della polizia criminale, crescono le denunce per atti persecutori, segno di maggiore consapevolezza e fiducia in un aiuto delle forze dell’ordine. In molte questure, una volta valutato il livello di rischio attraverso il metodo Sara (Spousal assault risk assessment), si procede con la gestione del rischio che implica il coinvolgimento di vari attori istituzionali con provvedimenti penali, civili o amministrativi per il monitoraggio e la protezione della vittima