13 lug. – “La chiusura dell’impianto di Vibo Marina non dipende da spostamenti della produzione in altre regioni o altri paesi, ma dalle condizioni del mercato del cemento in Italia che registrano un volume di vendite piu’ che dimezzato rispetto a sette anni fa”. Lo sottolinea, in una nota, Italcementi. “Una situazione – afferma l’azienda – nota a livello nazionale, dopo che sia l’Aitec (associazione di settore dei produttori di cemento), sia l’Ance (associazione di settore dei costruttori) hanno evidenziato i numeri di una crisi drammatica per tutta la filiera delle costruzioni”.
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“Dopo un crollo senza precedenti che ha riportato il mercato italiano del cemento ai livelli degli anni Sessanta – ricorda la nota – le vendite nel nostro Paese stanno registrando nel primo semestre del 2013 un’ennesima consistente diminuzione. I dati del Ministero dello Sviluppo Economico parlano di una ulteriore caduta del 18,2% tra gennaio e aprile 2013 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, che gia’ aveva registrato un drastico calo dei volumi”. “L’andamento del mercato del cemento, del resto, rispecchia – si legge ancora – il momento difficilissimo che il comparto delle costruzioni sta attraversando. I dati diffusi in settimana dall’Ance, davanti anche a rappresentanti del Governo, parlano infatti di 690 mila posti di lavoro complessivamente persi negli ultimi cinque anni a causa della crisi del settore”.
Per fare fronte a questa situazione, prosegue l’azienda, “Italcementi ha varato un piano che prevede la razionalizzazione della propria rete produttiva, con la chiusura di alcuni impianti e la ristrutturazione di altri, scelti in base a una analisi complessiva del mercato italiano, al fine di mantenere il proprio apparato produttivo efficiente dal punto di vista industriale e adeguato ai mutati volumi di vendita. Questo – conclude – potra’ garantire la tenuta dell’azienda in una fase drammatica del mercato”.