5 giu – Doppia iniziativa legislativa per favorire la cultura dell’alimentazione vegetariana e vegana dall’ex ministro Pdl Michela Vittoria Brambila che ha presentato due proposte di legge che mirano a garantire la possibilità di scegliere menu vegetariani nelle mense e nei luoghi di ristoro pubblici e privati e a promuovere la cultura ‘veg’ nelle scuole. “Il sistema della pubblica istruzione – ha sottolineato Brambilla nel darne notizia- deve avere un ruolo più incisivo nell’educazione alimentare, presentando ai giovani, correttamente, anche le alternative che incidono meno sull’ambiente”. E “favorire l’orientamento verso un’alimentazione vegetariana può contribuire a ridurre le emissioni di gas serra e a distribuire più equamente le risorse alimentari” e dunque “costituisce certamente una scelta responsabile verso il pianeta”.
L’iniziativa della Brambilla, presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, è stata assunta in occasione della “Giornata mondiale dell’Ambiente” dedicata quest’anno allo spreco alimentare e al “foodprint”, l’impatto delle produzioni alimentari sull’ambiente.
“Dobbiamo confrontarci – ha ricordato Brambilla- con dati impressionanti: secondo stime della Fao, ogni anno nel mondo si buttano 1,3 miliardi di tonnellate di avanzi, un terzo di tutto il cibo prodotto, il quadruplo di quanto basterebbe a nutrire gli 868 milioni di persone che nel mondo soffrono la fame. Un fatto in sé intollerabile, e tanto più grave perché la produzione alimentare globale è responsabile del 70% del consumo di acqua dolce, dell’80% della deforestazione, del 30% delle emissioni globali di gas a effetto serra.
Quindi, il totale del cibo sprecato dai soli italiani assorbe risorse equivalenti a 186 mila tonnellate di petrolio e produce 4 milioni di tonnellate di CO2 l’anno, più o meno un quarto dei tagli richiesti dal Protocollo di Kyoto. Sono cifreche raccomandano, per non dire impongono, un cambiamento nel nostro stile di vita che a sua volta richiede un profondo mutamento culturale: non soltanto occorre modificare i nostri comportamenti quotidiani di consumo ma anche orientarsi verso cibi a più basso impatto ambientale, come quelli di derivazione vegetale”.