28 MAG – I rapporti dei servizi segreti degli Stati Uniti con Beppe Grillo sono il tema di un capitolo del libro intervista a Luigi Bisignani, ”L’uomo che sussurra ai potenti”, realizzato da Paolo Madron e in uscita giovedi’ da Chiarelettere.
Bisignani oltre a raccontare una vicenda gia’ conosciuta come il pranzo tra Beppe Grippo e alcuni agenti e diplomatici amercani e il dispaccio dell’ex ambasciatore Ronald Spogli, aggiunge: ”Avendo avuto anch’io il dispaccio in mano, c’e’ qualcosa che andrebbe approfondito” in quanto sono stati occultati ”chirurgicamente quasi tutti i destinatari sensibili” tra cui oltre alla Casa Bianca, al Dipartimento di Stato e alla Cia ”c’e’ da scommetterci ci fosse il Dipartimento dell’energia e la National Secuity Agency, che si occupa soprattutto di terrorismo informatico”.
L’ambasciatore Usa, ex cognato di Kerry, figlio di un agente della Cia, apprezza i grillini
Lombardi: oggi delegazione M5S dall’ambasciatore Usa Thorne
”Agli americani – spiega Bisignani – e’ noto il rapporto strettissimo che Grillo ha con due loro vecchie conoscenze. Franco Maranzana (Directors and Management stratex international), un geologo controcorrente di 78 anni, considerato il suo piu’ grande suggeritore su tematiche energetiche e ambientali non politically correct, in contrasto cosi’ con la linea ecologica che viene attribuita al movimento. E soprattutto Umberto Rapetto, un ex colonnello della Guardia di finanza”.
L’occhio degli Usa su Beppe Grillo fin da tempi non sospetti e la longa manus di Washington ad accompagnarlo, come vent’anni fa accadde con Antonio Di Pietro.
E’ l’analisi che Luigi Bisignani fa dei rapporti tra gli Stati Uniti e il leader di M5S in un capitolo di ‘L’uomo che sussurra ai potenti’ libro-intervista con Paolo Madron.
“Mi sembra di rivedere il film con cui alcuni diplomatici Usa accompagnarono la corsa di Antonio Di Pietro” dice Bisignani nel volume pubblicato da Chiarelettere. Prova ne e’, secondo Bisignani, l’incontro che alcuni diplomatici e agenti Usa ebbero con il comico genovese nel 2008 “quando il fenomeno Grillo era ancora di la’ da esplodere”. “Agli americani e’ noto il rapporto strettissimo che Grillo ha con due loro vecchie conoscenze” dice Bisignani, “Franco Maranzana e Umberto Rapetto”. Il primo e’ un “geologo controcorrente, grande suggeritore su tematiche energetiche e ambientali, attenzionato perche’ molto polemico con le tesi portate avanti da Al Gore”.
Rapetto, “ex colonnello della Guardia di Finanza” e’ definito da Bisignani “amico degli americani” che lo hanno “consultato come uno degli esperti piu’ importanti di anticrimine tecnologico”. Nel volume e’ riportato per intero il cablogramma che parti’ dall’ambasciata di Via Veneto per informare Washington delle impressioni avute durante il pranzo.
“Molte idee di Grillo sono utopiche e irrealistiche” scrivevano i diplomatici che “quasi istintivamente” disconoscobbero “la validita’ del messaggio” pur riconoscendogli il ruolo di “credibile interlocutore per capire dal di fuori il sistema politico italiano” e la capacita’ di rappresentare una fetta di elettorato che non ha voce: “studenti e cittadini che si sentono privati dei diritti civili, ignorati dal sistema che al massimo ha nei loro confronti un atteggiamento accondiscendente”. Ma secondo Bisignani i rapporti tra il potere americano e Grillo non si fermano ai contatti con emissari del dipartimento di Stato. “Jim O’Neill, della banca d’affari Goldman Sachs, forse vede nei grillini il grimaldello per scardinare” l’euro.
Inoltre “l’unico studio scientifico fatto finora sul Movimento 5 Stelle e’ stato commissionato al think thank inglese Demos supportato dalla Open Society” di George Soros “un altro guru del capitalismo americano, che lavora per destabilizzare” la moneta unica. Da non dimenticare, secondo Bisignani, la visita fatta dal capogruppo di M5S in Senato, Vito Crimi, e alla Camera, Roberta Lombardi, all’ambasciatore David Thorne all’indomani delle elezioni, ne’ il pubblico apprezzamento espresso dal capo della missione diplomatica Usa in occasione di una visita al liceo romano ‘Visconti’.
Bisignani, poi, respinge ogni parallelo tra lo sbarco dei grillini in Parlamento e gli esordi romani della Lega. “Li’ c’era Umberto Bossi” dice, “erano pochi e c’era un capo assoluto che li aveva scelti e li comandava a bacchetta”, mentre Grillo “e’ un capo che la gran parte dei parlamentari eletti ha conosciuto solo via Internet: per questo i suoi di muovono disordinatamente”.