13 apr – Ci fosse stato un senatore del Pdl, sarebbe stato tutto diverso. Giornali, tv, radio, social avrebbero accesso i riflettori della cronaca sulla politica corrotta e malaffarista del paese Italia. Invece lì, al centro della scena, c’è Rosaria Capacchione, senatrice anticamorra del Pd, ex giornalista del quotidiano napoletano Il Mattino, imputata per calunnia ai danni del luogotenente della Guardia di Finanza Luigi Papale, reo di aver indagato troppo a lungo e troppo bene sulle fortune non proprio linde di suo fratello Salvatore, imprenditore edile della provincia di Caserta.
Campania: la capolista Pd è sotto processo
La notizia è stata considerata talmente importante che non ne ha parlato praticamente nessuno. Il Corriere del Mezzogiorno dedica uno scarno articolo in decima pagina, mentre Il Mattino, quotidiano dove la Capacchione lavorava prima di essere eletta senatrice del Pd, sbatte tutto in quarantaquattresima pagina, dando ampio risalto alla nota difensiva diffusa ieri dai legali della parlamentare. Per il resto nulla, men che due articoli su Libero e Il Giornale.
Sul quotidiano diretto da Sallusti, Gian Marco Chiocci riassume così la vicenda:
“Rischia due anni e mezzo di carcere per calunnia la neo senatrice del Pd Rosaria Capacchione. La giornalista del Mattino , capolista in Campania, è alla sbarra per aver (falsamente) accusato di concussione il finanziere Luigi Papale che stava indagando sulle nebulose fortune di suo fratello Salvatore, imprenditore edile della provincia di Caserta. La requisitoria è stata pronunciata ieri dal vice procuratore onorario nella sezione distaccata di Caserta del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Il difensore della giornalista, Vittorio Giaquinto, interpellato dal Giornale , si è detto certo della possibilità di dimostrare l’ inconsistenza delle contestazioni. La Capacchione che vive sotto scorta dopo aver ricevuto una lettera minatoria (indirizzata anche a Roberto Saviano e al pm Raffaele Cantone) da parte dei boss casalesi, secondo la Procura, avrebbe riferito al maggiore Vittorio Capriello che Papale sarebbe stato a libro paga della famiglia Coppola, altra potente schiatta di costruttori di Terra di Lavoro, interessata a danneggiare i Capacchione per questioni di rivalità. Un’ accusa falsa, visto che di questo presunto giro di mazzette, malgrado una approfondita indagine sul militare, che ha visto addirittura «attenzionati» i conti correnti di una parente novantenne, nulla è emerso. Di qui, la denuncia per calunnia e la costituzione di parte civile da parte del finanziere nel processo che ne è scaturito. Nel corso di un diverso filone di indagine, la Capacchione sarebbe stata intercettata mentre si sfogava al telefono con il fratello, proprio a proposito di questo supposto «accanimento » della Gdf e di alcuni suoi uomini verso la loro famiglia. La cronista avrebbe esclamato frasi del tipo «vorrei andarlo a prenderlo con il mitra» e che certi finanzieri sono «peggio di Sandokan ». Espressioni che comunque non sono agli atti di questo filone e che l’ eroina anticamorra dei democrat ricorda di non aver riferito. Anche se, nel corso di un’ intervista, durante la campagna elettorale, ha chiarito: «Non escludo nulla. Io non ricordo di aver utilizzato queste parole, mai, ma non lo escludo». E per una (brava) giornalista che rischia la condanna per calunnia, ce ne è un’ altra che ha deciso di mettersi invece decisamente al servizio degli apparati della giustizia – stando almeno a quanto raccontano gli atti dell’ inchiesta napoletana sulla presunta compravendita dei senatori nel 2007 – assicurando «protezione personale» al principale testimone d’ accusa nell’ indagine a carico di Sergio De Gregorio, presunta vittima di un pestaggio. In cambio di un’ intervista”.
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