13 feb. – Gli Usa e l’Europa avvieranno negoziati per realizzare quella che potrebbe essere la piu’ grande area di libero scambio nel mondo: lo ha annunciato il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, nel suo discorso sullo Stato dell’Unione. L’annuncio risponde agli appelli, montati da piu’ parti in Europa, a siglare un patto commerciale per incoraggiare l’economia su entrambi i lati dell’Atlantico, in una regione dove il commercio bilaterale ha raggiunto quota 646 miliardi di dollari, l’anno scorso.
“Voglio annunciare che avvieremo negoziati per un parternariato di Commercio e Investimento transatlantico completo“, ha detto il presidente Usa, “perche’ il commercio libero ed equo attraverso l’Atlantico sostiene milioni di lavori ben pagati”. Proposto anni fa, l’idea di un patto commerciale Usa-Ue e’ stata rilanciata recentemente su entrambi i lati dell’Atlantico, cercando vie di rilancio a economie asfittiche e una debole crescita dell’occupazione.
“OPPORTUNITA’ PER TUTTI SENZA AUMENTO DEFICIT”
“Nulla di cio’ che sto proponendo aumentara’ il deficit, neppure di un centesimo”, ha chiarito Obama che nel discorso sullo Stato dell’Unione, durato 60 minuti, ha reclamato azioni a favore della classe media, della pace, dell’immigrazione, del clima, del controllo sulle armi e ha annunciato la volonta’ di dimezzare le truppe in Afghanistan entro il 2014.
“Non e’ un governo piu’ imponente quello di cui abbiamo bisogno – ha precisato il presidente, giocando d’anticipo rispetto alle critiche dell’opposizione repubblicana – ma di un governo piu’ intelligente in grado di fissare le priorita’ e investire su una crescita diffusa”. Da qui l’impegno a completare “l’opera non finita nella ricostruzione del principio fondamentale di questa nazione – ha detto – e cioe’ l’idea che lavorando sodo e facendo fronte alle proprie responsabilita’, si puo’ andare avanti, indipendentemente da chi si e’, da dove si viene e da chi si ama”. “Il taglio del deficit senza misure di sostegno alla crescita non rappresenta un vero piano economico”, ha avvertito Obama mettendo in guardia contro i rischi legati al fiscal cliff . “Sul deficit – ha esortato il presidente – bisogna finire il lavoro iniziato” con un compromesso in grado di scongiurare gli aumenti delle tasse e i tagli automatici alla spesa che minerebbero la ripresa economica e i posti di lavoro.
“Occorre una riforma fiscale bipartisan – ha rincarato – che riduca il deficit e rilanci il lavoro. Le mie proposte “sono interamente finanziate e pienamente coerenti con il quadro di bilancio su cui ci siamo accordati solo 18 mesi fa’”.
Obama ha dunque ribadito “che e’ giunto il momento di varare una legge sull’immigrazione” e che se il Congresso non interverra’ sul clima sara’ lui a farlo.
Usa: Obama agirà da solo con una serie di ordini esecutivi
La replica dei repubblicani e’ stata affidata al senatore della Florida, Marco Rubio, figlio di immigrati cubani, che ha parlato sia in inglese che in spagnolo. “Presidenti di entrambi i partiti, da John F. Kennedy a Ronald Reagan, hanno sempre saputo che la fonte di prosperita’ per la classe media risiede nella nostra economia basata sulla libera impresa. Il presidente Obama ritiene invece che questa sia la fonte dei nostri problemi”, ha attaccato Rubio. “Io vivo ancora nello stesso quartiere di lavoratori dove sono cresciuto. I miei vicini non sono miliardari ma lavoratori e i tagli al deficit e gli aumenti delle tasse che lui propone, metterebbero a rischio proprio la classe media: non mi oppongo al piano del presidente perche’ voglio proteggere i ricchi ma poiche’ voglio proteggere i miei vicini”.
“RILANCIO CLASSE MEDIA COMPITO NOSTRA GENERAZIONE”
“Il compito della nostra generazione e’ quello di rilanciare la classe media, sostenendo il vero motore della crescita”, ha sottolineato Obama, che ha indicato la sua “stella polare” nella creazione di nuovi posti di lavoro durante il discorso sullo Stato dell’Unione, dedicato in primo luogo alle questioni economiche.
Obama ha ribadito il suo impegno “a favore dei tanti e non dei pochi, incoraggiando la libera impresa e aprendo le porte delle opportunita’ ad ogni figlio di questa nazione”. Il presidente ha dunque proposto di alzare il salario minimo da 7,25 a 9 dollari l’ora. “Nel Paese piu’ ricco del mondo – ha detto – nessun lavoratore a tempo pieno dovrebbe vivere in poverta’”. L’obiettivo e’ “trasformare l’America in una calamita di posti di lavoro” garantendo “una vita dignitosa” a chi si impegna duramente. L’aumento salariale proposto dal presidente impatterebbe positivamente su migliaia di famiglie e “marcherebbe la differenza tra il fare la spesa e il ricorrere ai bonus per il cibo, tra il pagare l’affitto e l’essere sfrattati”. In ultima istanza, si tradurrebbe in un volano per l’economia perche’ “ci sarebbero piu’ clienti con soldi in tasca”.
Obama ha dunque rilanciato il programma “Fix it first”, cioe’ il piano per il recupero delle grandi infrastrutture a stelle e strisce, a partire dai ponti del Paese sui quali “potrebbe essere messa subito al lavoro tantissima gente” grazie anche al contributo di gruppi privati per non appesantire la spesa pubblica.
“Dobbiamo dimostrare – ha asserito – che non c’e’ posto migliore dell’America per fare business”. “Ogni giorno – ha insistito Obama – dovremmo porci tre domande: come attirare piu’ posti di lavoro sulle nostre coste, come garantire le competenze per svolgere questi lavori e come fare in modo che il duro lavoro porti ad una vita dignitosa”.
OBAMA CITA JFK, COSTITUZIONE CI VUOLE ALLEATI PER PROGRESSO
L’inquilino della Casa Bianca aveva aperto il suo discorso sullo Stato dell’Unione citando le parole usate da John F.
Kennedy nella stessa occasione 51 anni prima. “La Costituzione ci vuole non rivali per il Paese ma alleati per il progresso. Invitando al compromesso, Obama aveva sottolineato come gli americani “non si aspettino che il governo risolva tutti i problemi o che il Congresso si trovi in accordo su tutto ma voglio che il Paese venga messo prima degli interessi di parte. L’America – aveva concluso va avanti solo quando lavoriamo insieme”. agi