Riccardo Calimani e Giorgio Orsoni
Venezia nelle grandi pagine della letteratura
Casa editrice Mondadori
Venezia è una città così straordinaria che non è possibile farsene un’idea senza averla vista. Non bastano carte, piantine, modelli, descrizioni: bisogna proprio vederla. Tutte le città del mondo sono più o meno simili fra loro: Venezia non è simile ad alcun’altra. A ricordarlo nelle sue Memorie è uno dei figli prediletti della città lagunare, quel Carlo Goldoni noto ai più per l’arte della commedia. E Goldoni non poteva certo mancare in questo volume antologico che raccoglie testi di celebri autori del passato -artisti, scrittori, viaggiatori illustri, diplomatici, personaggi storici- che raccontano il loro incontro con Venezia.
Organizzati secondo un indice tematico che ripercorre i luoghi più famosi della città -Canal Grande, Rialto, Piazza San Marco, i Piombi- ma anche i suoi simboli più caratteristici (le gondole) e le particolari emozioni legate al soggiorno nella città, i testi raccolti in questo volume offrono un ricchissimo caleidoscopio di impressioni, gustosi aneddoti, curiosi dettagli resi immortali dalla penna di autori non solo italiani ma anche inglesi, francesi, spagnoli, tedeschi e russi, attratti a Venezia dalle seduzioni di una città che per l’appunto non è simile ad alcun’altra.
Da Casanova a Pirandello passando per D’Annunzio, da Lord Byron a John Ruskin, da Marcel Proust a Stendhal, da Richard Wagner a Thomas Mann fino a Ernest Hemingway e a Jean Giono, Venezia da sempre ha impresso il segno del suo fascino unico, misto di vitalità e decadenza, su generazioni di scrittori e illustri viaggiatori: le pagine selezionate per questo volume, firmate da oltre cinquanta prestigiosi autori, costituiscono una rassegna di grandissimo interesse e fascino su questa città, “sogno dei poeti” nonché meta irrinunciabile per tutti gli amanti del bello e del saper vivere.
INTERVISTA A RICCARDO CALIMANI, SABATO 22 DICEMBRE 2012 (a cura di Luca Balduzzi)
Quanti sono gli autori che hanno scritto di Venezia? Posso immaginare che qualcuno di loro sia restato fuori da questa antologia?
Certamente. Alcuni autori sono rimasti fuori, e in qualche occasione pur avendo scritto dei racconti assolutamente pregevoli. In alcuni casi qualche autore ci è semplicemente sfuggito, come è successo per esempio con il nostro Ippolito Nievo. Per altri autori, invece, all’editore non sono stati concessi i diritti per la pubblicazione del brano che avevamo scelto, come per il russo Joseph Brodsky.
In che maniera questi autori hanno raccontato Venezia?
Ciascun autore ha filtrato la propria esperienza a/di Venezia attraverso la sua cultura, la sua sensibilità e il periodo storico in cui è vissuto. Un lettore ci ha fatto presente che avremmo potuto indicare gli anni di pubblicazione dei diversi racconti, e le date di nascita e di morte degli autori più difficili da collocare sia geograficamente che temporalmente rispetto, per esempio, a Fedor Dostoevskij o a Goethe. Un ottimo suggerimento, magari, per una futura nuova edizione del libro…
La costruzione del libro attraverso “itinerari”, per momenti e mete particolari, è ovviamente una impostazione decisa da noi; gli autori hanno scritto i loro brani separatamente.
Esistono aspetti comuni fra i diversi autori e racconti?
Un aspetto comune ai diversi racconti è sicuramente l’atteggiamento di stupore che coglie molti autori nel momento in cui arrivano a Venezia, in una città che non conoscono ma che hanno immaginato in una certa maniera, e si trovano davanti ad una Venezia che nella realtà è differente. Una Venezia classica, legata al mondo antico, e qualche volta perfino trasposta nel mito, che non è la Venezia che si trova realmente. E questo non manca di generare qualche “scontro”: c’è un un nobile inglese che si lamenta del fatto di essere svegliato tutte le notti dal rumore che i veneziani fanno per strada.
Possiamo, però, anche leggere alcune singolarità assolute: qualche autore arriva a Venezia in gondola perché il collegamento di Venezia alla terraferma attraverso il ponte è storia recente, Goethe arriva su una barca da Padova, Dostoevskij trascorre quattro giorni interi in Piazza San Marco…
In che modo cambia un racconto di Venezia passando dagli autori più “antichi” a quelli più recenti?
Un momento di cambiamento significativo è caratterizzato dall’avvento della modernità, che però a Venezia si è affermata in maniera un po’ “precaria” e sicuramente più lentamente in confronto ad altre città, o anche solamente rispetto alle città sulla terraferma. Basti pensare al fatto che ai giorni nostri è sì possibile l’arrivo a Venezia delle automobili attraverso il ponte, ma sono costrette a fermarsi alle porte della città.
Tornando un po’ indietro, si può immaginare come soltanto la comparsa della luce elettrica abbia contribuito a sconvolgere un po’ alcune atmosfere raccontate dagli autori che hanno scritto prima di quegli anni.
Come avete scelto la forma in cui pubblicare tutti i racconti raccolti?
Un volta che si è riusciti a raccogliere così tanto materiale, il rischio principale che si corre è quello di esserne travolti. Abbiamo seguito i suggerimenti dei redattori della casa editrice, fino ad arrivare per approssimazioni successive al libro che potete leggere adesso.