24 nov – La madre urla: «Li voglio fuori, lo hanno diffamato, deriso, umiliato». Poi, trattiene le lacrime e continua con la voce tremante: «L’unico colore rosa è quello della sua sensibilità – riferendosi allo ‘sfottò virtualè ‘il ragazzo dai pantaloni rosà – se fosse stato gay me lo avrebbe detto, senza avere vergogna o pregiudizi. Lui lo sapeva, io c’ero sempre per lui».
“Noi, gli amici, abbiamo sempre rispettato e stimato la personalita’ e l’originalita’ che erano il suo punto di forza. Non era omosessuale ,tanto meno dichiarato, innamorato di una ragazza dall’inizio del liceo. Lo smalto e i vestiti rosa, di cui andava fiero, erano il suo modo di esprimersi”. E’ quanto scrivono in una lettera ai direttori dei giornali e consegnata alla parlamentare del Pd Paola Concia, i compagni di classe di A., il giovane di 15 anni, studente al liceo ‘Cavour’, suicida a Roma.
“La pagina facebook, dove erano pubblicate citazioni di A., era stata creata per incorniciare momenti felici perche’ A. era cosi’ – osservano ancora i compagni di classe – Portava il sorriso ovunque andasse; peraltro la ‘pagina aperta contro di lui da chi lo aveva preso di mira’ e’ un’accusa non fondata. I professori hanno sempre rispettato il proprio ruolo e non hanno mai espresso giudizi sulla sua persona”.
Inoltre, tengono a precisare gli studenti, “il ‘Cavour’ non e’ mai stato un liceo omofobo in quanto fino a quando i fondi sono stati sufficienti, alcune classi hanno preso parte ad un progetto sulla sessualita’ organizzato dalla asl e approvato dal collegio docenti. Infine, non si sono verificati episodi manifesti di bullismo nell’istituto negli ultimi anni. Esprimiamo rammarico per la diffusione di notizie false e desideriamo che non si speculi sul nostro dolore”. adnk