I Tuareg sono un’etnia composta da circa 1 milione di nomadi, originari del Nord Africa, che si trovano soprattutto in Mali, Niger e Algeria e, in misura minore, in Libia, Burkina Faso e Mauritania. Per più di duemila anni hanno dominato il commercio carovaniero nel deserto del Sahara vendendo
bestiame, tessuti, sale, piccole armi e gemme, alimenti e, prima ancora, schiavi e oro. Oggi sono una delle poche popolazioni ancora in grado di vivere nel Sahara, dove l’acqua scarseggia e le temperature possono superare i 38
gradi.
Per millenni i Tuareg si mossero liberamente nel Sahara, ma quando Mali e
Niger divennero indipendenti rivendicarono il possesso di un’area che
formalmente non apparteneva a nessuno ma che in pratica era tradizionalmente territorio dei Tuareg. Nel 1961 i Tuareg si impegnarono perciò in una sorta di guerriglia sulle montagne settentrionali del Mali finchè, tre anni dopo, furono sconfitti dall’esercito maliano.
Nei decenni successivi lo sfruttamento del territorio per la pastorizia e la
siccità hanno causato la desertificazione di gran parte del nord del Mali e del
Niger, costringendo molti Tuareg a migrare, soprattutto in Algeria e in Libia.
Contemporaneamente l’urbanizzazione stava cambiando il paesaggio della regione e agricoltori di altre etnie reclamarono le terre che i Tuareg avevano a lungo abitato o utilizzato come vie commerciali.
In Libia alcuni Tuareg che avevano lasciato la loro patria furono reclutati
nella Legione Islamica di Muammar Gheddafi, un reggimento militare speciale creato nel 1972 per contribuire a unificare la regione. La Legione si sciolse però nel 1987 e, viste le promesse di aiuto da parte dei governi di Mali e Niger, i combattenti tuareg cominciarono a farvi ritorno. Ma le tensioni con
gli agricoltori e la mancata concretizzazione degli aiuti promessi dai due
governi, aumentarono la frustrazione dei Tuareg, che sfociò in violente rivolte.
Queste sconvolsero il Mali e il Niger e si protrassero fino a quando trattative
mediate da Francia e Stati Uniti portarono agli accordi di pace degli anni ’90.
Gli accordi prevedevano un’amministrazione decentrata, una distribuzione più equa delle risorse e il reintegro degli ex ribelli tuareg negli eserciti
nazionali dei rispettivi paesi.
Tuttavia i governi dei due paesi continuarono a destinare le risorse allo
sviluppo delle rispettive regioni meridionali, dove viveva la maggior parte
della loro popolazione. Poveri e sottosviluppati, i territori dei tuareg
divennero potenziali ricettacoli per i militanti islamici, che iniziarono a
operarvi e a stringere legami con i Tuareg. Francia e Stati Uniti, comprendendo la pericolosità della situazione, presero ad addestrare i Tuareg per combattere contro i militanti islamici e i risultati furono evidenti nel 2007, quando due gruppi tuareg ( l’Alleanza per il Cambiamento Democratico e il Movimento per la Giustizia) si ribellarono rispettivamente ai governi di Mali e Niger. L’insurrezione fu più sofisticata di qualsiasi altra prima di allora e, nonostante la pace del 2009, il 16 gennaio 2012 gli attacchi – simili
nelle modalità, ma estesi a una regione molto più vasta − sono ripresi, in particolar modo nel nord-est del Mali.
Il terzo fattore che ha influito pesantemente sulla vita dei Tuareg è lo
sviluppo del commercio marittimo. Per migliaia di anni i Tuareg sono stati il
tramite degli scambi fra l’Africa settentrionale e occidentale, ma oggi la
maggior parte del commercio mondiale avviene via mare. Vedendo ridotta di molto l’importanza delle loro rotte commerciali, i Tuareg sono ricorsi al
contrabbando di merci illecite come droga, armi e ostaggi, trovando in al Qaeda nel Maghreb Islamico (ex “Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento”) uno dei principali partner. I rapporti con questo gruppo sembrano esser basati però più su interessi economici che su affinità ideologiche. Ne è dimostrazione il comportamento dei mercenari tuareg nella
guerra civile libica: pur avendo combattuto in circa 800 a fianco delle forze di Gheddafi, lo abbandonarono prima ancora che il regime cadesse, appena fu chiaro che i pagamenti si sarebbero presto interrotti.
Con la fine del conflitto libico combattenti tuareg ben addestrati, che
conoscono bene il terreno, hanno esperienze di contrabbando e sono legati a
gruppi affiliati ad al Qaeda hanno fatto ritorno in Niger e in Mali. È bene che
le agenzie di sicurezza occidentali ne tengano conto, per evitare che i
Tuareg diventino la manodopera del terrorismo internazionale.
FCD: A cura di Valentina Viglione.