FIRENZE, 20 DIC – Violenza sessuale e maltrattamenti: sono le accuse che hanno portato in carcere Rodolfo Fiesoli, 70 anni, fondatore e presidente della comunita’ ‘Il Forteto’ dove dagli anni Settanta vengono ospitati minori in difficolta’. Tre i casi contestati, uno su un minore, all’uomo che si fa chiamare ‘il profeta’: per i fedelissimi una specie di taumaturgo capace di fare ‘miracoli’. Nei primi anni ’80 Fiesoli era gia’ stato processato e condannato a 2 anni per maltrattamenti aggravati e violenza privata.
L’inchiesta sollevò grandi polemiche anche all’interno della magistratura, perché il tribunale dei minori continuò ad avere profonda fiducia nella cooperativa e nella sua capacità di aiutare minori in difficoltà. E infatti, malgrado la condanna, gli affidamenti sono continuati fino al 2008.
Alcuni di loro erano stati affidati alle famiglie della comunità quando erano bambini e provenivano da situazioni familiari disastrose, e in diversi casi avevano subìto abusi. Secondo le loro testimonianze, Rodolfo Fiesoli sosteneva che in ogni persona c’è una tendenza omosessuale e che era necessario liberarsi dal tabù. All’atto pratico, la liberazione — sempre secondo le accuse — consisteva per i giovani maschi in rapporti sessuali con lui. A suo dire, in tal modo ognuno di loro si sarebbe liberato dalla “materialità” e avrebbe superato gli abusi subìti.
Altro metodo educativo praticato da Fiesoli — secondo le testimonianze raccolte — era la seduta serale di chiarimento, in cui faceva ammettere ai presenti, insistendo fino allo sfinimento, predilezioni sessuali per persone dello stesso sesso. Talvolta ricorreva anche a punizioni severe. Uno dei testimoni ha detto di essere stato rinchiuso per un’ora in una cella frigorifera. Il pm Giuliano Gianbartolomei e il gip Paola Belsito hanno ritenuto di trovarsi di fronte a un quadro assai grave di maltrattamenti psicologici.
Psicologi, neuropsichiatri infantili e assistenti sociali hanno attestato per oltre venti anni i buoni risultati conseguiti dalla comunità. Ora alcuni testimoni hanno raccontato che Rodolfo Fiesoli imponeva la divisione fra i sessi anche a letto, ma veniva sempre informato in anticipo delle visite delle assistenti sociali e faceva loro trovare situazioni familiari apparentemente in ordine, con le foto dei genitori affidatari e dei bambini nelle camere ben ordinate.
Alcuni degli abusi che sarebbero stati commessi all’interno della comunità sono stati raccolti da una pagina Facebook, “Falsi educatori”.